Presentando il libro a Fiuggi hai detto una cosa interessante: il tuo scopo come scrittrice è soprattutto quello di intrattenere, giusto?

Giustissimo! In giro si dice che la gente ha smesso di leggere perché si è impigrita, perché preferisce andare al cinema e guardare la TV, e in un certo senso la capisco. La fantascienza cinematografica è spettacolare, coinvolgente, divertente, mentre la fantascienza letteraria classica tende a essere impegnata, sconfinando spesso e volentieri nella sociologia e nella politica, ponendosi come strumento di denuncia e di critica sociale. L'intrattenimento, quando c'è, è solo un espediente per far passare un messaggio più elevato.

Secondo me questa è una delle cause della disaffezione dei lettori al genere: con la vita stressante che facciamo tutti, che c'è di male nel desiderare un po' d'evasione? Come mai i cinema multisala e le fumetterie sono sempre piene, mentre le librerie devono lambiccarsi il cervello per attirare i clienti, organizzando aperitivi, presentazioni e mostre d'arte? I loro sforzi sono pregevoli ma, secondo me, finiscono per invogliare solo quelle persone che non hanno bisogno di essere convinte. Per riuscire a recuperare l'attenzione della massa dei lettori, invece, dovremmo far capire loro che un libro può essere entertaining proprio come un film o come un fumetto. Il mio scopo, quando ho scritto ClipArt, era di offrire una lettura che fosse nello stesso tempo piacevole e coinvolgente, ben scritta ma senza pretese di comunicare grandi messaggi sul senso della vita. ClipArt in questo è proprio come un film d'azione: ti tiene incollato allo schermo per due ore e, quando è finito, ti lascia dentro la sensazione di aver trascorso una serata diversa in piacevole compagnia. Per essere più persuasiva, nella prossima edizione (se mai ci sarà) allegherò al libro un bicchiere di popcorn...

Hai cominciato a pubblicare racconti sul web e sei arrivata alla carta stampata. Quali sono, secondo te, pregi e difetti di questi due media per chi vuole pubblicare delle storie?

Il web è un ottimo banco di prova per il proprio lavoro. Pubblicare sul web, infatti, garantisce una buona visibilità ma bisogna essere capaci di auto promuoversi nel modo giusto: di fatto la rete pullula di racconti amatoriali e di fan fiction, spesso scritti da giovani appassionati alle primissime armi, ed è fondamentale differenziarsi in modo chiaro da questa realtà.

Il primo passo è quello di costruirsi un buon sito, con taglio professionale e che sappia invogliare alla lettura, quindi è indispensabile riuscire a ottenere una buona indicizzazione nei motori di ricerca e nelle internet directory italiane, selezionando per il sito delle parole chiave scelte con cura.

In questo modo si può iniziare a farsi conoscere, a far parlare di sé.

Uno dei vantaggi di pubblicare online è che, in cambio di qualche ora di piacevole lettura gratuita, si può chiedere e ottenere un feedback su quello che si scrive. Io ho sempre incoraggiato i miei lettori sul web a inviarmi i loro commenti e spesso lo hanno fatto. Una volta un lettore mi ha ringraziato per aver allietato per tre giorni i suoi spostamenti in metropolitana: carino, no?

Certo, di solito scrivono solo quelli che hanno apprezzato, ma anche le critiche sono bene accette.

Per poter valutare il successo di un romanzo pubblicato online basta anche solo il numero di download del file. ClipArt, nei due anni in cui è stato possibile scaricarlo gratuitamente in formato pdf, ha collezionato più di 3500 download ed è stato anche scelto per essere pubblicato su Entropia, una rivista in formato cd-rom distribuita in allegato a una rivista dedicata ai giochi di ruolo.