Nessuno avrebbe creduto a ciò che aveva visto, eppure chiunque al posto suo avrebbe sparato allo zoppo.

Un rapido ragionamento, un veloce cambio di idee. Aveva sparato a un uomo disarmato e invalido; gli era piombato in casa perché una donna isterica e fuori di sé credeva di averlo riconosciuto nel rapitore del suo bambino. Lui, per tutta risposta, gli aveva sparato alla schiena senza che questi fosse neanche armato e senza che vi fosse alcuna traccia del bambino.

E' finita. Non solo la mia carriera, tutta la mia vita. Abuso di potere, omicidio, licenziamento, galera. Non può, uno sbirro, finire in galera. Tutti possono, ma non gli sbirri. Meglio morire.

Che devo fare? Che posso fare?

Uscire di qui, intanto. Quanti sanno che sono venuto qui?

Tutta la santa questura. Il proiettile mancante nella mia pistola... lo posso sostituire con quello portafortuna che tengo in macchina. Vado verso il bagno, mi tiro su le maniche fino al gomito, mi lavo sfregandomi con le unghie. Niente guanto di paraffina stronzi, non sulle mie mani. La pistola non è un problema, ha sparato ieri sera al poligono; impossibile notare che ha sparato anche oggi. Stesso discorso per le mani, inutile lavarle. I vestiti possono essere un pericolo; basterà che li lavi prima che su di me partano procedure ufficiali. Guardo l'orologio: è passato solo qualche minuto dallo sparo; forse riesco a segnalarlo e a far finta di essere arrivato dopo.

Mi precipito alla radio e mentre parlo sto già pensando ad altro. Il bossolo... devo farlo sparire. Potrebbero capire che è della polizia. Finita la comunicazione torno nella casa. Nessuno mi ha visto. Da bravi cittadini, echeggiato lo sparo, ognuno ha continuato a farsi i cazzi suoi.

Raccolgo il piccolo pezzo di ottone arroventato. Non posso tenerlo; non posso nasconderlo senza che lo trovino, perché lo cercheranno dappertutto. Decido di rischiare e mettermelo in tasca. Più tardi troverò una soluzione.

Guardo l'orologio. Tra un minuto esatto chiamerò l'ambulanza. Ferito d'arma da fuoco.

Il bossolo... Resta il problema del bossolo. Rientro in casa.

Cosa ne faccio di questo coso... Nasconderlo qui è una mossa fin troppo ovvia, a meno che non si convincano fin dall'inizio che l'assassino abbia sparato con una rivoltella.

Lo troveranno... Se lo inghiotto possono farmi una radiografia, se lo nascondo lo troveranno...

Il mio sguardo gira intorno nel panico. Occorre un posto irraggiungibile, meglio scordarmi di tornare a prenderlo in un secondo momento. Il tempo si ferma per un attimo... una folata di vento freddo mi accarezza la nuca.

- Ti prenderanno - dice.

So che è vero, che è reale anche se forse quell'essere non lo è. Mi prenderanno.

- Io posso fare in modo che non accada.

Guardo la cosa davanti a me e il bossolo nella mia mano, la prova di cui non mi posso sbarazzare.

Così chiudo gli occhi e ascolto quanto ha da propormi.