Il romanzo La figlia del Ragno di Carlo Menzinger e il fumetto Space Anabasis dello sceneggiatore Francesco Vacca possono essere considerate due, tra le tante altre, opere che stanno riproponendo una vita italiana all’Ucronia.

Per quei pochi che ancora non sanno cosa sia l’Ucronia, possiamo sottolineare che è un genere tornato in auge recentemente grazie alla fortunata serie Amazon The Man in The High Castle, ormai giunta alla terza stagione, ambientata in un America occupata dalle forze dell’asse vincitrici nel secondo conflitto mondiale. Lo show televisivo è tratto dal romanzo cult di Philip K. Dick, noto in Italia come La svastica sul sole.

Il termine Ucronia, letteralmente “Tempo non esistito” (dal greco OU= non e kronos= tempo), è stato usato per la prima volta nel 1876 in francese (uchronie) dal filosofo Charles Renouvier. Il vocabolo fu coniato sul modello della parola "utopia" (letteralmente “luogo che non c’è, dal greco Topos) creato, a sua volta, qualche secolo prima, dal filosofo Tommaso Moro. Con questo termine si indicano tutti gli esperimenti letterari dove, in genere, si risponde alla domanda “che cosa sarebbe successo se?”, come ad esempio se Hitler non fosse diventato il leader del Partito Nazista o se il primo uomo a metter piede sulla Luna fosse stato un sovietico e cosi via. Di norma associato alla fantascienza, si può dire che ha assunto dignità di genere narrativo a sé. Inoltre, potrebbe sembrare un genere partorito nell’epoca moderna, ma il primo esempio risale al 27 a.c. con l’opera Ab Urbe condita di Tito Livio, che immagina Alessandro Magno dirigersi ad ovest invece che ad Est, incontrando la nascente potenza romana. Molti si sono cimentati in questo particolare genere, come ad esempio Winston Churchill, il quale, negli anni Trenta, scrisse un piccolo saggio che raccontava cosa sarebbe successo se la battaglia di Gettysburg avesse avuto un altro esito. Anche il premio Nobel Josè Saramago ci ha regalato due opere del genere: L’assedio di Lisbona (1989, nel 1147 i Crociati si recano in Terra Santa, senza liberare la città dai Mori) e il Vangelo secondo Gesù Cristo (1991, la vita del figlio di Dio è narrata in chiave storica, razionale e dissacratoria). Ricordiamo ancora il Premio Pulitzer Michael Chabon con Il sindacato dei Poliziotti Yiddish (2007), opera nella quale al popolo eletto è assegnata una diversa Terra Promessa; il papà di Lolita, Vladimir Nabokov, con Ada O Ardore, che ci mostra un mondo a dir poco Steampunk; Haruiki Murakami, il quale con 1Q84 ci ha mostrato degli anni Ottanta alternativi e tantissimi altri ancora. Un prolifico autore che si è dedicato quasi solo all'Ucronia è Harry Turtledove, professore di storia bizantina che, con i suoi cicli di Videssos, Invasione e Colonizzazione ha unito magistralmente Ucronia con Fantasy e Fantascienza. Probabilmente, il periodo più inflazionato dagli autori Ucronici moderni è la Seconda Guerra Mondiale. Ad esempio, la vittoria di Hitler è al centro degli eventi in Fatherland opera prima di Robert Harris.

Però, l’Ucronia moderna non è appannaggio esclusivo del mondo anglosassone o della letteratura estera in generale visto che, anche nel nostro paese, abbiamo un nocciolo duro di autori che hanno regalato al pubblico visioni di storia mai avvenuta. Nel 1993, nel suo Garibaldi a Gettysburg, Pierfrancesco Prosperi immagina che l’eroe dei due mondi accetti la chiamata dell’esercito Unionista durante la guerra civile americana. Gli esiti di tale scelta cambieranno la storia conosciuta in maniera imprevedibile. I Biplani di D’annunzio (1995) di Luca Masali ci racconta della grande guerra che, protraendosi fino al 1921, avrà un collegamento a filo doppio con i conflitti in Jugoslavia degli anni Novanta. E non poteva sfuggire all'analisi ucronica il più controverso periodo della nostra storia, il Fascismo. A tal proposito, ricordiamo due trilogie, diversissime tra loro. La prima è quella di Mario Farneti, cominciata nel 2001 con Occidente (l’Italia non entra in guerra al fianco dei Nazisti e diventa una superpotenza che contribuisce alla sconfitta dell’Unione Sovietica, si pone a capo di una moderna riconquista, contro una lega di paesi Arabi, per poi espandersi verso le stelle. Invece, per Enrico Brizzi (l’autore del famoso romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo) è l’originale tema dello sport a farla da padrona ne L'inattesa piega degli eventi (2008). All’alba delle Olimpiadi di Roma del 1960, in un Italia fascista che ha trasformato il suo impero in una sorta di Commonwealth, un giornalista è inviato per punizione a seguire le serie di calcio dell’Africa Italiana.

La vena ucronica nostrana non è affatto esaurita e, al momento, sono in corso due interessanti cicli che, ambientati in immaginari presenti scaturiti da cambiamenti avvenuti nell’età classica, ci mostrano situazioni molto differenti: la graphic novel Space Anabasis e il romanzo Via da Sparta.

