– Perché non volevano che gli umani si ammazzassero tra di loro – Cody si insinuò timoroso nella conversazione – …Insomma, è anche nel loro interesse. Noi siamo l’unica razza aliena che conoscono, non possono lasciare che ci annientiamo in una guerra atomica, vi pare? Negli anni passati abbiamo rischiato di brutto, e un giorno i Marziani potrebbero voler commerciare con noi.– Ma porca puttana… Ma si può sapere dove l’avete preso questo? – esclamò Smith indicando Cody, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo – Voglio dire, l’avete reclutato durante un programma di riabilitazione per ritardati? – Cody non osò replicare, mortificato.– Finiscila Blackcat – lo riprese Johnson, ma Smith lo incalzò ignorandolo – Adesso ve lo dico io come stanno veramente le cose: gli alieni controllano le nostre battaglie perché così possono controllare tutte le nostre operazioni! In questo modo non potremo mai coglierli di sorpresa.

Mallory rise: – Ma insomma, si può sapere a loro che gliene frega di controllarci? Mica siamo in guerra contro di loro! E poi in fondo il patto di Washington sulla Guerra Combinata l’hanno firmato tutte le nazioni senza esclusioni, e senza esserci costrette!

– Senza esserci costrette? Gli alieni potrebbero spazzare via la popolazione terrestre in un nanosecondo se solo lo volessero, e i nostri capi lo sanno! E poi, che ne sai cosa hanno intascato i pezzi grossi di Washington per stare al gioco? Intanto a noi ci danno il contentino della Guerra Combinata per mostrarci quanto sono buoni, trattando le conquiste territoriali come se fossero un gioco di ruolo ideato a scopo terapeutico per dei malati di mente come noi umani…

– Fottiti Blackcat… – esclamò esasperato Johnson.

– Non vi siete mai chiesti perché i Marziani fanno tante pressioni sull’Operazione di Denuclearizzazione della Terra?

– È semplice – disse Johnson con sufficienza – Non vogliono che un giorno il dr. Stranamore si svegli e decida di friggerci i coglioni a tutti.

– Chi? – chiese Hank Mallory a Cody, ma Cody fece spallucce.

– Esatto! Bravo Robert, lo vedi che se ti impegni lo riesci a formulare un pensiero sensato?

– Fottiti Blackcat…

– Ma questo non è tutto. A loro non interessa che gli uomini sopravvivano. A loro importa solo che non gli contaminiamo la Terra con le nostre schifezze nucleari.

– Smith, sei un paranoico da competizione… – disse Mallory.

– Vedrete poi se non ho ragione! Una volta che ogni nazione sarà priva di armi nucleari lo vedrete che fuggi fuggi, ve ne accorgerete. Le Schermaglie organizzate dove non muore nessuno andranno a finire giù nel cesso insieme a noi. Altro che armi a impulsi inoffensivi. – Steven “Blackcat” Smith sorrise, anche se più che un sorriso fu un ghigno – Sapete, ho sentito che il programma ODT ormai è agli sgoccioli… – istintivamente Cody buttò uno sguardo al cielo. Ancora nessun segno del cerchio di luce dei Marziani, simbolo della Schermaglia.

– Insomma Blackcat, ti ho detto di andare a farti fottere! – gli gridò Johnson, che non poté comunque impedirsi di dare un’occhiata furtiva al cielo. Cercò di farlo senza che Smith se ne accorgesse: non voleva dargli la soddisfazione di averlo spaventato con successo. Che stronzo! pensò Robert, sarebbe disposto a schiattare sotto i raggi laser dei Marziani pur di dimostrare di aver ragione!

Del cerchio di luce ancora nessuna segno. Ci furono molti minuti di silenzio, interrotti periodicamente dai commenti e dalle risate di Blackcat. Johnson valutò di promuovere il soprannome di Blackcat a Grim Reaper, poi però abbandonò l’idea, inorridito al pensiero che a quel paranoico di Smith quel soprannome sarebbe potuto piacere da matti.