Era libero.

- Infinite possibilità, infinite combinazioni...L'armonia è una. Tu sei armonia -qualcuno mormorava al suo orecchio. Non la sua compagna, che adesso dormiva quieta al suo fianco.

Si mosse. Si alzò. Aveva alle spalle un villaggio e il pianoro su cui si trovava digradava dolcemente su vallate a non finire; le vallate erano verdi e piene di vita e c'era il rumore di acqua corrente. C'erano luci di villaggi lontani, e di città lontane, e lui aveva una vita, o cento vite, lì o ovunque avesse voluto andare.

Non c'erano più obblighi, né doveri, né dolori... né memorie.

Era libero.

- Infinite possibilità, infinite combinazioni. L'armonia è una. Tu sei armonia.

La donna lo colpì con forza due, tre volte. La prima cosa che vide furono i suoi occhi d'oro chiaro e le piccole luci danzanti, come fiamme accese all'improvviso nelle pupille buie. Lo aveva trascinato nella prima parte della galleria, e adesso giaceva tra i detriti delle trivelle di due secoli prima. Stanco. Mortalmente stanco.

Cecilia Sidegraw gli stava inginocchiata accanto. Allungò una mano a sfiorarle il braccio e la sentì irrigidirsi. Non c'erano campanelle ai suoi polsi.

- E' questo il suo modo di vivere, Cecilia? E' questo il suo unico modo di vivere?

La donna adesso era una fredda presenza estranea, ad un soffio da lui. - Non la capisco - replicò.

- Adesso so quello che è accaduto. Due secoli fa gli uomini sono finiti per caso sull'eredità di un mondo tanto vecchio da aver perduto persino i suoi monti ed i suoi mari. Ma è un'eredità spaventosa, e si sono accorti che era troppo difficile sostenerne il peso. Così l'hanno murata e dimenticata.

- Erano soltanto degli sciocchi.

- No. Erano dei saggi. Le illusioni non portano in alcun luogo. Né lei né io saremmo qui, se quella porta fosse rimasta aperta.

- Non avevano capito...

- Capito che cosa? Che l'uomo può avere tante realtà quante ne desidera? Che può vivere a piacere in tante vite fingendo che ognuna sia l'unica vera? L'uomo è fatto per una sola realtà, Cecilia. La propria. Tutto quanto ne è al di fuori è illusione.

La donna piegò un poco la testa all'indietro. Il sorriso le aprì le labbra.

- Che cosa è la realtà, Henry Waugh? Lei è un Maestro. E' un titolo per pochi... prestigioso, temuto, e che tuttavia le è costato molto. Da qualche parte sulla Terra ha una moglie che l'ha abbandonata. Ha un figlio che non ha mai visto. Quanto è reale per lei adesso il tempo che ha passato con sua moglie? Quanto è reale quello che ha vissuto poco fa? Quale delle due realtà è quella vera?

- Horny non credeva nelle illusioni.

- Samuel era un uomo deluso. La vita lo aveva tradito, come tradisce tutti.

C'era astio adesso nel suo tono. Si era fatta più indietro. Waugh si distrasse ad osservare le figure ammiccanti sulle pareti, nel punto dove le trivelle si erano fermate. Nei loro movimenti c'era grazia, leggerezza, armonia.

Armonia.

Lo attiravano. C'erano fuochi rotti dal vento e profumi... suoni e voci... musica e sussurri...

- Samuel ha scoperto questo posto e in principio l'ha usato. Come una droga. Poi ha capito, e ha scelto - mormorò Cecilia Sidegraw, senza più guardarlo.

- Vuol dire che è ancora lì, da qualche parte, in qualcuna di quelle illusioni?

- In qualcuna di quelle realtà.

- Ha rinunciato alla vita!

- Quale vita?

- La sua, Cecilia. Non esiste più alcuna entità, alcun corpo, che risponde al nome di Samuel Hornblower. Lui aveva soltanto un tempo, ed è finito.