Le imprese di Buck Rogers saranno però limitate al nostro pianeta solo per un periodo relativamente breve, spostandosi, negli anni, verso i profondi abissi dello spazio dove sarà chiamato ad affrontare terribili razze aliene, arrivando ad esplorare i più profondi recessi della galassia. In queste imprese, oltre alla fidanzata Wilma, altri personaggi cominceranno ad affiancarlo come il caratteristico Dr. Elias Huer, classico genio scientifico della sua epoca, il fratello di Wilma, Buddy, creato in un primo momento per le strisce domenicali del fumetto e la fidanzata di Buddy, Alura; non sono da dimenticare nemmeno gli “eterni” nemici del nostro come l’imperatore mongolo Killer Kane, la sua compagna Ardala Valmar e Black Barney, un pirata spaziale che diventerà prima alleato e poi il migliore amico di Buck.

È difficile, in effetti, dare in modo sintetico un resoconto esauriente della storia dei fumetti di Buck Rogers, sia perché si sviluppa in quasi 40 anni di pubblicazioni, sia perché, già dal suo esordio, si dipana in percorsi narrativi diversi. Dal marzo del 1930 alle strisce quotidiane si affiancano infatti le strisce domenicali, seguendo però un percorso narrativo del tutto autonomo, sia per le trame sviluppate sia, in parte, nei personaggi che accompagnano Buck Rogers nelle sue avventure. In effetti Buck Rogers, in un primo momento, non apparirà nemmeno lasciando spazio al compagno Buddy Deering, il fratello di Wilma. Molti quotidiani all’epoca non ospitavano, infatti, strisce giornaliere e domenicali, ma solo una delle due: diventava quindi difficile concepire che il medesimo personaggio potesse apparire in entrambi. Crescendo la mole di lavoro, e le apparizioni di Buck Rogers, agli autori principali saranno affiancati una serie di collaboratori che piano piano lasceranno la loro impronta su quello che si potrebbe definire il primo fumetto seriale della storia. Russel Keaton diventerà il disegnatore ufficiale delle strisce domenicali, Rick Yager prenderà le redini del fumetto fino quasi agli anni ’60, senza dimenticare l’intervento di veri maestri della nona arte come il mitico George Tuska che gestirà Buck Rogers dopo un diverbio fra l’associazione di stampa ed i  creatori della striscia. Anche prima della morte di Nowlan, negli anni ’40, il punto di riferimento attorno al quale ruotava il fumetto rimaneva comunque l’inossidabile Dick Calkins che si può dire abbia letteralmente dedicato la sua vita a Buck Rogers: fino al 1947 infatti continuerà ad esserne il disegnatore principale prendendo in mano da subito anche una parte delle sceneggiature e rendendo ben manifesta, fra le caratteristiche salienti della striscia, l’impronta avventurosa che ne distingueva lo stile. 

Dopo aver sfondato sulle testate dei quotidiani, Buck Rogers ha letteralmente ed inarrestabilmente colonizzato tutti i media del ventesimo secolo. Oltre al fumetto e al racconto degli esordi si sono viste apparizioni del nostro eroe in campo radiofonico, (il primo serial fantascientifico viene presentato alla radio nel 1932), in campo cinematografico (con un esordio di ben 12 lungometraggi da presentare in serie) e più volte in campo televisivo fino ad arrivare ai famosi episodi di inizi anni ’80 che tutti ricordiamo, se non altro per il volto dell’attore Gil Gerard, ormai assurto nell’immaginario collettivo al vero aspetto di Buck Rogers. Non si può comunque definire Buck Rogers come il miglior fumetto di fantascienza mai pubblicato, né come il più grande trionfo editoriale fra le strisce di fantascienza; altri (basti pensare a Flash Gordon) lo supereranno certamente in popolarità e consenso di pubblico. Si può però, senz’ombra di dubbio, dichiararlo un fumetto rivoluzionario, che ha aperto una strada poi battuta con successo da numerosi altri autori. Innanzi tutto la modalità scelta per la  narrazione lo renderà il primo fumetto seriale in assoluto, una novità escogitata da Nowlan e Dille per legare il lettore ad una storia in divenire e per solleticarne di volta in volta la curiosità che, al giorno d’oggi, è diventata la base per tutta la produzione mainstream delle grandi case editrici americane come Marvel e DC Comics.

Invece di vignette autoconclusive lo spettatore veniva affascinato da un mondo in continuo sviluppo, da un racconto in crescita, sempre ricco di nuovi particolari ma attento a non tralasciare, gratificando la memoria del vero appassionato, gli eventi accaduti in precedenza. Ci si poteva immergere insomma, per un breve periodo, in un nuovo universo allo stesso tempo familiare ed innovativo nel quale poter dimenticare, per qualche tempo, gli affanni della vita reale. Se si aggiunge a questo il fatto che Buck Rogers si può anche considerare il primo fumetto fantascientifico della storia, si capisce come possa rappresentare ancora di più un momento di rottura e di cambiamento rispetto alle tematiche ed alle ambientazioni dell’epoca.

Non stiamo parlando di una fantascienza che poteva essere facilmente camuffata sotto altri aspetti, ma di viaggio nel tempo e space opera trattati in grande stile e ben piazzati sotto i riflettori. È il primo fumetto, infatti, nel quale lo spazio diventa luogo di esplorazione per l’uomo, il primo fumetto che porta il lettore in un mondo futuro popolato di astronavi, viaggi, battaglie spaziali e meraviglie tecnologiche, il primo fumetto a rendere giustizia  ad una letteratura fino a quel momento relegata su mezzi di comunicazione esclusivamente di nicchia.