L’autore è un seguace della nuova scuola del fumetto realistico, quella che ha avuto come capostipite il Katsushiro Otomo di Domu e Akira. I lineamenti dei suoi personaggi non assumono parvenze innaturali e spesso sono realizzati ricalcando le linee di volti noti. L’assurdo nelle opere di Urasawa trascende i contenuti senza intaccare l’ambientazione: incubi e paure prendono forma vividamente, ma stagliandosi su realistiche scene di vita quotidiana, come succede in Twenty Century Boys. In questa precedente opera, i sogni di un gruppo di bambini degli anni Settanta, prendono forma vent’anni dopo, generando una distopia mondiale (evidenti i collegamenti a Stephen King). In questo caso non è la guerra il richiamo all’attualità di Urasawa, bensì il controllo dei media, le cospirazioni e le sette, temi sentiti sia nella sua patria quanto nel resto del mondo. Pluto in Italia con l’uscita del quinto numero a cadenza bimestrale (otto previsti e pubblicati dalla Planeta Manga, la divisione della Panini Comics) ha superato il giro di boa e anche nel bel paese ha raccolto successo e ammirazione. Urasawa ci sorprende, rendendo giustizia sia ai fan di Tezuka che a quelli del fumetto realistico. Non è solo un omaggio a un incommensurabile autore del fumetto mondiale, ma un’ opera che trascina il lettore a capofitto dalla prima all’ultima pagina, invitandolo a stimolanti riflessioni.