Il graffito del Kranio
Il graffito del Kranio

RUE è una ragazza strana, che conosciamo solamente attraverso il suo nickname. Ti sei ispirata a qualche persona (o categoria di persone) per creare RUE?

Per raccontarti la nascita di RUE dobbiamo tornare indietro all'estate del 1998, praticamente una vita fa. Ero in vacanza a Roma e con alcuni amici avevamo messo insieme un affiatato gruppo di giocatori di ruolo. L'idea alla base di ClipArt, cioè il ricatto e la corsa contro il tempo a caccia della clip, proviene da una memorabile e sfibrante partita giocata insieme a quel gruppo, terminata verso le quattro del mattino. L'idea di RUE, giovane computer geek perennemente rinchiusa nel retro di un furgone, è di uno dei giocatori, un'amica che ho purtroppo perso di vista. Io mi sono limitata ad adottare RUE, a definirne la personalità trasformandola quanto bastava per adattarla alle mie esigenze narrative, esplorandone il carattere per arrivare a creare un personaggio veramente tridimensionale. Era troppo speciale per lasciarla cadere nel dimenticatoio.

Con la sua "stranezza" RUE mi ha permesso di esplorare i diversi modi di concepire il reale e il virtuale: questa giovane hacker, prigioniera del suo furgone e della sua malattia, non ha una vita sociale reale, a parte le sporadiche interazioni con i suoi colleghi, ma ha un'intensissima e movimentata vita virtuale, centinaia di amici sparsi per il mondo sempre pronti ad aiutarla e a preoccuparsi per lei, e grazie a tutto questo riesce a vivere in modo pieno e consapevole, superando la sua disabilità grazie all'entusiasmo e alla tecnologia informatica. E' irriverente, spontanea e un po' sfacciata, ma è impossibile non volerle bene.

Il Kranio compare anche in Clipart ed è un po' il tuo "marchio di fabbrica". Come è nata l'idea del Kranio?

Hai mai visitato il sito web del Kranio? Se ci passi, leggerai che "il Kranio è nato sul muro scrostato di un centro commerciale di periferia" ed è successo proprio così. A Cagliari, la mia città, c'è un grosso centro commerciale non lontano dalla zona del porto, vicino allo stagno di Santa Gilla. Un lato del parcheggio è delimitato da un muro scrostato dietro cui passano i binari della ferrovia: su questo muro, da una decina d'anni ormai, campeggia la scritta "Kranio", certamente la tag di un graffitaro della zona. Quel nome, visto e rivisto, mi è rimasto impresso nella memoria e quando ho scritto Hungry Light, "il Kranio" mi è sembrato il nome perfetto per il burattinaio della storia. L'articolo ci stava bene: chiamarlo solo "Kranio" mi sembrava poco rispettoso E infatti, tutte le volte che qualcuno per sbaglio lo chiama così, il Kranio si inca##a come una iena.

Ma chi è il Kranio? Chi ha letto Hungry Light e Origami, entrambi pubblicati su Delos, ha già avuto il dubbio piacere di conoscerlo. Il Kranio è un piccolo boss della malavita della Periferia, uno spietato capobanda che dal retro del Maze, il suo locale notturno, controlla i suoi loschi interessi e attività criminali, tra cui traffico d'armi, di droga, sfruttamento della prostituzione, furti e pirateria informatica, omicidi su commissione e amenità varie. Non è un tipo simpatico, né onesto. E' uno di quelli che preferiresti non incontrare la notte in un vicolo buio. Il Kranio è l'idea, forse ormai un po' demodé, di un villain con un certo stile, uno di quelli che non prorompe mai nella risata satanica dei cattivi stereotipati. Quando il Kranio vince, non ride.

Per quanto riguarda ClipArt, il Kranio ha solo una parte di cameo. No, mi correggo: in realtà il cameo è di Cane, il suo tirapiedi dalla lingua blu. Del Kranio si parla e basta: ma da buon burattinaio fa pesare la sua presenza in scena senza bisogno di farsi vedere.

Che c'entra il Kranio con ClipArt, mi chiederete ora. In realtà ben poco: il fatto è che ormai sono felicemente prigioniera della continuity tra le mie storie e visto che la squadra di guardie del corpo di David Xander doveva incontrare un ricettatore, quale posto migliore del Maze, il famoso locale del Kranio, per condurre tali loschi traffici?