Dario Argento, Lucio Fulci, Ruggero Deodato, Sergio Martino, Umberto Lenzi, Mario Bava e Pier Paolo Pasolini. Gente che sapeva fare degli horror con le palle. Se tu guardi il cinema italiano degli anni Settanta ti accorgi che questi filmakers non avevano paura di spaventare la gente e gli unici che hanno saputo imitarli davvero sono i giapponesi e i sud coreani. Il mio cinema ideale dovrebbe essere come quello di queste persone: in grado di svegliare la gente e fare parlare di sé…

Lei ha citato Pasolini tra i registi horror…

E' senza ombra di dubbio un film horror… sia lui che Ruggero Deodato in Cannibal Holocaust hanno capito quale fosse la componente del voyeurismo nella violenza. Erano film senza alcuna paura di mostrare le cose e che non volevano accontentare tutti.

A proposito di registi italiani: Dario Argento ha visto Hostel con lei…

Sì e per me è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Alla fine - dopo essersi spaventato - mi ha detto, abbracciandomi: "Ottimo! E' un film duro, roba per adulti e non per bambini…mi piace!" E' stato un grandissimo onore. Per me Dario Argento è come un alieno proveniente da un altro mondo, distante ed oscuro. Io ho vissuto nella sua testa per anni e in Hostel, quando uno dei personaggi indossa i guanti, ecco che ho voluto rendere omaggio a Dario Argento e al suo cinema.

Quali sono gli horror che considera interessanti?

Il cinema giapponese di Takashi Mike che è choccante e disturbante. Questo è l'horror del futuro. Il pubblico è stufo di un genere 'sicuro': il cinema del terrore deve fare paura ed essere fastidioso. Altrimenti è inutile. Personalmente non ho alcun problema con i remakes in generale: La cosa, L'alba dei morti viventi e Non aprite quella porta sono stati remakes perfetti e sorprendenti. Non ho problemi quando i film sono 'freschi' pieni di energia e di passione. Vede, il segreto di un buon horror è che l'idea della storia che si racconta deve spaventare il regista, lo sceneggiatore e il produttore, altrimenti se non funziona con loro, perché dovrebbe arrivare a colpire il pubblico? L'horror funziona solo se è il regista a restarne disturbato per primo. In The Grudge, ad esempio, il regista ha distillato le sue angosce personali che spesso sono state inspiegabili a lui stesso e che le ha inserite nel film.

Lei ha cambiato il finale originale di Hostel: Perché?

La verità è che io faccio film pensando anche al pubblico e non solo a me stesso. Avevamo un finale in cui - per caso - uccideva la figlia di cinque anni del mostro che lo aveva torturato. Perfino Quentin Tarantino quando ha letto quella versione della sceneggiatura mi ha detto: "No, non puoi ammazzare una bambina di cinque anni davanti alla macchina da presa…" Ho capito anche io che sarebbe stato troppo (peccato che non l'ho girato così…). La cosa divertente è che ad una proiezione test, alla fine - tra il pubblico in sala - si è alzato un ragazzo con scritto sulla maglietta "Lucio Fulci Vive!" e mi ha detto. "La dovevi ammazzare quella zoccoletta!".

Ha parlato con il pubblico che ha visto il film?

Sì e la cosa che mi ha impressionato di più fino ad oggi è stata una ragazza che mi ha detto di essere stata così male durante le scene di violenza che - verso la fine del film - non voleva vedere solo morire il cattivo, ma anche sentirlo soffrire. Mi ha spiegato che non avrebbe mai pensato di essere capace di provare qualcosa del genere. In realtà è proprio questo il punto: siamo tutti capaci di ritrovare quella forma di violenza dentro di noi se vengono toccati i punti giusti. Ovviamente noi abbiamo il libero arbitrio e sappiamo come reagire e comportarci.

E la censura?

Non ho avuto alcun problema con la censura: mi è bastato fare sesso con tutti i membri sia maschi che femmine senza soffermarmi troppo sulla loro età. Non che siano particolarmente attraenti, ma sono disponibile a sacrificarmi per la mia arte…Per quanto possa sembrare assurdo, scherzi a parte, non c'è stato nessun problema. Sono molto più rilassati oggi come oggi, perché il loro lavoro riflette la cultura americana. Siamo seri: per quanto il mio film possa essere violento non sarai mai nemmeno paragonabile a quello che vediamo ogni sera in televisione grazie alla guerra di Bush in Iraq. La mia è solo finzione. Del resto un film con il mio nome e quello di Tarantino non sorprende nessuno se c'è un po' di sangue dentro. Inoltre la censura si preoccupa di altro: basta un capezzolo di Janet Jackson in tv ed ecco che si riunisce addirittura il Congresso per passare leggi speciali…E' un modo psicotico e arretrato di concepire la cultura e l'arte. Sa qual è la verità: se tu tieni violenza e sesso separati, non hai alcun problema e non ti viene chiesto di cambiare nulla. Sono rimasto io per primo davvero sorpreso…

Cosa uccide il cinema? Il marketing e la necessità di vendere giocattoli come in King Kong o cosa?

L'unica cosa che ha ucciso King Kong è che durava tre ore: Hitchcock diceva che un film deve durare in maniera proporzionale alla resistenza della vescica umana. La gente, sapendolo, non pensava altro che andare a fare pipì prima o dopo il film…Quello che uccide un film sono i test e il fatto che gli Studios sono guidati da uomini d'affari e banchieri: non da amanti del cinema. Il problema è che se i test falliscono vai direttamente in video. E' stato salvato dal fatto che abbiamo chiesto al pubblico se lo avrebbero raccomandato agli amanti dell'horror e gli spettatori hanno detto di sì, mentre avevano risposto in maniera negativa a chi chiedeva loro se l'avrebbero raccomandato in generale. E come poteva essere diversamente? Io credo che il complimento migliore per un film come Hostel è dire di non andarlo a vedere. Grazie a Tarantino, però, abbiamo potuto mettere a tacere questi test e quando Hostel è uscito diventando primo al box office gli altri Studios si domandavano: "Come è possibile che ci sia arrivato con un punteggio di test così basso?" Ma il cinema non è matematica!

Il suo futuro è fatto solo di Horror?

No, tutt'altro. Amo l'horror e sono contento di fare questo tipo di cinema, ma non intendo autolimitarmi. Sono attratto dal potere raccontare delle storie. I registi che apprezzo come Sam Raimi, Peter Jackson, Robert Rodriguez, James Cameron hanno tutti iniziato nell'horror per poi passare a realizzare degli straordinari film di genere. Amerei fare di fantascienza e per bambini. Forse un po' sanguinolenti…

Ci dobbiamo attendere la sua regia per Una scatenata dozzina 3?

Mi ha letto nel pensiero!