Molti lettori di fantascienza e molti cultori di cinema fantascientifico troveranno decisamente familiare la premessa che sta alla base del secondo film dei Vendicatori, dal titolo Avengers: Age of Ultron, nonché ultima creazione per la Marvel del geniale regista Joss Whedon. Qualcuno crea una Intelligenza Artificiale e questa, come forma di sentito ringraziamento, cerca chiaramente di sterminare in modo completo la razza umana. Verrebbe da pensare ad un rifacimento in chiave fumettistica del famoso Terminator di James Cameron ma arrivato al cinema con quasi trentuno anni di ritardo rispetto al tremendo androide impersonato da Schwarzenegger. In effetti il personaggio di Ultron è approdato sui fumetti da quasi messo secolo, dal 1968 per essere precisi, non aveva nulla a che fare con Tony Stark ed all'inizio nemmeno con progetti di sterminio in grande stile, ma solo con un immenso complesso di Edipo verso il suo creatore, lo scienziato Hank Pym (ovvero il primo Ant-Man). 

Nessuna copertura di finta pelle per il povero Ultron, un robot dall'aspetto iniziale simile a quello di un aspirapolvere rovesciato su di un paio di cingoli, solo un odio in lenta crescita per il “padre”, forse per il suo scarso senso estetico, ed allo stesso tempo un amore viscerale per Janet van Dyne ovvero Wasp, al tempo amante di Pym e altro membro fondatore dei Vendicatori cartacei. Ultron imparerà sia ad accendersi senza bisogno di aiuti esterni, praticamente da subito, sia a migliorarsi autonomamente creando versioni di sé stesso sempre più evolute, a parte Cameron probabilmente Roy Thomas, lo scrittore di Avengers al tempo, a questo punto potrebbe chiedere i diritti anche a Bill Gates. Ultron, d'altra parte, è molto più efficace di Windows ed in poche versioni, esattamente 5, ha già assunto forma umana e sviluppato un particolarissimo proiettore mentale, encefaloraggio per le prime traduzioni italiane, grazie al quale potrà influenzare le menti umane, cominciando con quella di Pym a cui farà dimenticare completamente la propria esistenza prima di darsi alla macchia. 

È nato in questo modo, un po' in sordina probabilmente, uno dei più funesti avversari che mai si troveranno ad affrontare i Vendicatori. Distrutto proprio da questi per la sua ricomparsa, l'androide assassino ruberà un altro primato, questa volta ad un personaggio della stessa casa editrice. Roy Thomas infatti darà vita all'adamantio, sostanza indistruttibile portata alla ribalta dagli artigli di Wolverine, proprio per ricoprire la sesta versione di Ultron, ancora, a questo punto, in caccia del padre e dei suoi compagni e non di tutta la razza umana. Ricoperto di adamantio e più agguerrito che mai Ultron si scontrerà con i Vendicatori innumerevoli volte sempre migliorandosi e sempre ritornando da distruzioni via via più catastrofiche ricalibrando di volta in volta i suoi sentimenti di odio per espanderli alla razza umana ed in alcuni casi ad ogni essere biologico. Solo dopo lo scoccare del millennio Ultron, in questo momento alla diciottesima iterazione, incrocerà pesantemente il proprio cammino con Iron Man, al secolo Tony Stark, impadronendosi della sua armatura e rendendola sia senziente sia non troppo simpatica. Non contento, dopo essere stato battuto per l'ennesima volta, nella gestione dei Potenti Vendicatori da parte di Brian Michael Bendis, Ultron ritorna all'assalto di Stark, al tempo fuso con la tecnologia Extremis, alterandone la biologia fino a trasformarlo in una nuova versione di sé stesso con l'aspetto di una cromata Janet van Dyne.