Ignorato dalla critica in vita, considerato come uno dei talenti più originali e visionari della Letteratura americana contemporanea, Philip K. Dick ha saputo, come pochi altri autori, raccontare le inquietudini del ventesimo secolo e di un’America che è passata dall’etica visione kennediana, con il mito della Nuova Frontiera, alla bruciante realtà incarnata dallo scandalo del Watergate che ha travolto il presidente Richard Nixon.

Buona parte dei suoi romanzi tenta di dare una risposta a due domande: che cosa è la realtà? e che cosa è umano? 

Attraverso la sua narrativa, intrisa di speculazione religiosa e filosofica, Dick ha cercato di scompaginare la realtà che lo circondava, destabilizzando il suo e il nostro orizzonte percettivo.

A trent’anni dalla sua scomparsa la sua narrativa è ancora viva e palpitante.

Prendiamo il suo romanzo d’esordio, The Solar Lottery, scritto nel 1955, quando non aveva ancora trent'anni.

In quest’opera, Dick immagina che i quiz televisivi e le lotterie si siano evolute a tal punto che la stessa guida del mondo è decisa tramite una sorta di lotteria. Verrick è il Quizmaster, l'uomo che è riuscito a mantenersi al comando più a lungo di ogni altro, ma la fortuna sembra avergli voltato le spalle quando l'urna riserva al mondo la più inattesa delle sorprese: l'elezione di Leon Cartwright, un uomo del quale si sa poco o niente, che viaggia su una macchina antiquata, e usa una rivoltella a pallottole più antiquata ancora della sua macchina.

Quando Ted Bentley, un tecnico di ricerca che ha appena perduto il lavoro, firma un contratto con Verrick, non immagina di essere destinato ad avere un ruolo fondamentale nel complotto ordito per assassinare Cartwright, in modo che Verrick possa riprendere il controllo di un universo che si rivelerà molto meno imprevedibile di quanto non appaia. Ai Quizmaster deposti, infatti, è data la possibilità, in modo legale, di fare assassinare il nuovo leader. Eppure sarà proprio Cartwright, nonostante la sua età e la sua grande paura, a lanciare un micidiale colpo contro l'irriducibile Verrick che non si rassegna alla sconfitta, e quel che più conta, a permettere ad un’astronave di un gruppo di pellegrini di raggiungere il leggendario decimo pianeta del sistema solare.

Accostato dai critici alla social science fiction, questo romanzo di Dick – conosciuto anche come Il disco di fiamma -, pur risentendo anche degli stereotipi di certa fantascienza classica, è una lucida riflessione sul potere e la democrazia. Con ciò lo scrittore americano riconosce implicitamente alla fantascienza di essere anche un genere politico, che può trattare di temi quali il valore della libertà individuale e collettiva, il potere politico, il dominio incontrastato delle multinazionali economiche.

Una lezione che a trent’anni dalla morte dello scrittore è attuale e che proietta Dick nell’olimpo degli scrittori postmoderni.