L'edizione francese di <i>Ai margini del caos</i>
L'edizione francese di Ai margini del caos

Una domanda provocatoria. Non pensi che scrivere sul fascismo e sul nazismo possa stancare il lettore? Ormai, a mio giudizio, la letteratura di genere e non, sfrutta le tragedie del passato per tradurle in business... è vero?

Io scrivo le mie ossessioni; come ho già detto, nella fiction l'argomento è irrilevante, più importante è il modo in cui l'autore lo presenta: la trama eclissa il tema. Se riesco a stupire il lettore con le mie ossessioni mi considero contento: se le nostre ossessioni sono comuni, tanto di guadagnato. L'anno scorso ho fatto un viaggio a Oxford e Cambridge, dove ho avuto modo di visitare diverse librerie; sono rimasto stupito dall'immensa offerta di libri sulla seconda guerra mondiale, sul nazismo in particolare. Il fascismo è inscritto nella mappa genetica di tutte le generazioni a partire dagli anni trenta in poi, compresa la nostra: purtroppo, temo che questa nostra ossessione comune durerà ancora a lungo.

Il revisionismo storico, che molti stanno difendendo a spada tratta, che cosa significa o potrebbe significare? A mio giudizio, è sintomo di una malattia mentale: non mi sorprenderei molto se domani beatificassero Hitler e Mussolini.

La storia è scritta da chi la vince: non mi scandalizza il fatto che l'interpretazione degli epigoni del fascismo diverga dalla mia. I revisionisti non negano l'esistenza dei campi di concentramento (che tra l'altro sono stati inventati dagli inglesi nella guerra contro i Boeri), negano la centralità che la storiografia democratica ha attribuito ai campi di sterminio nell'ideologia nazionalsocialista. Questo è il punto: il vero revisionismo è negare che l'arcipelago dello sterminio fosse già contenuto nel brutale razzismo di Adolf Hitler; ma per confutare questo punto di vista basterebbe leggere il Mein Kampf, che già negli anni Venti destinava all'eliminazione fisica le popolazioni dell'Unione sovietica.

Radio Aliena Hasselblad è una accusa contro il revisionismo storico?

No. E' un'avventura di fantascienza con tanto di omini verdi.

Eva Braun e Roberta: in Radio Aliena Hasselblad sono i personaggi principali... quanto c'è di Eva Braun in Roberta e quanto di Roberta in Eva Braun? Perché?

Non ho capito. Roberta, oltre a essere il punto di vista di quasi tutta la storia (a parte le ricostruzioni ambientate nel recente passato) è la protagonista principale, ma Eva Braun è un personaggio secondario: la triade centrale è composta da Roberta, dal generale Alpers (l'antagonista) e da nonno Krysztof (il deuteragonista). Eva Braun, nel romanzo, è solo un meccanismo narrativo, parte dell'enigma da risolvere.

L'ipotesi aliena nel tuo nuovo romanzo: cosa significa?

Che ho voluto provare a giocare, come faceva Dick, con gli stereotipi della fantascienza più popolare. Durante la sua carriera ha sempre usato gli elementi più tipici della SF avventurosa, alieni, immortali, guerre galattiche, piegandoli alle sue straordinarie storie sul disagio di fronte alla modernità. Ecco un risultato che mi piacerebbe ottenere: incanalare le mie ossessioni per metterle al servizio del lettore.