Uno spirito che sembra essere stato ereditato dalla Fiction di oggi. A resuscitarla, André-François Ruaud, poco dopo la creazione, nel 2004, dei Moutons Electriques: “Fiction è davvero il cuore pulsante dei Moutons Electriques – afferma Ruaud –. Trovavo fosse un peccato che Fiction non esistesse più, mi stupiva che venissero create in continuazione nuove riviste e che nessuno pensasse a riprendere la testata e la specificità di Fiction. Quindi, fin dalla nascita dei Moutons Electriques c’è stata l’idea di realizzare questa rivista.

Ma come fare una rivista del genere quando esistono già Galaxies, Bifrost e Faëries? Come fare la differenza? Emblèmes, Faëries, Asphodale, Galaxies, Bifrost, Ténèbres... hanno tutte lo stesso formato, lo stesso aspetto. Ho voluto quindi un formato più grande e un look un po’ più tipico di una rivista letteraria, ed è in questo modo che ho sviluppato, con il grafico Sébastien Hayez, questo formato quasi quadrato, un po’ particolare, che è una delle caratteristiche distintive dei Moutons Electriques, e che mi piace molto, tanto che uso lo stesso formato per la collezione Bibliothèque Rouge, per esempio”. Ruaud a 43 anni – che nemmeno dimostra – è già un vecchio volpone della fantascienza e del fantastico francese. Ha iniziato a occuparsene a livello professionale intorno alla fine degli anni ’70, inizio anni ’80: “Sono stato fortunato, perché nell’80 o nell’81, non ricordo più, ho incontrato Jean-Pierre Hubert, di cui adoravo gli scritti, e gli ho chiesto: Jean-Pierre, perché non fai una raccolta dei tuoi racconti? E lui mi ha risposto: Non posso fare io la scelta dei racconti... senti, fallo tu. Allora ho selezionato i suoi racconti, gliene ho fatto riscrivere uno, che comunque alla fine abbiamo escluso dalla raccolta, e poi gli ho chiesto di scriverne uno nuovo apposta. Poi, Hubert ha firmato un contratto con Présence de Futur, Denoël, per la pubblicazione di questa raccolta. Ed ecco come è accaduto che, intorno al 1980, il primo libro a cui abbia messo mano sia stato pubblicato da Denoël. Era il mio debutto nel mondo della fantascienza”.Da allora, André-François ha fatto di tutto: scrittore, direttore letterario, saggista... ha anche scritto una guida di Star Trek ormai introvabile, in un paese dove Star Trek è sbarcato solo alla fine degli anni ’90. Ed è il “capitano” – così si fa chiamare – di Yellow Submarine, la più longeva rivista di fantascienza e fantasy francese.Un’altra? Eh sì. Perché in Francia, come giustamente faceva notare Ruaud, le riviste di fantascienza, fantasy e fantastico nascono in continuazione come funghi. E muoiono in continuazione. Impossibile elencarle tutte, e in ogni caso al momento in cui questo articolo apparirà, molto potrebbe già essere cambiato. E stiamo parlando di riviste professionali, con dietro vere e proprie case editrici, grandi, piccole e minuscole, ma comunque professionali, non fanzine. Una realtà completamente diversa e molto più complessa di quella italiana: la maggior parte delle riviste, che in genere sono vendute in libreria o per corrispondenza, ma in qualche caso anche in edicola, sono tendenzialmente raccolte di racconti, a volte con articoli di critica o di notizie. Il formato classico è quello del dossier su un autore o su un tema più qualche racconto di autori francesi e stranieri. Qualcuna, come SF Mag, è invece – come dice in questo caso anche il nome – più “magazine”, veri e propri giornali di notizie sulla fantascienza, sul cinema e così via.