- No. E' ricominciato. Da qualche parte... chissà per quante volte. Non ha voluto tornare.

- Glielo ha detto lui?

- Sì.

- E lei che cosa vuol fare? Seguirlo?

La donna girò via la faccia senza rispondere.

- Lei ha paura di vivere, Cecilia. E' questa l'unica verità. Vivere in quelle illusioni è molto meno doloroso, non è così? Perché nella realtà che si è costruita non c'è posto per nulla.

La donna ebbe uno scatto brusco e balzò indietro, alla porta blindata. Era ancora troppo stordito per fermarla, e così incatenato alle figure danzanti da non potersi muovere. Il battente si richiuse con un tonfo sordo.

La paura che aveva spinto la donna a sfuggirgli avrebbe spinto lui agli affreschi. Era un comportamento irrazionale, lo sapeva: per entrambi. Ma Cecilia Sidegraw aveva paura della realtà, e lui aveva paura dell'oblio della morte.

Era così che era finito Horny?

Strisciando raggiunse il battente e vi si appoggiò con le spalle. La stanchezza non voleva lasciarlo. Forse perché era la prima volta; forse perché dopotutto era caduto, anziché essersi lasciato cadere.

I colori brillanti gli tremavano davanti agli occhi. Da quel punto la prospettiva gli rendeva gli affreschi confusi, l'uno sull'altro. O non era piuttosto una nuova capacità, quella di muoversi e di mescolarsi e di mutare? Solo i primi, quelli che erano stati sbrecciati dalle trivelle, gli apparivano chiari: cacciatori con lunghe lance splendenti, cavalieri con insegne bizzarre, foreste cupe sotto due lune azzurre. Quali realtà gli promettevano dai mantelli scarlatti agitati dal vento? E da dove veniva l'eco dei tamburi?

Sentì la donna al di là del battente. Non se n'era andata.

O era andata e tornata?

Sentì le mani scivolare alla ricerca del comando di apertura e poi il sibilo leggero del battente che si schiudeva. Strisciò fuori e giacque dall'altra parte. L'aria nel corridoio gli sembrò fredda e morta.

Cecilia Sidegraw si era rannicchiata contro la fiancata del veicolo, e l'occhio del faro illuminava un raccordo vuoto, lasciandola in una penombra ovattata di bianco.

- Che cosa è venuta a vedere? Se avevo scelto? Come Horny?

- Con Horny non è stato così. Horny era stanco. La scelta è stata sua.

Si mise in ginocchio. Allungando una mano poteva toccarla e lo fece, gentilmente. -Quante volte è venuta qui, Cecilia?

- Tante. Ho vissuto più di qualunque altro essere umano.

- E in realtà non ha vissuto mai. Nemmeno una volta. Questo le basta?

- Sono libera e ho fatto le mie scelte. Non m'importa se sono giuste o sbagliate. Sono mie. E' lei che deve scegliere, adesso. E' un Maestro e ne ha la facoltà. Che cosa farà di Probability e di me?

- Dire al resto dell'umanità che c'è un mezzo per evadere in quante realtà si vogliono? Gli esseri umani sono fragili, Cecilia. Quanti ne resterebbero, alla fine?

- Ma non può dimenticare.

- Altri lo hanno fatto due secoli fa: richiuderemo quella porta. Quel mondo non ci appartiene.

- E la scomparsa di Horny?

- Non sarà il primo caso insoluto. La mia carriera non soffrirà per questo.

La donna non rispose e non fece domande, ma Waugh riuscì a percepirle nella mente: precise, fredde come lame. Si alzò, appoggiandosi al veicolo e Cecilia non si mosse ad aiutarlo.

- Lei non ha la mia parola che non tornerò di nuovo agli affreschi... - disse infine la donna, freddamente.

- Se tornerà qui finirà per restarci. Se non ci tornerà ricomincerà a vivere, per se stessa questa volta. In entrambi i casi sarà finita.

- Forse anche lei un giorno sarà troppo stanco o si sentirà tradito una volta di troppo, e tornerà qui.