- I costrutti non possono ammalarsi, non in questi termini almeno.

Il dottore ha uno scatto, volta le spalle alla vetrata. Nel laboratorio due chele prelevano un involucro inserendolo in una cripta di mantenimento, pronto per essere riempito.

- E' un agente patogeno mai visto. Non credevo fosse possibile, ma attacca i tessuti interni, indifferentemente, parte biologica e parte sintetica. Muta, si integra alla perfezione assumendo la medesima composizione molecolare e fondendo entrambe in qualcosa di mai visto. Infine attiva una forma di necrosi assolutamente casuale, incontrollabile. Quando il costrutto manifesta i primi sintomi è già troppo tardi; per quel che ne so la metà dei costrutti potrebbe essere già stata contagiata.

- Una generazione di tessuti più mirata, forse...

- Ho già provato inserendo cellule programmate a rigettare ogni agente esterno, variando la densità di struttura delle parti sintetiche e altre cose che non ricordo più.

- E gli altri?

Un leggero sorriso. - Il signor Ariel si limita a riciclare e ad aumentare la capacità produttiva. I laboratori del signor Hua sono blindati, non so nulla.

L'involucro ora è pronto; la stabilizzazione dei tessuti ultimata, l'integrazione con la sua anima sintetica è realtà. Apre gli occhi, padrone di una nuova sensibilità che presto sarà al mio servizio. Mi fissa attraverso la distanza del laboratorio, forando il vetro con facilità, guardandomi solo come si può guardare uno spettro che ti visita di notte per raccontarti la sua storia.

Improvvisamente, ho voglia di correre da Tangi. L'unico rifugio concessomi.

La zattera è enorme, di forma circolare. Gira lentamente su se stessa seguendo il ritmo delle onde create ad arte dai meccanismi del lago. Gli ospiti della città ammirano entusiasti i delfini che ci omaggiano della loro presenza. Le lanterne di carta dipinta brillano nella notte, dando all'acqua una sfumatura ideale che si mischia con un'assurda luna gialla. A poche centinaia di metri da noi c'è il porto ricoperto di vele, poi i viali che corrono in ogni direzione. E giocolieri, prostitute di una bellezza mai vista, satiri, maghi, mercanti, schiavi per un giorno o per un mese, basta volerlo; e ancora grifoni, ninfe, luoghi proibiti che si aprono a tutti e il tempo che elargisce solo piacere. In cambio denaro, molto, e la vita che ci pulserà dentro per tre anni.

- Matias... - Zhang Hua si avvicina alla balaustra appoggiandovisi stancamente. Il rito della cena ufficiale ha fatto un'altra vittima. - Hai evitato con maestria ogni contatto col sindaco e il suo gruppo. Non trovi ingiusto lasciarmi da solo a fronteggiare la noia?

- Nessuno è più diplomatico di te in queste circostanze.

- Rinuncerei volentieri a questo dono. Il sindaco poi non sa parlar d'altro che di lavoro. Neanche le ancelle di Ariel riescono a distrarlo.

L'incenso fuma nei bracieri smaltati; un rigurgito di spiritualità. Il volto di Zhang Hua si tende in uno spasmo di preoccupazione. - Si sono verificati incidenti a Vienna. La Nuova Chiesa sta ammassando fedeli che arrivano da tutt'Europa e il sindaco mente a se stesso, oltre che a noi. Dice che è tutto sotto controllo.

- Non è la prima crisi che attraversiamo.

- No, ma mai come questa.

- Zhang, cos'è che ti spaventa?

Il suo profilo si fa tagliente. - La fine, come per tutti.

Si sposta, mi gira intorno, assorto. Shangrila è un'immagine che marchia le sue retine, la vedo persino da qui mentre tutto il resto è buio. Mi sento improvvisamente prigioniero, rinchiuso in quello sguardo.