Il contatto tra Ziggy e gli alieni si stabilisce nel corso di una trasmissione radiofonica raccontata in Starman, una delle canzoni più rappresentative del disco e dell'intera produzione discografica dell'artista britannico. La storia di Ziggy si sviluppa attraverso altri brani altrettanto noti, come Moonage Daydream, Ziggy Stardust e Suffragette City, fino al teatrale finale di Rock 'n' Roll Suicide. Bowie incarna il personaggio di Ziggy anche sul palco, con travestimenti al limite del kitsch.

L'ottavo album, Diamond Dogs (1974), è ancora “infarcito” di fantascienza: fin dalla copertina, che presenta Bowie come un essere mutante, in parte uomo, in parte cane. L'ispirazione deriva da Ragazzi selvaggi di William Burroughs e da 1984 di George Orwell (una delle canzoni del disco si intitola proprio 1984): i “diamond dogs” sono gli unici superstiti di una catastrofe atomica in un mondo degradato e fatiscente, soggiogato dal Grande Fratello. Nonostante le premesse interessanti, il disco risulta meno riuscito dei precedenti. Il tour di supporto dell'album si basa su una scenografia post-apocalittica, tra grattacieli in rovina e navi spaziali.

I temi fantascientifici riaffiorano prepotentemente nella canzone Ashes to Ashes, primo singolo estratto dall'album Scary Monsters (and Super Creeps) del 1980. Il Maggiore Tom torna a vivere: ora è un uomo alienato e depresso. A rendere ancora più famosa la canzone contribuisce il videoclip, in cui Bowie si mostra vestito da Pierrot e da astronauta.

Negli anni immediatamente seguenti registriamo una sola incursione nella fantascienza con il brano When the Wind Blows (1986), inserito nella colonna sonora dell'omonimo film d'animazione che racconta le tragiche conseguenze di un fallout radioattivo su un'anziana coppia londinese dopo l'attacco nucleare dell'Unione Sovietica alla Gran Bretagna.

Anche Elton John si è cimentato alcune volte con la fantascienza, grazie al paroliere "di fiducia" Bernie Taupin. L'incursione più nota è quella che ha dato vita a una delle canzoni simbolo della storia del rock: Rocket Man. Pubblicata nel 1972 e ispirata all'omonimo racconto di Ray Bradbury, racconta dei preparativi di un astronauta per un viaggio verso Marte.

I've Seen the Saucers è un brano del 1974 (incluso nell'album Caribou) nel cui testo si parla di un uomo che racconta di avere visto dei dischi volanti e di essere entrato in contatto con gli alieni.

Dan Dare (Pilot of the Future) è contenuta nel disco Rock of the Westies (1975) ed è ispirata dalla passione di Taupin per l'omonimo personaggio fantascientifico dei fumetti (tra l'altro già citato in Astronomy Domine dei Pink Floyd).

Brian May, il chitarrista dei Queen, è laureato con lode in Fisica e nel 2007 ha conseguito il dottorato di ricerca in Astrofisica con una tesi dal titolo A Survey of Radial Velocities in the Zodiacal Dust Cloud. Vista la sua passione, da lui sarebbe stato lecito aspettarsi la composizione di un bel po' di canzoni di argomento spaziale. In realtà i Queen non hanno avuto molti incontri la fantascienza, quei pochi vanno sicuramente ricordati.

Il disco A Night at the Opera del 1975 (forse il più famoso dei Queen, quello che annovera Bohemian Rhapsody, You're My Best Friend e Love of My Life) contiene anche '39, una canzone ambientata presumibilmente nel 2039 e che tratta il tema della dilatazione temporale, conseguenza degli effetti della Teoria della Relatività Ristretta elaborata da Einstein. Un gruppo di astronauti affronta un viaggio a una velocità prossima a quella della luce: dal loro punto di vista il viaggio dura un anno, ma quando fanno ritorno sulla Terra per annunciare la scoperta di un nuovo pianeta si rendono conto che tutti i loro cari sono morti o molto invecchiati. Il brano è stato ovviamente composto da Brian May che, nella versione in studio, è anche la voce solista.