I romanzi a volte hanno storie travagliate, e prima di approdare alla pubblicazione compiono delle vere e proprie odissee letterarie, modificandosi e cambiando quasi come creature viventi.

Come spiega Renato Pestriniero nella lunga e interessante prefazione anche Settantacinque Long Tons appartiene a questa categoria, prima di essere pubblicato il romanzo ha dovuto attendere per ben quarantacinque anni.

Viene spontaneo il parellelo con A noi vivi, l'opera prima di Heinlein che ha atteso anch'essa decenni prima di essere pubblicata, e che allo stesso modo ha fornito idee e situazioni impiegate dall'autore in altre opere.

La differenza sta nel fatto che il romanzo di Pestriniero è stato ripreso e limato, rivisto e corretto, sottoposto a un'opera di revisione che alla fine lo ha trasformato in un'opera decisamente affascinante.

La vicenda si svolge in un futuro non molto lontano, su una sorta di baraccopoli orbitale, denominata L'Ecumene, un agglomerato di vecchi moduli di razzi, serbatoi, satelliti e altri rottami collegati con cavi alla Stazione Orbitale, il porto delle astronavi dirette a Marte.

Nato quasi per caso l'Ecumene si era ingrandito lentamente, con l'arrivo di disperati e reietti, la cui unica aspirazione è raccogliere un peso di detriti spaziali sufficiente per ottenere un posto a bordo della Stazione e ritornare liberi cittadini, le settantacinque tonnellate del titolo.

Decenni di lanci e attività orbitali hanno infatti riempito lo spazio attorno alla Terra di detriti di tutte le dimensioni, un pericolo costante per astronavi e per la stessa Stazione, il lavoro di pulizia è quindi vitale, ma ormai tutti i grandi rottami sono stati recuperati, e anche quelli piccoli iniziano a scarseggiare, rendendo il la voro di raccolta sempre più difficile.

Le storie passate di tre abitanti dell'Ecumene, Caleb Roth, Loisa Podareci e Narci, si intrecciano con gli avvenimenti della comunità, intessendo una trama tragica e disperata, dove anche i sacrifici più eroici e gli sforzi più nobili sembrano cadere nel vuoto.

Il fallimento dei personaggi nell'opporsi a un sistema di sfruttamento che li sta lasciando inesorabilmente indietro giustifica il titolo originario dell'opera, Pietà per gli ultimi sauri, decisamente più evocativo di Settantacinque long tons ma già utilizzato da Pestriniero per un suo racconto.

Lo spessore dei personaggi, le descrizioni delle operazioni di imbarco e sbarco dei carghi spaziali (l'autore ha lavorato per una società di import-export e ha applicato le sue conoscenze in materia), le vivide descrizioni della vita quotidiana in assenza di gravità e il ritmo narrativo, non spezzato ma reso più omogeneo dai frequenti flashback, rendono Settantacinque long tons un romanzo affascinante, sorretto da una solida trama e con un'ambientazione particolarmente avvincente.

Pestriniero riesce a catturare il lettore e a trasportarlo in un mondo cupo e credibile, purtroppo non molto lontano da quello reale, una storia amara ma difficilmente dimenticabile.

Renato Pestriniero vive a Venezia, dove è nato nel 1933 e dove ha lavorato per un'importante società di import-export, attività che non gli ha impedito di diventare una delle più importanti voci della fantascienza italiana.

La sua carriera, iniziata nel 1958 con la pubblicazione di un racconto sulla

rivista romana Oltre il Cielo, ha oltrepassato i confini nazionali, le sue opere sono state tradotte in diversi paesi europei e negli Stati Uniti.

Un suo racconto, Una notte di ventuno ore, è diventato un film diretto da Mario Bava, Terrore nello spazio, che ha ispirato il successivo Alien, diretto da Ridley Scott. 

Settantacinque long tons è reperibile attraverso il sito della casa editrice: www.perseolibri.it