Un nuovo romanzo di Harry Turtledove viene pubblicato, in un'elegante veste grafica, da Hobby & Work, quasi superfluo specificare che la vicenda si svolge in un'universo parallelo e fa parte di una serie, meno pacifico che la vicenda si svolga in una città romana sotto assedio.

Guerre Imperiali è ambientato in un mondo dove l'impero romano non è crollato sotto le spallate dei barbari, diventando una delle nazioni guida di una Terra arretrata e dove la società è rimasta indietro di secoli rispetto alla nostra.

La famiglia Solters, proveniente da una differente linea temporale, commercia piccoli oggetti come orologi da polso e attrezzi multiuso, ricavandono in cambio grano da inviare al proprio mondo.

I due figli, Jeremy e Amanda, accompagnano i genitori durante la loro permanenza a Polisso, una città situata in Dacia, l'odierna Romania, prossima al confine tra Roma e l'impero Lietuvano.

A causa di un grave malessere della madre Melissa, i genitori lasciano soli i figli per qualche giorno, contando di ritornare al più presto, non appena risolto il problema grazie all'avanzata scienza medica della propria linea temporale. 

Sfortunatamente subito dopo la camera di trasposizione nascosta nella cantina e tutti i collegamenti con la linea temporale d'origine si interrompono, così i due ragazzi si trovano tagliati fuori, naufraghi in un passato non certo piacevole.

Proprio allora i venti di guerra si trasformano da refoli in tempesta, soldati romani iniziano ad affluire a Polisso per rinforzare la guarnigione, e ben presto la città viene posta sotto assedio.

Riusciranno i due ragazzi a sopravvivere, e soprattutto a tornare nella loro linea temporale?

Questo volume è il primo di una serie arrivata al quinto capitolo, basata su un'idea che ricorda (o meglio è la stessa) quella del Paratempo di H. B. Piper, una civiltà giunta alla fine delle proprie risorse che si imbatte nel segreto che le permette di viaggiare in universi paralleli, lo sfruttamento di infiniti mondi permette la sopravvivenza, ma ovviamente i problemi non mancano.

Siccome, a volte, non è importante cosa racconta una storia ma come viene raccontata la domanda è se il romanzo appassiona o meno.

Sfortunatamente penso che, passati i quindici anni, nessuno possa trovarvi molti motivi d'interesse, a parte forse gli appassionati di Powerbook, citato decine di volte.

I due giovani protagonisti sono finti, del tutto politically correct, bravi ragazzi che passano le vacanze scolastiche con i genitori, senza bere, senza fumare (magari a Polisso era difficile), senza drogarsi e senza pensare al sesso.

Sono sconvolti dalle usanze romane e non hanno mai dubbi che possedere schiavi sia del tutto fuori discussione, anche di fronte alla prospettiva di essere tagliati fuori dalla civiltà delle macchine, un ripensamento in uno di loro avrebbe creato molti più motivi di interesse dell'ossessiva presenza della burocrazia romana.

Un po' di movimento si inizia a vedere, se si esclude il gioco con la palla di Jeremy e di un suo amico, scena di incredibile violenza, intorno a pagina 180, a quel punto Lord Kalvan aveva già conquistato una fortezza, ammaliato la principessa e vinto una battaglia, ma si sa che nel paratempo le cose vanno di fretta.

In definitiva credo che questo romanzo sia la prova che Turtledove dovrebbe scrivere un po' meno e tornare ai livelli della Legione Perduta, più di trecento pagine praticamente senza motivi di interesse, con qualche incertezza nella traduzione che non aiuta, non sono un gran incentivo a continuare la lettura della serie.

H. B. Piper e il suo Paratempo restano lontani anni luce, provaci ancora, Harry.