Non avevo avuto la possibilità di elaborare un piano più accurato; non sapevo quasi nulla di programmazione e non conoscevo nessun codice di criptazione degno di questo nome. Se avessi effettuato delle ricerche il sistema le avrebbe registrate, mettendo in allarme i funzionari della Publishing.Tuttavia ero decisa a tentare. Quelli della Publishing non mi avrebbero mai lasciata andare. Non finché durava il successo di Weena Wee. E anche il giorno in cui il pubblico si fosse stancato, non avrebbero avuto nessun motivo per rompere il contratto che mi vincolava. Non potevano cancellarmi, ma potevano negarmi spazio in rete. Ridurmi a una manciatina di byte relegati in soffitta per l'eternità. La bella del bosco dormiente chiusa in una bara di cristallo. Avevo conservato le posate dopo il buffet, e durante una serie di tuffi in piscina ero riuscita ad allentare una delle griglie quanto bastava per poterla spostare al momento opportuno.Andò malissimo. Uno dei tizi che avevano fatto i cretini con me per metà serata mi si materializzò accanto non appena tolsi la griglia. Ero convinta che fosse un avatar un po' spartano, di quelli che parlavano a scatti e avevano solo due espressioni (con o senza bicchiere), invece era un firewall di sorveglianza tarato su di me. Evidentemente Angela non aveva mantenuto la parola.Non glielo rinfacciai mai: non sarebbe servito a nulla. Se aveva parlato, aveva avuto le sue buone ragioni. E comunque era molto meglio farle credere che non sospettavo di lei.In ogni caso mi resi conto che avevano già previsto da tempo quell'eventualità.Avrebbero potuto farmi causa per aver cercato di rompere il contratto. Avrebbero potuto fare quello che aveva predetto Angela, rinchiudermi nell'equivalente di uno sgabuzzino virtuale e lasciarmi lì per sempre. Ma volevano ancora Weena. Perciò niente vie legali. Avevano in serbo ben altro.Hanno isolato la zona della rete in cui risiedono i miei dati. Se ho bisogno di fare delle ricerche devo inoltrare una domanda apposita all'amministratore di sistema, il quale la sottopone all'approvazione della Publishing, fa eseguire la ricerca al posto mio e poi mi trasmette i risultati, sempre previa autorizzazione. Hanno riprogrammato il mio ambiente virtuale in maniera tale che non potessi più modificarlo. Il palazzo della bella addormentata, circondato da una siepe invalicabile di rovi che impediscono a chiunque di entrare e a me di allontanarmi. Un monito. Un memento di chi sono, e di quello che loro possono farmi. Di quello che mi hanno fatto quando ho provato a smettere di scrivere. La penultima puntata delle avventure di Weena è stata rilasciata in rete con due mesi di ritardo rispetto al previsto. Il che mi è costato parecchio in termini di incontri notturni con la siepe di spine. E da allora il sistema misura la quantità di parole che produco in una giornata, e di notte si attiva ogni volta che scendo sotto una certa soglia.Ma forse quelli della Publishing non hanno previsto tutto.

                                * * *

Cara Laura,

che fine hai fatto? Le tue porcherie sono sempre disponibili in rete, ma tu sei sparita. Non partecipi più a nessun evento. Stai finalmente cominciando a vergognarti?

Un nemico perplesso.

Le parole scintillarono sullo schermo parete. Mi voltai di scatto verso la finestra. La siepe era immobile.

Il programma di riconoscimento vocale era in stand by. Ma i firewall sono sempre attivi. Possibile che non lo avessero individuato?

Avrei potuto allertarli io. Sarebbe bastato che pronunciassi ad alta voce il comando "Allarme intrusione".

Forse era una trappola. Mi stavano mettendo alla prova. Aspettavano di verificare quale sarebbe stata la mia reazione.

L'immagine di me stessa nella bara virtuale mi si parò davanti per un attimo. Mi guardai intorno. Guardai la siepe là fuori. Questa è la mia bara virtuale, pensai. Le dimensioni non contano.

Mi avvicinai allo schermo-parete.

Con due dita sfiorai la tastiera touch screen. Ovviamente il fatto di digitare la risposta invece di pronunciarla ad alta voce non cambiava assolutamente nulla. Era solo un'illusione. Come parlare sottovoce. Come limitarmi a formulare le parole nella testa. Se volevano, potevano sentirmi.

O forse no? Se quella era solo una trappola ero finita, qualsiasi cosa facessi. Ma se l'intrusione era autentica, e loro non erano riusciti a bloccarla, forse non sarebbero riusciti nemmeno a intercettare la mia risposta.

Premetti due tasti sul touch screen.

- Sì.

La risposta arrivò subito.

- Brava. Come mai non ti mandano più in giro?

- Non si fidano più di me. Ho cercato di scappare.

- Sei ancora più idiota di quanto immaginassi. Non puoi scappare, dovresti saperlo.

- E allora cosa vuoi da me?