Il disco News of the World (1977) non ha contenuti fantascientifici ma lo ricordiamo per la celebre copertina disegnata da Frank Kelly Freas (un robot che tiene nella mano destra i componenti della band morti), rielaborazione di una copertina da lui stesso disegnata per un numero di Astounding Science Fiction.

Nel 1980 i Queen compongono la colonna sonora del film Flash Gordon (diretto da Mike Hodges). I brani, perlopiù strumentali, sono tutti a tema fantascientifico.

I Jefferson Starship sono legati alla fantascienza già dal nome. Fondati da Paul Kantner dopo lo scioglimento dei Jefferson Airplane (una delle band più rappresentative del rock americano degli anni Sessanta), pubblicano il loro primo disco nel 1970 con il nome di "Paul Kantner & Jefferson Starship". Si intitola Blows Against the Empire ed è un'opera rock che, attraverso le tematiche della fantascienza, crea un'allegoria della situazione socio-politica dell'epoca. È l'atto conclusivo del flower power e degli hippie, che si mettono in viaggio a bordo di un'astronave per cercare un pianeta su cui rinnovare gli ideali di pace e amore e creare un'alternativa al capitalismo della Terra. Il viaggio si conclude con la lunga Starship in cui la spedizione raggiunge finalmente il pianeta e lo colonizza portando i propri ideali. L'ispirazione per il tema dell'album deriva da I figli di Matusalemme (Methuselah's Children, 1958) di Robert Heinlein. L'impatto di questo disco è così rilevante che riceve la nomination per il Premio Hugo nella categoria Best Dramatic Presentation: è il primo album rock ad avere quest'onore.

Dopo alcuni album solisti di Kantner, i Jefferson Starship tornano sulla scena nel 1974 con Dragon Fly. Il disco, che ha una copertina a tema fantascientifico, si conclude con la lunga ballata Hyperdrive, in cui il viaggio nell'iperspazio è una metafora dei cambiamenti e delle sfide a cui la vita chiama.

Tracce di fantascienza anche in alcuni brani dei dischi successivi: I Want To See Another World, contenuto in Red Octopus (1975); The Awakening, in Freedom at Point Zero (1979); Alien, in Modern Times (1981).

Gli Alan Parsons Project, duo costituito da Alan Parsons (già ingegnere del suono per i Beatles e i Pink Floyd) ed Eric Woolfson, hanno pubblicato svariati dischi (talvolta nella forma del concept album), alcuni dei quali a tema fantascientifico. Dal punto di vista musicale siamo tra le ultime propaggini del rock progressivo, la musica elettronica e il pop che caratterizzerà gli anni ottanta.

Il secondo disco, del 1977, si intitola I Robot ed è un chiaro omaggio a Isaac Asimov, sebbene lo scrittore (contattato dal duo) non abbia potuto concedere il pieno utilizzo della raccolta di racconti per motivi di copyright. Nelle note di copertina leggiamo: "I Robot è la storia dell'ascesa delle macchine e del declino dell'uomo […] È anche l'avvertimento che il suo breve dominio su questo pianeta sta probabilmente per finire, perché l'uomo ha cercato di creare il robot a sua immagine e somiglianza". Dopo la lunga title track strumentale, si arriva a I Wouldn't Want To Be Like You che, dietro la patina funky, cela un testo profondo con la ribellione delle macchine al volere umano. Some Other Time racconta il rimpianto dei tempi passati e il timore per il futuro, in cui l'uomo sta per essere dominato dalle macchine, paura che si concretizza in The Voice. In Day After Day (The Show Must Go On), l'ultimo brano cantato dell'album, l'umanità, piombata in un abisso, rimpiange la vita felice e libera di un tempo.

Ancora fantascienza in Eye in the Sky, disco del 1982. L'ispirazione all'omonimo romanzo di Philip K. Dick è solo nel titolo: il disco, ma più in particolare la canzone omonima (la più famosa nella storia del gruppo), accenna vagamente a un futuro distopico "orwelliano" caratterizzato da un'umanità controllata in ogni momento della propria vita. Di questo album va ricordata anche Mammagamma, il primo esempio di musica suonata interamente da un computer.