I morti che camminano ormai sono una presenza fissa nell'immaginario horror, una presenza talmente invadente che trattare questo tema diventa estremamente rischioso, facile appiattirsi sugli stereotipi e affogare in un mare di banalità già viste mille volte, sia che si tratti di romanzi, film o fumetti.

Robert Kirkman, ideatore della serie The walking dead, ha corso il rischio con una serie di fumetti in bianco e nero, ponendosi il difficile obiettivo di riuscire a dire qualcosa di nuovo su questo sfruttatissimo tema.

 

L'inizio della storia è un tributo a Il giorno dei trifidi, il capolavoro di John Wyndham, citato anche nel film 28 giorni dopo, dove non c'erano zombie ma comunque esseri mugolanti affamati di carne umana non mancavano.

Un poliziotto, ferito in seguito a uno scontro a fuoco si risveglia dal coma in ospedale, esce dalla stanza ed entra nell'incubo, le strade sono popolate da morti viventi, gli abitanti morti o fuggiti, le speranze di sopravvivenza ridotte al minimo.

Rick Grimes, questo il nome del protagonista, si mette alla ricerca dell'adorata moglie Lori e del figlio Carl, muovendosi in un mondo dove la minima disattenzione può essere fatale.

Non si potrebbe immaginare un inizio più classico per una storia di morti viventi, ma le vicende del protagonista, pur mantenendosi nei binari classici della fuga e della lotta per la sopravvivenza, non sono mai banali.

La ricerca da parte di Rick della famiglia, che sembrava dover essere il filo conduttore della storia, finisce invece quasi subito, e con esito felice, ma dal ricongiungimento nascono altri problemi.

Alla fine del primo dei due volumi editi in Italia il gruppetto di sopravvissuti accampato nei pressi di Atlanta, città che doveva essere il rifugio dei vivi ma che è invece diventata rapidamente un altro covo di zombie, si rende conto che è necessario andarsene per non diventare cibo per i morti.

Alla fine del secondo episodio, dopo alcune brutte avventure, sembra che i guai del gruppetto siano finiti, una prigione abbandonata offre un rifugio facilmente difendibile, forse, come dice il protagonista, i fuggitivi sono davvero arrivati a casa.

Questa serie, arrivata negli USA al settimo episodio, non è un semplice horror basato sui non-morti, pieno di scene splatter, ma una solida storia basata su personaggi che reagiscono a una situazione drammatica in modi diversi, rifugiandosi in se stessi o adattandosi e maturando, sempre che ne abbiano il tempo.

Infatti è meglio non affezionarsi troppo, nemmeno ai personaggi più simpatici, nessuno è al sicuro nel mondo del risveglio dei morti.

In definitiva un prodotto consigliato non solo agli appassionati del genere ma a chiunque ami i fumetti che raccontino una buona storia.