La Cina è una delle nazioni ad alto tasso di antiche leggende. La Marvel e la Disney, non potevano non utilizzare questo singolare aspetto culturale per la loro ultima produzione cinematografica legata al Marvel Cinematic Universe. Così, Shang-Chi e la Leggenda dei dieci anelli – diretto da Destin Daniel Cretton, scritto da Dave Callaham, Destin Daniel Cretton e Andrew Lanham e con Simu Liu, Awkwafina, Meng'er Zhang, Fala Chen, Florian Munteanu, Ronny Chieng, Michelle Yeoh, Tony Leunga – sfrutta appieno questa caratteristica culturale e ci propone un cinecomic in salsa fantasy-fantascientifico.

Ho vinto.
Ho vinto.

Creato da Steve Englehart e Jim Starlin, Shang-Chi fa il suo ingresso nel dorato mondo dei fumetti Marvel nel dicembre del 1973, sulle pagine di Special Marvel Edition n. 15, prima serie. All’epoca furoreggiava in televisione e al cinema l’immaginario delle arti marziali. Bruce Lee, dopo una lunga carriera al cinema sempre con parti secondarie o al massimo come comprimario, esplose in tutto il mondo con i quattro film che lo hanno reso una leggenda: Il furore della Cina colpisce ancora (1971), Dalla Cina con furore (1972), L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente (1972) e I 3 dell'Operazione Drago (1973). In televisione, dal 1971 al 1975, per ben 3 stagioni e 62 episodi, andò in onda la serie Kung Fu con protagonista David Carradine, nei panni di un monaco shaolin cino-americao di nome Kwai Chang Caine, che scappa dalla Cina e si rifugia nel Vecchio West.

Era del tutto naturale, quindi, che all’epoca si tentasse di trasportare quell’immaginario anche nel mondo del fumetto e la Marvel ci provò, per l’appunto, con il personaggio di Shang-Chi, il più abile combattente di Kung Fu.

Nella storia a fumetti di questo supereroe, Shang è stato cresciuto per diventare un letale assassino da suo padre, l'immortale signore del crimine e stregone Fu Manchu. Tuttavia, Shang-Chi si rese conto della natura malvagia di suo padre e disertò dopo il suo primo incarico. Iniziò, quindi, ad attaccare vari elementi dell'impero criminale di suo padre e si alleò con Denis Nayland Smith e l'MI-6. Per rappresaglia, Fu Manchu inviò un certo numero di assassini per ucciderlo. I suoi viaggi lo hanno portato a incontrare numerosi altri maestri nelle arti e supereroi in tutto il mondo, fino a quando non decise di ritirarsi.

Il fumetto originale "Master of Kung-Fu" è andato avanti per quasi un decennio, cementando Shang-Chi come un punto fermo del firmamento Marvel. Il personaggio raggiunse rapidamente la popolarità, tanto da meritarsi dopo il suo esordio su Special Marvel Edition una sua testata.

Ma negli anni '80, la mania del Kung Fu si spense e con essa la popolarità di Shang-Chi, relegando il personaggio ad apparizioni occasionali in altre tesate Marvel.

Stan Lee stesso ha spinto per la realizzazione di un film di Shang-Chi con Brandon Lee negli anni '80, ma po come capita in questi casi non se ne fece nulla.

Il film di Destin Daniel Cretton è una origin story. La trama è “calcolata” per introdurre il personaggio principale. Siamo a San Francisco, dove Sean e Katy – amici e colleghi – lavorano come parcheggiatori in un grande hotel, nonostante entrambi abbiano conseguito ottimi risultati negli studi. La loro vita si divide tra lavoro e serate balorde, passate a ubriacarsi e a cantare in locali dove c’è il karaoke. Un giorno, tuttavia, alcuni enormi brutti ceffi cercano di rubare a Sean un ciondolo di giada, mentre lui e Kate sono su un autobus. Dalla rissa ne esce vincitore Sean, dimostrando di essere un maestro di arti marziali. Uno degli assalitori, tuttavia, è riuscito a rubare il ciondolo di giada a Sean. Poco dopo, il ragazzo riceve una cartolina da sua sorella Xialing che lo invita a venire a Macao. I due fratelli non si vedono da quando erano adolescenti. Sean capisce che a mandare gli sgherri è stato suo padre, l'immortale Wenwu a capo dell'organizzazione criminale dei dieci anelli. Rivela così a Katy che in realtà lui è Shang-Chi, cresciuto come assassino da suo padre, e che è scappato via quando Wenwu gli chiese di uccidere un uomo. Shang-Chi decide di partire per Macao, perché probabilmente suo padre manderà i suoi scagnozzi anche dalla sorella, che ha un ciondolo simile a quello di Shang-Chi, e Katy decide di seguirlo.

La pellicola racconta, con abbondanti flashback, la storia familiare di Shang-Chi, di come suo padre incontrò sua madre e di come quest’ultima è stata uccisa. Da quel momento il padre di Shang-Chi ha una sola ossessione, riportare in vita la moglie, ma questo può scatenare un malvagio essere molto potente e capace di distruggere tutta l’umanità.

Il film è un classico “racconto di formazione”, con Shang-Chi/Sean che fa i conti con il proprio passato e alla fine si libera della “maschera” che si era creato in America e diventa un vero e proprio supereroe.

Il film, in qualche modo, tenta di replicare il grandissimo successo di Black Panther del 2018, con la variante che qui il protagonista è cinese e non afroamericano e con una messa in scena decisamente in stile fantasy, con continui ammiccamenti alle leggende cinesi e alla cultura orientale.

In definitiva, un film comunque riuscito, anche se i fan del MCU devono aspettarsi qualcosa di decisamente diverso rispetto a quanto visto fino ad ora.