Pop, rock e fantascienza negli anni '90

Negli anni novanta la corsa allo spazio e il sogno di un'umanità che colonizza altri pianeti a bordo di potenti astronavi si sono affievoliti; le visioni fantascientifiche sono rivolte perlopiù a un futuro che si preannuncia incerto e angosciante, con una tecnologia sempre più pronta a prendere il sopravvento sull'Uomo. Anche la musica rock d'ispirazione fantascientifica riflette queste visioni: è per questo motivo che i dischi principali di questo decennio sono caratterizzati dalle immagini di futuri distopici.

In tal senso, il capolavoro assoluto è probabilmente OK Computer, il terzo disco dei Radiohead (1997). Anche se non possiamo definirlo un concept album, è di sicuro un disco intriso di fantascienza già dal titolo. Non è tuttavia il tipo di fantascienza che il titolo sembra promettere. "OK Computer" è una citazione dalla Guida galattica per gli autostoppisti, il libro di Douglas Adams pietra miliare di quella che, con un pizzico di semplificazione, possiamo definire "fantascienza umoristica". "OK Computer" è la frase che Zaphod Beeblebrox, personaggio con due teste e tre braccia, ripete più volte nel corso del libro. Un album di fantascienza umoristica dunque? L'esatto contrario. Sì, perché da quella frase e del contesto in cui viene pronunciata, Thom Yorke e soci non estrapolano l'aspetto ilare ma quello frustrante di un'umanità alienata, ossessionata dalle macchine e dalla dipendenza da queste. Siamo insomma molto più vicini a 1984 di Orwell che all'opera di Adams.

Questo non toglie che il riferimento alla Guida Galattica possa essere presente in più punti nel disco. In Airbag, ad esempio, la canzone d'apertura. Da un lato è chiara l'atavica paura di Thom Yorke per le automobili, ricordo di un incidente di gioventù, dall'altra un riferimento alle vicende della Guida Galattica ("In an interstellar burst / I'm back to save the universe").

In Paranoid Android, primo singolo estratto dall'album e una delle canzoni più note della discografia della band, il richiamo ad Adams è esplicito. Marvin l'androide paranoico (che, a dirla tutta, è più depresso che paranoico) è uno dei personaggi principali della Guida Galattica. Più complicato dare un significato alla canzone che, nei suoi quasi sette minuti, appare come un'opera tanto geniale quanto complessa a causa dei continui cambi di ritmo tipici di composizioni che rimandano al progressive rock, ma anche alla beatlesiana Happiness Is a Warm Gun. L'unica attinenza tra il videoclip (censurato da MTV) e la canzone è nel senso di straniamento che riescono a trasmettere.

Subterranean Homesick Alien è un omaggio a Bob Dylan e al suo Subterranean Homesick Blues ma è soprattutto un'amara riflessione sulla realtà: il protagonista della canzone spera di trovarsi su un'astronave con gli alieni che possano mostrargli il mondo non come è, ma come vorrebbe che fosse. Anche qui potremmo trovare un riferimento alla Guida Galattica. Voluto o no, forse non lo sapremo mai ("I’d show them the stars / and the meaning of life").

Exit Music (For a Film) è un brano splendido che non ha riferimenti espliciti alla fantascienza. Però ben si adatta alla fantascienza, visto che è finito nella colonna sonora di ben due serie TV fs: lo ritroviamo in Shut Up and Dance, terzo episodio della terza serie di Black Mirror e, in versione orchestrale, nell'episodio finale della prima stagione di Westworld.