Fa cenno con la testa a un fucile automatico. Una sagoma familiare, metallo brunito, calcio di legno, il sostegno pieghevole. Un BM-58 FAL.

- Quello lo sai usare. Usalo. Qualche colpo c'è ancora.

Capisco, come folgorato. Vuole che lo libero dalle sue sofferenze.

- Non... non sono capace.

- Sì che sei capace, - fa, inchiodandomi coi suoi occhi. - Si che lo sai. Fallo.

Ho raccattato il fucile, ho messo il colpo in canna, gliel'ho puntato in faccia. Ma non riuscivo a sparare.

- Giacomo.

- Non ce la faccio.

- Devi farlo. Non c'è nessun altro, qui. Sto soffrendo come un cane.

- Ma perché? - gridai, esasperato. - perché non sei rimasto dall'altra parte? Perché sei venuto qui? Te la potevi risparmiare, questa fine del cazzo! Chi te l'ha detto, di venire qui? Guardati!

Giuseppe non disse niente. Alzò gli occhi ancora una volta a trafiggere i miei. E sorrise.

- Perché? - chiesi.

- Non c'era scelta. Non avevo scelta. Non ce l'hai nemmeno tu. Ora spara.

* * *

Ho sparato. Lui ha sobbalzato, il cervello era finito sul tronco, le mani erano convulse. Ho buttato il FAL, sono scappato, non ci ho capito più niente, sapevo solo che tutte quelle cose non erano finite: m'avevano aspettato per tutto questo tempo dall'altra parte. E ora le avevo addosso, e mi stavano schiacciando.

Alla fine mi sono ritrovato sulla sterrata che ho percorso correndo, col cuore in gola, finché non ho ritrovato il fontanile dove mi aspettavano mia moglie col padre, che chiacchieravano amabilmente come nulla fosse. Dio sa che sforzo ho fatto per calmarmi e mettere su una faccia normale. E chissà se ci sono riuscito. Dina ogni tanto mi dava certe occhiate.

* * *

Nella stanza accanto mia moglie dorme, mio figlio forse sta dormendo in lei. Quella è la mia vita. Ma qualcos'altro mi dà la caccia, mi vuole portare via. La guerra, la morte, la distruzione. Le facce colorate di verde e nero, le armi, le mura diroccate. Il sangue, i cadaveri. Tutto un mondo orribile che non può tollerare il mio. Un mondo che potrebbe riprendermi da un momento all'altro. Come s'è ripreso Crisolora, e anche Magni; lo so che è andato fuori strada perché di colpo, invece di vedere la statale, ha visto quei boschi, la carcassa del porta-truppe, i soldati in mimetica... ha visto l'altro mondo.

E prima o poi si riprenderà anche me. Non ho scelta, non l'ho mai avuta. Ho capito quello che mi voleva dire Giuseppe. Non c'è scampo. Noi che siamo stati contaminati da quell'altro mondo ne saremo catturati, prima o poi. In un modo o nell'altro, finiremo lì.

Proprio perché so che non mi resta ancora molto, mi sono sforzato a scrivere tutto questo. Le mie righe sono destinate a mia moglie e mio figlio: perché se un giorno il loro marito e padre dovesse andarsene, se di lui non dovesse restare traccia, se si credesse che egli sia fuggito chissà dove per chissà quali motivi infami, loro possano, leggendo queste parole, venire a sapere la verità. Come quei poveri disgraziati morti in Russia tanti anni fa, è venuta la guerra a portarmi all'inferno. Solo, una guerra che mio figlio non studierà sui libri di storia.