smettila di chiamarmi Siri...
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I serial TV sono affetti (come ogni forma di Entertainment) dal virus chiamato “moda”, ormai noi appassionati lo sappiamo bene. Succede sempre così: per un periodo di tempo dobbiamo sorbirci drammi familiari a go-go o serie ambientate in ogni tipo di pronto soccorso e reparto ospedaliero poi qualcuno riesce a far passare una nuova idea (tipo: una serie sulla polizia scientifica) e da allora in poi per almeno cinque anni non vedremo altro che Procedural. Ovviamente stiamo parlando dei grossi network USA (NBC, ABC, FOX per citarne solo alcuni) perché, lo sappiamo bene, altre emittenti via cavo possono permettersi operazioni “strane” che negli anni (magari) daranno la stura ad una nuova ondata di moda.Le mode sussistono anche nell'ambito del genere, come ad esempio nella fantascienza.

E arriviamo al punto. La moda di questa stagione è: “cyberumano”.

Di Revolution e dei suoi nanobots che prima hanno indotto un cambiamento epocale sul pianeta Terra ed ora lo faranno con i suoi abitanti abbiamo già detto, e in giro troviamo anche Intelligence ovvero la storia di un agente segreto che acquisisce abilità superiori scaricandosi nel cervello un  programma (no, il protagonista non si chiama Chuck), ma c'è di più.

L'onda lunga arriva dalla Svezia, dove nel 2012 è partita Akta Manniskor (Real Humans) una serie incentrata sulla convivenza tra umani e androidi altamente perfezionati.Che quest'onda venga anche da Robbie delPianeta Proibito e passi per diversi altri film nessuno lo discute (e basta dare un occhiata al precedente numero di Delos per farsene un idea) ma, lo ripetiamo, stiamo parlando di serial televisivi.

L'altra radice (indubitabile, e pluricitata anche negli stessi episodi della serie di cui parleremo) è Blade Runner. Il titolo della serie in questione è: Almost Human. La produce la Fox e secondo uno dei siti più cool del momento (metacritic) si aggiudica una discreta media del 61% di critiche positive (c'è di peggio ma anche di meglio).

Ambientazione: 2048, in una metropoli degli USA. Il crimine ha imparato ad utilizzare ogni sfumatura della tecnologia per raggiungere un aumento dei guadagni illeciti e impedire alla polizia di svolgere i propri compiti con efficacia. Soprattutto è l'incolumità dei poliziotti ad essere messa a grave rischio e per questo agli agenti di polizia umani vengono affiancati dei robot che stiano in prima fila e possano aiutare i partner biologici con tutta la tecnologia e la resistenza che un androide di ultima generazione può garantire.

Sì, comprendiamo che è come avere Robocop ma diviso in due persone.

Su queste premesse incontriamo il detective Kennex che dopo essere sfuggito per un pelo ad un imboscata nella quale ha portato a morire diversi colleghi quando viene richiamato in servizio deve fare i conti non solo con un arto (gamba destra) cibernetico ma anche con un nuovo compagno robotico.Si troverà accanto uno dei modelli MX, il classico androide stolido, logico e con le capacità di interazioni sociali di una lavastoviglie.

Ovviamente Kennex ci metterà pochissimo a fare in modo di avere un nuovo partner.E stavolta l'androide sarà un recupero, esattamente come lui. Grazie al nerd di tutti i nerd che se ne sta a smanettare nella sua abitazione/laboratorio per conto della polizia (no, non si chiama JF Sebastian) Kennex si troverà a risvegliare Dorian (vero nome DRN 0167, grazie Isaac Asimov!) un robot che (oltre che essere di colore sennò il politically correct dove lo mettiamo?) fa parte di una produzione dotata di “syntethic soul” ovvero quel tipo di processore/programma che al buon vecchio Data sarebbe tanto piaciuto.