Siamo nel 1974 e il cinema di fantascienza è diventato un filone con cui Hollywood comincia a fare i conti come genere “serio”, soprattutto dopo il successo di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, uscito nel 1968, poco prima dello sbarco degli astronauti dell’Apollo 11 sulla Luna e vincitore di un Premio Oscar nel 1969 per gli effetti speciali.

È l’inizio di una nuova era.

Il genere si sta trasformando e affinando, diventa maturo e capace di analisi sociologiche complesse e proiettive che riguardano problemi globali.

Arriva così nelle sale Zardoz, film di John Boorman con protagonisti Sean Connery e Charlotte Rampling. Questa volta non si tratta più dei marziani che ci vogliono invadere, ma di un mondo futuro dominato da una élite tecnologica che utilizza il resto della popolazione come schiavi ignoranti. Dunque un film filosofico, una “ambigua utopia”, per citare un famoso collettivo politico che sul finire degli anni ’70 dello scorso secolo si occupava proprio di fantascienza sociologica.

L’opera (102’) a colori è stata prodotta in Gran Bretagna ed il regista Boorman è anche soggettista, sceneggiatore e produttore della pellicola.

Ricordiamo Boorman per Excalibur, che vinse il premio Oscar nel 1982 per la miglior fotografia.

Il budget fu di circa un milione e mezzo di dollari, quindi non eccelso.

Il film è stato prodotto dalla 20th Century Fox e dalla John Boorman productions

Ma veniamo alla trama.

La Terra dell’anno 2293 è un pianeta in abbandono che è tornato ad una sorta di medio evo in cui scorrazzano gli “Sterminatori” che sono dei misteriosi e crudeli cacciatori di uomini inviati da una divinità di cui portano una maschera: Zardoz, rappresentato da una gigantesca testa volante di pietra che si palesa ciclicamente scendendo dal cielo.

Il suo motto è: “Il fucile è il bene lo sperma è il male”, intendendo con questo che il liquido seminale genera i “bruti” che infestano la terra mentre il fucile li elimina e questo è un bene.

Porta armi e munizioni e in cambio riceve cibo e grano coltivato da schiavi controllati dai guerrieri a cavallo il cui capo è Zed (Sean Connery), armato di una grossa pistola, che un giorno si nasconde, con l’aiuto dei suoi amici- insieme ai viveri dentro l’enorme testa.

Dopo il consueto carico e scarico la struttura decolla, ma prima di atterrare in un luogo ameno vicino ad un lago, chiamato Vortex4, Zed esce dal suo nascondiglio e uccide con un colpo di pistola un uomo che, circondato dalle nubi, è alla guida della testa volante.

Suggestiva la scena in cui l’uomo, vestito da sontuosi abiti sacerdotali, viene risucchiato dall’esterno proiettandosi nel vuoto.

Il Vortex è un eden incontaminato gestito da una potente Intelligenza Artificiale, il “Tabernacolo”, che rende impenetrabile il luogo ai bruti esterni, di cui Zed fa parte, seppur nella veste di guardiano e non di schiavo.

La comunità utilizza una sorta di democrazia diretta gestita da una proto – Internet che permette il voto immediato su qualsiasi argomento.

All’interno del Vortex c’è una comunità di immortali tra cui conosce una donna, May (Sara Kestelman) che lo sottomette telepaticamente e lo vuole studiare.

La comunità si chiede come abbia fatto Zed ad entrare e arrivano alla conclusione che il fatto sia legato alla contemporanea scomparsa di Arthur Frayn (Niall Buggy) che gestiva i rapporti tra il Vortex e il mondo esterno, sotto la forma di Zardoz.

Consuella (Charlotte Rampling), un’altra immortale, è attratta dalla animalità ferina e brutale del selvaggio e lo vorrebbe eliminare, anche se dalla struttura la violenza è bandita.

Nella società ci sono anche i devianti. Si tratta degli “apatici” che hanno perso qualsiasi stimolo a causa della immortalità e i “rinnegati” che sono stati puniti con l’invecchiamento artificiale per avere contestato il Vortex.

May-dopo regolare votazione- avrà il permesso di studiare il bruto per tre settimane.

Così viene in possesso della sua memoria visiva e la comunità scopre l’esistenza degli Sterminatori e del mondo di violenza che hanno creato all’esterno del loro eden.

