- Cosa ne deducete, signora? - disse freddamente Compellor, tralasciando ancora di rivolgersi a lei con il termine "consigliere".

- Perché pensate che dovrei dedurne qualcosa? - replicò serenamente la donna. - Trarre conclusioni è un'attività che non mi interessa affatto.

- A che pro la vostra analisi, allora?

Bayta Rufirant si versò un generoso bicchiere di Linguester ghiacciato. - Mi piace spaccare il capello in quattro, ecco tutto.

- Mi sembra comprensibile. - approvò Arvadan - Cosa c'è di meglio?

- E perché? - obiettò Compellor.

- Perché cosa?

- Perché ci piace spaccare il capello in quattro? Quali sono le nostre motivazioni?

Thoobing si svegliò di soprassalto. - Insinuate forse che ci troviamo tutti sotto il controllo mentale della Seconda Fondazione?

Compellor, Arvadan e la Rufirant lo squadrarono freddamente. Un istante dopo, il consigliere anziano si era già riassopito.

Dal corridoio esterno, all'improvviso, giunse un grido acutissimo.

- Sta succedendo qualcosa di drammatico, nell'altra stanza. - commentò Arvadan, colpito.

- Sono d'accordo.

- Non sarebbe il caso di andare a vedere? - propose Compellor.

- Certo che sì.

Nessuno dei membri del comitato si mosse.

- Allora? - protestò Compellor.

- Allora cosa?

- Perché non ci muoviamo?

- Desideri sapere il motivo esatto per cui non intraprendiamo nessuna azione?

- Ecco, a dire il vero desidero sapere perché non facciamo altro che stare seduti e parlare.

- Ma è ovvio. Dobbiamo giungere in fondo alla nostra disquisizione.

- D'accordo. - accondiscese Compellor, frustrato - Ma qual è il senso di tutta questa noiosissima discussione?

- Non ne ho la più pallida idea. - spiegò Arvadan - Il fatto è che lo pagano a parola.

- Chi?

- In che senso, chi?

- Avete detto "lo pagano a parola". Chi viene pagato a parola? E perché?

- Non mi fido di voi. - sibilò Arvadan.

- Insinuate forse che Compellor si trovi... - azzardò Thoobing, nel dormiveglia. Ma tacque subito, fulminato dallo sguardo degli altri tre.

Il sindaco si rivolse a Bayta Rufirant. - Prima che me lo chiediate, non mi fido neanche di voi.

- Lo sapevo. - replicò l'altra.

- E adesso sapete anche che io lo sapevo.

- Sapevo già anche questo.

- Ma non sapevate che io sapevo che voi sapevate.

- E' vero.

- E allora? Come vi fa sentire tutto questo?

All'improvviso, Compellor si alzò con aria di chi ha esaurito ogni briciolo di sopportazione, estrasse un disintegratore positronico e vaporizzò il piede sinistro di Arvadan.

Per un istante non accadde nulla. Poi Arvadan guardò giù, verso il moncherino fumante che una volta era stata un'appendice mobile del suo corpo, e parlò con aria vagamente preoccupata.

- Perché avete compiuto un'azione così riprovevole, Compellor? Quali motivazioni vi hanno spinto?

- E voi, perché glielo domandate? - aggiunse la Rufirant - Che benefici pensate di trarne?

- Arrrrghhh!!! - urlò Compellor, gettandosi contro la finesta, con l'evidente intenzione di sfondarla e di gettarsi nel vuoto.

Ma il vetro positronico resistette vigorosamente all'impatto del corpo del consigliere. Compellor rimbalzò, barcollò, cadde goffamente sul pavimento di eleganti piastrelle Trantoriane.

- Il sole è già alto. - disse, fissando stupefatto il ritaglio di cielo oltre la finestra.

- Naturale. - commentò Bayta Rufirant, calcando il tono sull'ovvietà dell'osservazione. - Stiamo discutendo da più di due ore. Vede, consigliere Compellor, com'è facile riempire i tempi morti?

- ...e le pagine morte? - aggiunse Arvadan.