Va da sé che non si contano, nella fantascienza, casi di simbiosi uomo-vegetale. Accadeva per esempio nel racconto di Poul Anderson C'è un giardino nel cielo (Urania rivista n. 13, 1953), in cui un individuo diveniva preda e simbionte di una pianta parassita che ne dominava corpo e pensieri. Segnalo anche due inquietanti racconti in tema apparsi sul n. 36 di Robot vecchia serie, titolato giustamente Le radici del male (1979). Le storie in oggetto erano Pensieri verdi di John Collier (risalente al 1931) e il memorabile Il giardino del male del dottor Adams, di Fritz Leiber (1965).

Quanto a una simbiosi con gli insetti, i casi sono numerosi. Già H.G. Wells col suo The Empire of the Ants del 1905, metteva la... formica nell'orecchio. Comunque un Urania classico (n. 28 del 1953), Sconfitta dei semidei di Gordon A. Bennett, narrava di un gruppo di esploratori che in Africa s'imbattevano in una specie di formiche giganti e telepatiche. Queste imprigionavano i protagonisti trascinandoli in un gigantesco formicaio. Le api del sapere di Barrington J. Bayley (Robot Speciale n. 3, 1977), era un'insolita storia su api giganti intelligentissime secernenti un miele che, ingerito, trasmetteva informazioni. Un classico su un'inquietante simbiosi tra l'uomo e una strana formica (forse è una specie aliena?) è il romanzo Fase IV di Barry Malzberg (1973; Longanesi 1976), da cui il regista Saul Bass trasse nel 1974 un ottimo film, Fase IV: distruzione Terra con Nigel Davenport. Ricorderò velocemente il film L'esperimento del dottor K, notevole "classico" del regista Kurt Neumann (1958), col successivo ottimo rifacimento cronenberghiano La mosca (1986). Lo spunto della storia è noto: durante un esperimento di teletrasporto, uno scienziato entra nella cabina di trasmissione ignaro del fatto che con lui c'è una mosca; nella cabina di ricezione si ritroveranno due creature dal Dna orribilmente rimescolato. E mentre il primo dei film evidenziava un discorso sui pericoli della scienza, tipicamente in stile anni '50, nel remake Cronenberg riusciva a mescolare effetti speciali e sentimenti, "rimanendo fedele alla sua poetica della mutazione e dei rapporti tra carne e psiche" (come commentava Paolo Mereghetti). Non dimentichiamo poi che nel celebre romanzo City di Clifford Simak (1950; Urania n, 18, 1952), dopo la diaspora dell'uomo disperso tra stelle, altre dimensioni e ibernazioni a tempo indeterminato, alla fine della storia rimanevano uniche eredi le formiche: centinaia di milioni d'anni più antiche dell'uomo, riprendevano possesso della "loro" Terra, avviandosi verso una enigmatica mutazione.

Ritengo sia il caso di segnalare anche un paio di racconti di un autore italiano, entomologo e docente universitario, ben noto ai lettori di Delos: Giovanni Burgio. Scrittore originalissimo, in varie sue storie Burgio attua commistioni tra mondo umano e mondo degli insetti a vari livelli, specie genetico e/o comportamentale, pervenendo a una fantascienza aperta su un futuro misterioso e "alieno" come pochi. Si vedano, come esempi, i racconti Stray Cats (presente su Delos) e soprattutto Misterika, sul n. 2 della antologia semestrale Alia (C.S. Coop. Studi Editrice, Torino) di prossima uscita nell'ottobre 2004.