Se si tratti di una buona o cattiva notizia sta a voi deciderlo, resta il fatto che Blade Runner 2 è ora diventato una realtà concreta.
Ci ha pensato la casa di produzione Alcon Entertainment, con un comunicato ufficiale che svela alcuni dettagli fondamentali:
"Harrison Ford riprenderà il suo celebrato ruolo di Rick Deckard nel sequel di Blade Runner e il regista candidato all'oscar Denis Villeneuve (Prisoners, Incendies) è in trattative per dirigerlo.
Le riprese inizieranno nell'estate del 2016 e la sceneggiatura è opera di Hampton Fancher (sceneggiatore del film originale) e Michael Green (Green Lantern, le serie tv Gotham e Heroes), basata su un'idea originale di Fancher e Ridley Scott.
La storia sarà ambientata svariati decenni dopo la fine del primo capitolo."
I due produttori della Alcon, Andrew Kosove e Broderick Johnson hanno poi aggiunto: "Siamo onorati del fatto che Harrison si sia unito al nostro viaggio con Denis Villeneuve, del cui talento singolare siamo stati testimoni sul set di Prisoners. Hampton, Green e Ridley Scott hanno creato un potente, fedele e unico sequel di uno dei film più celebrati di tutti i tempi e non potremmo essere più entusiasti di questo straordinario e creativo team."
Con un inizio delle riprese fissato nel 2016 è facile immaginare un'uscita verso la fine del 2017, anche se ancora non è stata indicata una data effettiva.
Voi cosa ne pensate, Blade Runner merita un sequel o, come è facile immaginare, tutta una nuova saga cinematografica?
9 commenti
Aggiungi un commentoStraquoto.
Concordo !!! è proprio il dubbio sulla natura di Deckard l'elemento su cui si impernia l'opera, quel senso di dubbio diventa la chiave per reinterpretare tutto il film e comprendere il pensiero di Philip K. Dick.
Io ho sempre pensato che fu un errore non intitolare il film Do Androids Dream of Electric Sheep? che meglio rappresentava l'opera pensa rivelare la natura di Deckard.
Comunque alla fine se decidono di rivelare la natura del personaggio, un errore per me, il danno minore sarebbe scoprire che non è umano.....
Ma sarà un sequel della versione originale o del director's cut?
" è proprio il dubbio sulla natura di Deckard l'elemento su cui si impernia l'opera, quel senso di dubbio diventa la chiave per reinterpretare tutto il film"
Non sono affatto d'accordo. Le versioni Director' s cut e Final cut non mi hanno mai convinto, è per questo che ho sempre preferito quella cinematografica del 1982. A parte il fatto che la voce narrante fuori campo non stonava affatto, ma anzi era funzionale a conferire più spessore agli eventi, come si può suggerire che Deckard stesso sia un replicante? Non tanto per le difficoltà logiche (allora perché non ha i loro stessi poteri?) ma perché il nocciolo e la potenza poetica del film sta tutto nel rapporto fra l'uomo e il diverso: uno scontro mortale con il disperato androide, impersonato in modo eccellente da Rutger Hauer, e l'amore con la dolce Rachel di cui Deckard aveva distrutto l'autoillusione di essere umana. Se invece quest'ultimo diviene lui stesso un replicante, come nella versione Director's cut, il film risulta solo più cerebrale e la tematica si sposta per intero, e in maniera ridondante, sulla questione dell'identità personale, già approfondita splendidamente appunto nel caso di Rachel. Insomma: è solo un colpo di scena, una trovata di puro effetto che nuoce all'opera nel suo insieme.
Ottima analisi Fabio, io sono d'accordo con te.
Tra l'altro il dubbio su Deckard è qualcosa di prettamente Dickiano, una girandola di paranoia inarrestabile, di cui angoscia, straniamento e sbagliata percezione della realtà si infittiscono.
Il film discostandosi in maniera significativa dal libro è riuscito ad imporso come icona su più fronti, estetico e umano in primis (tra cui il famoso monologo improvvisato da Rutger Hauer). Cercare di "raddrizzare" il tiro a posteriori ovviamente rischia solo di imbastardire due nature diverse, non necessariamete in armonia.
Da qui uno potrebbe pensare al seguito o come evoluzione dei temi originali (ambientazione urbana dalla fotografia precisa, confronto umano/replicante, investigazione, la potenza della volontà di esistere) o la suspence dovuta al vortice Dickiano del dubbio.
Ma di legami con il seguito letterario scritto da Jeter non c'è traccia?
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