Sotto il carretto dei gelati era buio. Mi sentivo tutto intirizzito e bagnato. Da un'ora non passava più nessuno. Dani aveva smesso di piangere forte e adesso gemeva.

Mi trascinai fuori e il tepore della spiaggia fu bellissimo. Da là vedevo poco, una spiaggia arata e sporca. Erano le otto e dieci. Il mare continuava a mandare onde come prima di...

Mi tirai su in ginocchio e vidi il mare scuro vicino alla battigia. Una linea scura fin dove vedevo con gli occhi. Non osavo pensare che fosse sangue.

Tirai fuori Dani da sotto il carretto. Era tutta sporca e attaccaticcia. Sapeva di gelato anche tra i capelli. La presi in braccio, non era fredda. La sentivo calda. Era tutta calda, anzi scottava. Piangeva con un gneeeee-uh-gneeeee continuo.

La piccola aveva la febbre. Non c'era nessuno attorno. Due cose semplici e spaventose. Mi dimenticai delle bestie uscite dall'acqua e d'essere vivo e corsi verso la pineta.

Avevo paura di come potevano reagire Willy e Carla... Caterina e Carla e Willy. Dio, Caterina. E corsi più che potevo.

Nella pineta non c'era nessuno. Solo un casino di macchine rotte e cose per terra. Un odore terribile d'ammoniaca che mi toglieva il fiato e allora dovetti camminare.

Mi diressi verso il nostro albergo. Sentii gridare dall'alto. Sulla terrazza c'erano delle persone che mi facevano segno e io alzai Dani sulle mani, non so perché.

- Sono Calamari giganti - ripeteva l'anziano insegnante di scienze.

- Was ist das? - disse il tedesco.

Nessuno si preoccupò di tradurre.

- Ma com'è possibile? - chiese il cameriere con l'accappatoio.

- Perché, perché? - disse la cameriera. Lei aveva solo un asciugamano addosso.

Erano gli unici giovani sulla terrazza grande dell'albergo Stella. Oltre a loro c'era una famiglia di tedeschi con due bambini, per il resto erano solo donne anziane. Una ventina di vecchie tra i settanta e gli ottant'anni.

La ragazza tedesca mi aveva dato delle gocce per Dani. La febbre pareva scendere. Io avevo bevuto dell'acqua e mi sentivo meglio. Ogni tanto pensavo a Caterina e mi mancava il fiato.

- Ho l'articolo, da qualche parte - disse il vecchio professore rovistando nella borsa che aveva portato con sé. Lui era venuto con altre vecchie dall'albergo di fronte.

- Perché perché? - chiedeva la giovane cameriera. Io dubitavo che volesse veramente sapere qualcosa. Il cameriere e la cameriera s'erano salvati perché stavano in camera. Nella stessa camera e nello stesso letto a giudicare dall'asciugamano e dall'accappatoio. Le vecchie s'erano salvate perché non andavano in spiaggia con il caldo. Ce n'erano di tutti i tipi, e tutte impaurite.

- Ecco qua, ecco qua - disse il vecchio professore. Aveva in mano un pezzo di giornale. - Sidney, un calamaro gigante di una specie non ancora identificata, dai tentacoli lunghi fino 18 metri è stato trovato morto lo scorso fine settimana su una spiaggia della Tasmania, in Australia. L'animale, ancora ben conservato, è stato portato al Museo della Tasmania - al vecchio tremavano le mani e la voce era rotta mentre leggeva. - Secondo il curatore di zoologia del museo, David Pemberton, l'animale, che pesa circa 250 chili, proviene dalle grandi profondità marine ed è una scoperta rara: solo due calamari di simili dimensioni sono stati trovati finora su spiagge della Tasmania, nel 1986 e nel 1991. E nessuno è stato mai visto vivo. Pemberton ha detto che l'animale ha caratteristiche mai viste prima, come lunghi muscoli attaccati a ciascuno dei tentacoli, e che solo le analisi in corso potranno determinare se si tratta di una nuova specie.