Space Anabasis 

Prossimo al quinto volume, Space Anabasis immagina un Impero Romano esteso fino ai margini del sistema solare, in una federazione, una sorta di Nazioni Unite, detta Pax Romana. La linea temporale della storia diverge dalla nostra nel 165 d.C., a pochi anni dalla nascita dei figli dell’imperatore Marco Aurelio: i gemelli Commodo e Tito Aurelio. Quest’ultimo non morirà a soli 4 anni, come accade nel nostro universo, ma sopravvivrà e attuerà un governo saggio e una serie di riforme che rafforzeranno l’Impero, conducendolo indenne fino ai giorni nostri.

La vicenda si apre nel 2770 dalla fondazione di Roma (l’attuale 2017), quando una visita diplomatica dei Titani, i colonizzatori scandinavi del satellite di Saturno, si trasforma in un colpo di stato, che conduce all’assassinio dell’Imperatore Cesare Caio Valerio Sereno e di sua moglie. Il figlio Lucio è proditoriamente salvato dal Samurai Yoshiro Sato. Altri lealisti aiuteranno Lucio come la Pretoriana Nubiana Fatima e l’Indio Marco Amazzonico e, così, comincerà una fuga che li porterà, prima, in Africa, poi, in Sudamerica e, infine, nello spazio.

Per molti versi, il gruppo di Eroi e la vicenda ricorda una versione più fantascientifica del bestseller L’Ultima Legione di Valerio Massimo Manfredi, dove l’ultimo imperatore romano, il tredicenne Romolo Augustolo, fugge dagli Unni di Odoacre.

Ai testi di Space Anabasis troviamo Francesco Vacca, piemontese d’origine ma Romano d’adozione. Francesco ha frequentato il corso sceneggiatura presso la scuola romana di Fumetto ed ha realizzato la graphic novel Pietro Manodori, ispirata alla vita del sindaco filantropo di Reggio Emilia, vissuto all’alba dell’unità d’Italia.

La caratteristica di ogni volume è che ognuno dei 4 capitoli che formano un volume è disegnato da un diverso giovane disegnatore (Arianna Consonni, Valentina Taddeo, Sara Gallo , Sara Giuntella per citarne alcuni).

La figlia del Ragno 

Da poco, invece, sugli scaffali delle librerie è apparso La figlia del Ragno, terzo ed ultimo capitolo della saga “Via da Sparta” di Carlo Menzinger, pubblicato da Porto Seguro.

Il nostro mondo diverge da quello immaginato da Menzinger a partire dalla battaglia di Leuttra. Sparta non sarà sconfitta da Tebe e sconfiggerà Atene e la sua democrazia. La potenza Spartana crescerà portando avanti i suoi valori, travolgendo inoltre il nascente Impero Romano. Dopo circa 2000 anni, Sparta estende il suo dominio su sull’Europa, America, gran parte dell’Africa e il Medio Oriente, contrapponendosi all’Impero di Nippon, un gigantesco Shogunato che, dal Giappone Feudale, è riuscito a sottomettere la Cina e gli Imperi Mongoli, dominando l’Asia e tutti i luoghi dove Sparta non è arrivata.

La variazione di alcuni particolari ha prodotto un mondo molto diverso, dove non sono presenti l’elettronica o l’informatica, il vapore è all’inizio e la scienza che la fa da padrona è la genetica

La protagonista delle vicende è Aracne, giovane schiava diciassettenne che, dopo, l’ennesima violenza, per proteggere il figlio che porta in grembo, fugge da Neapolis (la nostra Napoli, che è parte della Vitellia, ovvero l’Italia sotto il controllo spartano). Il suo sogno è raggiungere i Regni Perieci in Scandinavia, dove vivono popolazioni vassalle dell’impero spartano, ma dotate di una relativa autonomia. Il mondo immaginato conta circa 500 milioni di abitanti; i diritti per le persone sono molto pochi, quasi tutti spettanti agli Spartiati, mentre malati e anziani sono sistematicamente eliminati con il rito obbligatorio della catarsi, un suicidio di stato, scoccante al cinquantacinquesimo anno di età. Sugli Appennini, Aracne incontrerà Lucius, schiavo e storico romano e una comunità di ribelli, adoranti un certo Gesù che gli mostrerà che un mondo diverso da quello esistente può essere possibile

Carlo Menzinger (Roma 1964) vive a Firenze e divide il suo lavoro nel settore bancario con la sua prolifica attività di narratore. Cura due collettivi di autori da lui fondati: “Ucronie per il terzo millennio” e “il settimo Plenilunio”, il primo dedicato alla scrittura, il secondo all’illustrazione. Abbondante è la sua produzione, tra romanzi e racconti. In particolare, segnaliamo qui due opere ucroniche: Il Colombo divergente, dedicato al navigatore genovese e Giovanna e l’angelo, con protagonista la Pulzella d’Orleans. Lo scorso anno è stata pubblicata la sua prima biografia, Il sognatore Divergente, scritta da Massimo Acciai Baggiani, per Porto Seguro.

La vena Italica per l’Ucronia non si è esaurita e numerose sono le sorprese che si profilano all’orizzonte.