E qui scatta il Buddy. Infatti il cardine della serie è questo: il rapporto tra uno sbirro duro, cinico, traumatizzato che si sente ormai “quasi umano” a causa del suo arto cibernetico e che si sottopone a trattamenti di ripescaggio mnemonico per capire chi, dove e quando l'abbia tradito conducendo la sua intera squadra a un mortale agguato, e il suo compagno Dorian, più o meno inconsapevole del fatto che i suoi compagni di serie sono stati dismessi perché difettosi e soprattutto fautore di un nuovo tipo di rapporto che da Sintetico lo porti ad essere considerato Umano.Le premesse non hanno nulla di originale (e a seconda che lo amiate o meno la presenza dell'inevitabile JJ Abrams e della sua Bad Robot tra i produttori potrebbero scoraggiarvi ulteriormente) ma nello sviluppo della serie (che conta solo 13 episodi ed è estremamente in bilico rispetto ad un rinnovo per la prossima stagione) quello che a nostro giudizio la rende un intrattenimento gradevole è l'inserimento degli elementi fantascientifici nel duello crimine/polizia con estrema naturalezza (un po' come succedeva nei racconti della serie dei Robot di Asimov per i guasti e gli inconvenienti) e senza grossi spiegazioni nonché (last but not least) i dialoghi tra Dorian e Kennex che strappano più di un sorriso divertito.La chiave di volta della serie è proprio il suo titolo Almost Human, perché episodio dopo episodio, attraverso, ad esempio, gli incontri con “sexbots” dalla calda pelle umana, trapiantati con  organi cibernetici “a termine”, sistemi di sicurezza domestica che danno fuori di matto, ricordi finti o veri sia di Kennek che di Dorian e la scoperta anche di una “varianza” di esseri umani programmati “perfetti” prima della nascita (i Chrome) è la definizione stessa di umano che viene messa lentamente in discussione. La serie è costituita da episodi a trama singola anche se progressivamente come storyline orizzontale vengono introdotti elementi che potrebbero portare alla soluzione del dramma personale e delle vendetta di Kennex e ad una approfondita conoscenza del passato precibernetico di Dorian.Il ritmo dell'azione è ben girato, gli effetti speciali sono discreti ed anche gli attori sono convincenti (permettetemi di dire che Karl Urban, qui nel ruolo del detective Kennex mi è sembrato molto più a suo agio che nei panni di McCoy in Star Trek Into Darkness) tanto da meritare una possibilità.L'ambientazione è debitrice a Blade Runner e non ne fa mistero, e l'intero impianto narrativo (perché no) potrebbe piacere ai fan di Nathan Never (che della “citazioni & ispirazioni” di qualsiasi genere, trama, personaggio ha fatto una bandiera).Se dovesse verificarsi la chiusura della serie di sicuro andrebbe imputata non solo al Virus Fox che così spesso porta il canale a chiudere serie appena partite ma anche al giudizio di “discreto” che sembra aleggiare come pericolosa ombra su tutto.Insomma, alla fin fine, anche se dovesse rimanere uno dei tanti serial precocemente abortiti della Fox (un pensiero sentito a Firefly e Dollhouse) penso che non vi arrabbierete troppo per aver impegnato una dozzina di ore a concedervi un tuffo in un 2048 Quasi Umano.