6. Quando mi innamorai davvero

- Mi piacerebbe amarti - aveva detto lei.

Ci conoscevamo da pochi minuti. Ero entrato nel pub e avevo scelto un tavolino libero; ordinai un drink euforizzante e guardai in giro, nella penombra. Lei era tre tavoli più in là, sconosciuta, bellissima. Sola. Ci siamo fissati; è stato un pre-amore a prima vista. La musica, nel pub Vecchio Millennio, non è mai assordante, e una voce sinto-metallica cantava in sordina un arcaico hit, Un'ora sola ti vorrei. Come d'intesa, ci siamo ritrovati allo stesso tavolino. - Ciao - ci siamo detti: e subito lei si è dichiarata.

- Anche a me piacerebbe molto amarti - ho risposto. Non sapevo nulla di questa donna, lei nulla di me. Una questione soprattutto di pelle, di occhi, di terzo senso: una circostanza ideale. In verità erano anni che non mi innamoravo. Non ho tempo per certe cose, il lavoro mi occupa sedici ore al giorno. Attenzione, non parlo di sesso: nel 2030 lo si può trovare sempre e ovunque. Intendo invece l'amore vero, quello puro, grande, superiore, travolgente, la macchina che dovrebbe muovere il mondo, farci toccare le stelle. Ebbene: ho intuito subito che Sheila era la donna giusta, l'unica. E io il suo uomo unico. Ci è bastato.

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Abbiamo inghiottito insieme le nostre pillole, siamo usciti dal Vecchio Millennio abbracciandoci e baciandoci. La notte, il mondo intero erano per noi. Siamo saliti su un razzo intercontinentale e mezz'ora dopo eravamo in un bungalow su una spiaggia delle Fiji a veder nascere il sole dal Pacifico. Dopo un'altra ora fissavamo il panorama parigino dall'alto della Tour Eiffel. Più tardi volteggiavamo nella Stazione Spaziale, e tenerci stretti scrutando la Terra era una sensazione ineffabile; ci siamo amati e inebriati da stordirci. Il tempo del rientro, in navetta, l'abbiamo trascorso giurandoci ancora amore. Abbiamo passeggiato deliranti, mano nella mano, nel verde del Central Park, sulla Piazza Rossa bianca di neve, in una savana sconosciuta, sull'altopiano di un monte a 7000 metri. Stregati, stremati dal nostro sentimento, dimentichi di fame e sete, presi solo da noi stessi.

Poco più tardi - sedevamo al tavolo di un bar, non so di quale città - Sheila ha notato che eravamo insieme da 24 ore giuste. L'effetto delle pillole bio-corticali è cessato un paio di minuti dopo, e ci siamo fissati: improvvisamente estranei, freddi. Apatici. -Addio. E' stato magnifico - ci siamo detti alzandoci. D'altronde era previsto. Non ci vedremo più, piccola Sheila. Non ti dimenticherò mai... forse.