Giorni, impressioni senza importanza...

Poi neppure più quelle.

Adesso sono qui.

Ho lasciato il posto all'Istituto adducendo l'intenzione di trasferirmi. Credo di poter parlare al presente perché esiste un "continuo", una identità fra il momento in cui mi sono reso conto che la situazione razionale attorno a me era finita e l'adesso. Anche se in questo lasso di tempo devono essere trascorsi molti mesi. Forse anni.

Ho ritirato parte dei miei risparmi in banca e li ho depositati presso un notaio per le varie tasse e i tributi.

Ho fatto togliere gas, luce, acqua.

La casa è mia e non ho dovuto preoccuparmene.

Sono qui da molto tempo, senza mai avere avvertito alcuna necessità fisiologica. Perfino la barba non mi è cresciuta per nulla.

Sono sul letto e intorno a me e dentro di me è questo... questa macchina, o che cosa non so. Questa macchina che non fa che ingrandire, pezzo su pezzo, senza che io possa immaginarne una fine.

Non ne sono legato: potrei uscire subito se lo desiderassi, e dimenticarla. Ma non saprei dove andare e che fare... Non troverei nulla.

E poi non sento di volerlo.

E' attorno a me e dentro di me questo "che cosa" e ingigantendo accresce la sua incomprensibilità.

Ma io non sono capace che di farlo ingrandire ancora.