Ma la ragazza capisce che si tratta di un inganno, probabilmente perché il fiato della terminatrice non puzza di cipolla. Così lancia l'ennesimo strillo e torna da Swarzy e Connor. Quest'ultimo si fa scudo con le lapidi mentre il terminator buono si becca la tradizionale grandinata di proiettili dalla polizia, spara a sua volta totalizzando duemila punti, e infine monta di nuovo sul furgoncino in compagnia dei due umani per scattare alla fase successiva.

- Questo non è cinema, è Playstation! - urla il pubblico. - Abbiamo pagato per vedere un film!

- Il desiderio è irrilevante - ribatte gelido Swarzy. - Io sono una macchina.

La T-X li insegue. A piedi, come tutti i terminator cattivi che si rispettino. Swarzy la fa mettere sotto dall'ennesima autocisterna. Ennesima megaesplosione. La terminatrice questa volta si rompe (il pubblico lo ha fatto da tempo), ed è costretta a cambiarsi il braccio danneggiato usando gli appositi ricambi marcati Polystil. Un film, un mito.

- Scusa, ma perché dici che tra trentacinque minuti ci sarà l'apocalisse nucleare? - chiede John in un istante di buon senso che fa la figura della particella di sodio nell'acqua Lete. - Non abbiamo fermato la guerra nello scorso film, distruggendo la Cyberdyne?

- Negativo - replica il T-800. - Il padre di Kate, Robert Brewster, che è un megapaperone dell'esercito e sta in una base supersegreta e iperprotetta senza mai uscirne da quando Kate aveva sei anni, è in procinto di affidare tutto il sistema di difesa missilistico degli Stati Uniti a Skynet, compresi i vettori intercontinentali e gli arsenali sottomarini, perché un virus gli ha infettato il computer.

- Che cazzata! Non poteva semplicemente lanciare l'antivirus?

- Non chiederlo a me: io faccio il terminator, mica lo sceneggiatore.

- Ok, ma non possiamo andare a fermarlo?

- Negativo: il futuro cambierebbe, Skynet svanirebbe e non si potrebbero girare altri sequel.

- Che ti frega? Tanto tu ora diventi governatore: non potrai più recitare comunque.

- Recitare? Che significa?

- Hai ragione. Volevo dire: "Non potrai comunque fare più film".

Swarzy riflette. Poi smette perché gli fa male.

- Affermativo - esclama in tono cazzuto. - Andiamo a fermare Robert Brewster.

Nel frattempo, dentro la base supersegreta e iperprotetta, c'è un casino della madonna. Grida ovunque, gente disperata con le mani nei capelli, computer che vengono presi a martellate.

- Arghh! Il mio PC è pieno di virus! Si è bloccato tutto ed è apparsa una finestra "errore irreversibile in 000234C:4501B"!

- Quello non è un virus, è Windows!

- Aaarrrrgggghhhhh!

- Signore, non ce la facciamo più! Dobbiamo passare tutto il controllo a Skynet!

Alla consolle di comando, Robert Brewster suda come un totano. - Non so... mi sembra pericoloso...

- Il virus ha attaccato anche il server della posta elettronica! Abbiamo perso tutte le barzellette su Totti che ci avevano spedito dall'Italia!

- Ah no, questo è troppo! - ruggisce Brewster, oltraggiato - Avanti, passiamo tutto il controllo a Skynet, così ci libererà lei da questo fottuto virus.

E preme il bottone. Subito tutti gli schermi si spengono e dagli altoparlanti si ode una risata gracchiante. - Har har har! Branco di coglioni! Vi siete fidati e ora è troppo tardi: siete fottuti!

- Chi è che parla?

- Sono Skynet!

- Menomale, pensavo fosse Berlusconi dopo le elezioni.

Le macchine ribelli insorgono. Tutti i congegni e le strutture della base si rivoltano contro i padroni umani. Un portacenere dissidente colpisce Robert Brewster sulle gengive riducendolo in fin di vita. La figlia Kate, in lacrime, accorre a raccoglierne le ultime parole, lasciando gli spettatori (quei pochi che non si sono ancora tagliati le vene) a chiedersi come stracazzo hanno fatto i tre protagonisti a entrare tranquillamente, coi lanciamissili a tracolla e tutto il resto, nella cosiddetta base supersegreta e iperprotetta.