Fan dichiarato di Star Trek (si è anche fatto fotografare accanto a Leonard Nimoy), Jimi Hendrix si ispira alla fantascienza anche nel secondo album Axis: Bold As Love, pubblicato alla fine del 1967. Il disco si apre con EXP, un dialogo tra un presentatore radiofonico e uno studioso chiamato a esprimere il proprio parere su “le assurdità riguardo astronavi e gente dello spazio”. Lo studioso si rivela un alieno con sembianze umane.

Segue Up from the Skies, racconto in musica in cui sono narrate le vicende di un alieno preoccupato per le condizioni in cui ha trovato la Terra rispetto all’ultima volta in cui aveva visitato il pianeta; a causarne la rovina sono stati gli esseri umani.

Their Satanic Majesties Request, l’album pubblicato alla fine del 1967, è considerato la risposta dei Rolling Stones a Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Il lavoro psichedelico degli Stones è certamente meno riuscito e fortunato, tuttavia alcune delle canzoni sono state rivalutate negli anni. Una di queste è una felice incursione nella fantascienza: 2000 Light Years from Home. La canzone descrive un viaggio nelle profondità dello spazio, con il protagonista che si allontana progressivamente dal pianeta natio fino a raggiungere i duemila anni luce da casa.

Negli anni successivi altri artisti saranno portavoce dello space rock: di questi parleremo diffusamente in altri articoli (i Rush, i Gong, gli Hawkwind, i Blue Öyster Cult, i Tangerine Dream, i Magma) o in altre sezioni di quest'articolo (i Jefferson Starship).

Il pop e il rock "mainstream" di ispirazione fantascientifica: da Space Oddity agli anni '80

David Bowie è stato, nella sua poliedricità, l'artista che più di tutti è riuscito a trasferire la fantascienza nella cultura pop, attraverso i dischi, i concerti, il cinema, i videoclip.

La già citata Space Oddity racconta la sfortunata avventura del Maggiore Tom che, a causa di un'errata manovra o di un'anomalia del calcolatore, si ritrova a fluttuare senza speranza intorno alla sua navicella spaziale. L’idea di comporre una canzone ambientata nello spazio viene a Bowie dopo la visione di 2001: Odissea nello spazio. L’omaggio al film è nel titolo del brano e nella parte finale, che riprende uno dei temi della colonna sonora composta da Ligeti. La canzone di Bowie si rivela la colonna sonora ideale di un periodo in cui la conquista dello spazio sta raggiungendo il culmine. Nonostante il tragico finale non sia propriamente beneaugurante per gli astronauti che si cimentano nella conquista della Luna, Space Oddity viene utilizzato da molte emittenti radiofoniche come tema musicale nei servizi dedicati al primo allunaggio.

Il legame con la fantascienza resta saldo anche nel disco successivo, pubblicato nel 1970. Il titolo provvisorio, accantonato poche settimane prima della pubblicazione, era Metrobolist, in omaggio al film Metropolis di Fritz Lang. Il titolo definitivo (The Man Who Sold the World) riprende quello del romanzo breve The Man Who Sold the Moon di Heinlein. La title track sembra ispirata al racconto di Ray Bradbury Night Meeting (Incontro di notte, da Cronache marziane), in cui terrestre e un marziano si incrociano nei deserti di Marte, ognuno convinto che l'altro provenga da un lontano passato.

Il quinto disco in studio, pubblicato nel 1972, consacra David Bowie come rockstar di livello mondiale. È un concept album basato su una storia di fantascienza ideata dallo stesso Bowie. The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars racconta, con alcune delle canzoni più celebri della storia del rock, le vicende di un ragazzo (alter ego di Bowie) che tramite la propria radio entra in contatto con gli alieni e, attraverso i loro messaggi rivelatori, diventa una rockstar e assurge a un ruolo messianico sulla Terra.