Ambientato in un presente tecnologico in cui sembra che le risorse belliche siano di facile accesso, la trama di Hurricane Polimar se da un lato ricalca uno schema narrativo abbastanza fisso che caratterizza le puntate, da un altro presenta situazioni ironiche,

divertenti e anche leggermente erotiche, grazie alla presenza della bella e ammiccante Teru. Situazioni volutamente paradossali che non fanno mai cadere la trama in empasse noiose, scontate e già viste. Solo quando compare Hurricane Polimar e ingaggia battaglia usando il suo potente potere dell’uragano per sconfiggere la banda di ceffi di turno l’atmosfera si fa improvvisamente seria e carica di tensione, in netto contrasto con le situazioni al limite del comico e della commedia viste in precedenza. Fra i vari criminali che Hurricane Polimar deve affrontare troviamo la temibile banda dei Ragni che vuole impossessarsi di tutto l'uranio del mondo per costruire una potentissima bomba atomica e i ladri Talpa, specializzati nel furto di gioielli rari e preziosi all'interno di templi antichissimi. In un episodio, la banda dei Dobberman, progetta un attentato contro il direttore del Interpol, Onitora Onikawara, padre di Takeshi, ma anche questa volta l'intervento di Hurricane Polimar sarà determinante e risolutore. Particolari problemi incontrerà invece nell'affrontare la banda dei Gatti, che grazie agli ultimi ritrovati della scienza, sottratti ai più grandi scienziati del mondo, trama per dominare l'intero pianeta con la costruzione di armi micidiali. Qui, Hurricane Polimar dovrà far ricorso a tutte le sue più potenti trasformazioni per contrastare l'organizzazione criminale. Molto simile alla banda dei Gatti è anche la banda dell'Uomo Uccello Torimeka, che sequestra i migliori scienziati, per costruire una razza superintelligente. In un altro episodio, troviamo Polimar alle prese con la banda della Piovra Elettrica, alla ricerca della mappa di un antico tesoro indù, custodita all'interno dei dodici vasi Shibugaki. A volte l'ingenuità dell'ispettore Joe Kuruma è pari alla sua presunzione, come nel caso in cui viene usato come pedina dagli Uomini Farfalla che si vogliono vendicare di un loro traditore.Rispetto a Kyashan, Polimar rappresenta un altro scalino nell’evoluzione del concetto di esercito di un solo uomo. Stavolta il protagonista principale non ha dovuto sacrificare la propria umanità bensì la propria vita sociale per mantenere il proprio segreto e il proprio status quo di superuomo e di fuggitivo. Sino a qui niente di diverso da quanto accade nei comics americani in cui la doppia identità è un tormentone sin dall’origine dei supereroi negli anni Trenta. In realtà, nella cultura giapponese degli anni Settanta, l’andare via di casa rappresenta un’azione disdicevole per gli equilibri sociali.

Con Takeshi/Polimar, anche se affrontato con temi più leggeri, torna il dualismo irrisolto tra padre e figlio. Takeshi non condivide i metodi del padre e il loro rapporto si incrina, ma come Polimar potrà sempre vegliare sul genitore e proteggerlo, anche se questo comporterà levare dai pasticci costantemente Joe Kuruma e la bella Teru che ignora completamente Takeshi mentre non ha occhi che per Polimar sino ad arrivare a pensare che sia lei il motivo principale delle apparizioni del superuomo. Ma al di là dei risvolti soapoperistici della serie, Polimar è davvero il prototipo di un supersoldato moderno. Il polimet, il casco che trasforma Takeshi in Polimar, dietro all’aspetto di un semplice casco da moto, cela in realtà un sofisticato calcolatore che produce e rilascia il polimero indistruttibile di cui si riveste il nostro eroe nella sua trasformazione. Il polimero poi è in grado di dare al suo ospite superforza, supervelocità e invulnerabilità alle pallottole. Come per Superman, l’ultimo Kryptoniano, le pallottole rimbalzano su Polimar e quando sembrano averlo ferito, con un effetto scenico ad alto impatto di spettacolarizzazione, le pallottole vengono espulse dalla pelle ricoperta dal potente polimero. Indubbia la progettazione a scopi militari da parte del suo creatore di questa tecnologia che non solo rende Polimar per 45 minuti un supersoldato, ma gli permette anche, grazie a dei comandi vocali impartiti al casco di trasformarsi in diversi mezzi: un minijet (Polimar Sparviero), un minisommergibile (Polimar Missile), una trivella (Polimar Punte Rotanti), un piccolo bulldozer (Polimar Carro). L’idea dei comandi vocali è chiaramente ripresa dal sistema di arma visto in funzione nei robottoni nagaiani da Mazinga Z in poi. Polimar può combattere in qualunque situazione, ma i mezzi in cui si trasforma non sono dotati di armi essendo esse stesse armi da lanciare contro il nemico. Oltre il tempo limitato a sua disposizione, Polimar manifesta altri limiti di tenuta alle basse temperature (-50° circa) raggiunte le quali il polimero perde le proprie capacità e diventa fragile. Il polimero, infatti, è ignifugo, ma non difende dal freddo.