Consuella è convinta che i Bruti siano bestie e cerca di stimolare sessualmente Zed con delle immagini erotiche, ma senza risultato. Il bruto anzi si eccita solo guardando Consuella stessa, avendo una imbarazzante erezione, commentata sarcasticamente dai presenti, non avvezzi più a questo genere di fenomeni fisiologici. In questo contesto compare “Amico” (John Alderton) un immortale che spiega a Zed come funziona la loro società, ma nel contempo lo sfrutta come schiavo, facendolo anche servire ala tavola degli immortali.

Amico finisce condannato e invecchiato per aver espresso pensieri ostili al Vortex durante una meditazione –attività che sostituisce il sonno- mentre Zed si mette d’accordo con i suoi simili che lo attendono fuori del Vortex. Zed riesce a distruggere il Tabernacolo e così i confini vengono meno e i bruti invadono il Vortex portando morte e distruzione, peraltro benvoluta ed anzi desiderata ardentemente dagli abitanti stessi. Anche il sesso, insieme alla violenza, fa la sua ricomparsa e la comunità degli immortali sarà infine distrutta.

Sopravvivranno solo Zed, May e Consuella mentre si scoprirà che il redivivo e clonato Arthur Frayn aveva organizzato tutto proprio selezionando Zed con incroci sessuali, per distruggere il Vortex e dare il dono della mortalità. In tutto questo Zed scopre che il nome della divinità, Zardoz, è semplicemente la contrazione del titolo di un notissimo romanzo di avventure di L. Frank Baum, wiZARD of OZ, cioè Il meraviglioso mago di Oz (1900).

Infatti è questo quello che rimane leggibile sul frontespizio di un vecchio libro usurato.

La società era una sorta di paradiso tecnologico evoluto creato apposta da un gruppo di scienziati che sarebbero poi diventati loro stessi vittime della propria utopia.

La tecnologia che sta dietro alla testa volante è quella di una vera e propria astronave con cui gli abitanti ella Terra futura si sono aperti la via delle stelle, ma neanche questo è servito a salvarli dalla terribile apatia che lo ha colti.

Arthur Frayn aveva ordito tutto, insieme ad Amico, per abbattere il Tabernacolo –risedente in un cristallo- e restituire l’agognata mortalità agli umani.

È infatti lui a guidare Zed fino alla biblioteca permettendogli di leggere l’intero scibile umano e fargli vedere il libro del Mago di Oz; sempre lui lo aveva selezionato geneticamente per avere una intelligenza superiore, oltre che prestanza fisica.

Alla fine Zed –che nel frattempo ha fecondato molte donne- e Consuella costituiranno una nuova coppia che tornerà a formare la vecchia famiglia umana con i normali cicli di vita e di morte, il tutto magistralmente sorretto dalle note della Sinfonia n. 7 di L.V. Beethoven.

I bellissimi luoghi mostrati sono invece quelli delle Wicklow Mountains, in Irlanda.

 

La copertina del dvd di Zardoz
La copertina del dvd di Zardoz

Il film rientra nel filone antitecnologico, come del resto Matrix, che rispecchia una visione un po’ naif della società, con la tecnologia intesa come un mostro disumanizzante ed ostile all’umanità.

Non per niente il regista Boorman è noto per il suo interesse per la fantasy.

C’è da dire anche che nella cultura popolare media la scienza e la tecnologia vengono viste con ostilità ed avversate e quindi per ragioni di botteghino le major hollywoodiane hanno spesso appoggiato questa ottica diciamo anti –transumanista.

Proprio gli anni ’70 vedono la nascita negli Usa del genere catastrofista legato alla cosiddetta filosofia della Deep Ecology, che trova la sua origine nel celebre libro Primavera silenziosa di Rachel Carson.

Tuttavia, il film si fa notare per i riferimenti esoterici e colti ad un libro, Il meraviglioso Mago di Oz, che è sempre stato ammantato, soprattutto nei Paesi Anglosassoni, da un’aurea di magia e di mistero accentuato dal famoso film, Il Mago di Oz (1939) diretto da Victor Fleming con la magistrale interpretazione di Judy Garland nei panni della protagonista Dorothy Gale.

Paradossalmente è proprio dalla compenetrazione tra l’elemento tecnologico avanzato e quello escatologico e misteriosofico di una (improbabile) salvezza dell’umanità nella natura che nasce il fascino e la valenza di questo film, valorizzato del resto dalla presenza di attori come Connery e la Rampling.