- Il versificatore nell’ambito del progetto profezie artificiali
- Il versificatore di Bruce Sterling
- Altri ospiti
- Programma
- Il progetto Profezie artificiali
Ho l'impressione che una buona parte del mio pubblico troverà strano che uno scrittore nato come scrittore dall'esperienza dei campi di concentramento, trovi poi una strada nel campo della fantascienza; a mio parere però non c'è contraddizione, ritengo che le mostruosità e i mostri partoriti dal sonno della ragione che entrano in scena e si rappresentano nel campo della fantascienza non siano poi così diversi da quegli altri mostri, i maggiori dei quali è Auschwitz, a cui abbiamo assistito nel corso di questi ultimi venti anni e che non sono scomparsi.
Queste sono le parole di cui Primo Levi si è servito per descrivere i suoi racconti di fantascienza in una intervista RAI, divenuta storica, della fine degli anni '60 in occasione della messa in onda dell'adattamento del racconto Il Versificatore, per la regia del torinese Massimo Scaglione.
Levi alternò la professione di chimico – per quasi trent'anni alla Siva di Settimo Torinese – alla scrittura. La sua incursione nella fantascienza non è stata casuale né estemporanea: quando nel 1947 esordiva con Se questo è un uomo, aveva già nel cassetto un racconto fantastico, I mnemagoghi. Da quel momento la sua produzione letteraria di genere fantascientifico non si è mai interrotta, andando a costituire oltre la metà della sua opera.
Quella di Primo Levi è una fantascienza ironica, disincantata e con una sottile vena critica che in qualche modo è vicina ai grandi autori del genere e soprattutto alla social science fiction, la fantascienza statunitense degli anni '50 che, dopo l'esplosione dell’Atomica, smette di celebrare incondizionatamente la meraviglia delle invenzioni tecnologiche per una riflessione sociale più ampia e critica.
Malgrado ciò, l'editore Einaudi inserì sulla copertina di Storie naturali, la prima raccolta di racconti di fantascienza di Primo Levi, un teaser con l'ambigua dicitura Fantascienza? e volle che l'autore pubblicasse sotto lo pseudonimo Damiano Malabaila: la science fiction era ancora considerata un genere minore e di puro intrattenimento.
Il versificatore nell’ambito del progetto profezie artificiali
Uno dei 15 racconti che compongono la raccolta Storie naturali è intitolato Il Versificatore. Si tratta di un macchinario all'avanguardia che un poeta, subissato di lavoretti di poco conto come annunci matrimoniali, rime funebri e slogan pubblicitari, acquista per realizzare più velocemente i componimenti che la clientela gli chiede. Il Versificatore permette di impostare parametri come argomento, registro, forma metrica, periodo storico e in pochi secondi emette il testo compiuto, licenze poetiche comprese.
È inevitabile, oggi, il rimando a ChatGPT, intelligenza artificiale anch’essa capace di generare testi compiuti grazie al dialogo con l’utente tramite “semplici” prompt testuali. Questa analogia non fa altro che esaltare la forza visionaria e anticipatrice che ebbe Primo Levi nell'immaginarne il funzionamento a metà anni '60.
Ed è proprio sul Versificatore che si fonda la nuova area espositiva del museo, realizzata grazie a “Profezie Artificiali”, il progetto triennale curato dalla direzione artistica del museo – Silvia Casolari e Davide Monopoli – e sostenuto da “Torino Che Cultura” della Città di Torino, con l’obiettivo di seguire da vicino l’evoluzione e gli impatti dell’arrivo dell’intelligenza artificiale, soprattutto in ambito culturale e creativo.
Il versificatore di Bruce Sterling
L’interesse del Mufant per il Versificatore di P. Levi converge con il progetto artistico di Bruce Sterling, scrittore di fantascienza statunitense, fondatore del movimento cyberpunk, nonché direttore artistico di Share Festival, il festival torinese di arte tecnologica.
Nell'ultimo biennio Sterling ha avviato un progetto di ricerca incentrato sul Versificatore, promuovendone l'unicità come anticipazione tecnologica tutta torinese dell'odierna intelligenza artificiale, da valorizzare anche in ambito internazionale.
Arriva così in mostra al MUFANT il Versificatore co-prodotto da Sterling e Mufant, una replica fedele e tecnologica del modello proposto nell'omonimo sceneggiato RAI degli anni '70, per la realizzazione del quale sono stati coinvolti il designer torinese Marcello Michielini e lo studio statunitense Multiplayer.
Nell’area espositiva anche una versione digitale del Versificatore nel metaverso del Museo, fruibile da visitatori e visitatrici attraverso visore VR, realizzato dal digital creator Mariano Equizzi.
Altri ospiti
Partecipa alla giornata Jasmina Tešanović, attivista per i diritti civili, giornalista, scrittrice e regista serba Dialogherà in talk con la co-direttrice del Mufant Silvia Casolari, sul fenomeno recente che vede un rilancio delle letterature di genere, dal fantastico al femminismo.
Share Festival porta al MUFANT le opere dello “Share campus – mockumentary dal 2050”, ideato da Francesca Ventura. Realizzato con la collaborazione della Prof.ssa Elisabetta Ajani e degli studenti dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, le opere rappresentano macchinari e tecnologie del 2050 accompagnate da un QR code che permette di vedere la rappresentazione dell’oggetto in un breve video generato con IA. Gli artefatti fanno parte del progetto APS The Sharing, associazione nata da un’idea di Chiara Garibaldi e dei soci fondatori, con l’obiettivo di promuovere la riflessione sul nuovo flusso culturale generato dall’uso della tecnologia digitale nelle nostre vite.
Ospite d’eccezione il MU-CH, il Museo della Chimica di Settimo Torinese. Andrea Fiumara e Alessandra Marengo, rispettivamente responsabile della didattica e curatrice del museo, conducono il talk “La scienza nella fantascienza di Primo Levi”, un’esplorazione delle opere di fantascienza del chimico e scrittore piemontese, tra quello che la scienza conosceva e quello che poteva solo immaginare. Verrà inoltre analizzata la scienza nascosta nella fantascienza, alla scoperta di come, spesso, sia proprio il fantastico ad aprire la strada al possibile.
Programma
Ore 15.30 – Saluti Istituzionali e intervento di Davide Monopoli, su “Primo Levi e la fantascienza”.
Ore 15.50 – Talk “La bella addormentata nel frigo. Il risveglio della letteratura di genere.” Silvia Casolari dialoga con Jasmina Tešanović, attivista per i diritti civili, giornalista, scrittrice e regista serba.
Ore 16.15 – Presentazione della Mostra “Share Campus – mockumentary dal 2050”, un progetto di APS The Sharing. Ideato da Francesca Ventura e realizzato con la collaborazione della Prof.ssa Elisabetta Ajani e degli studenti dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.
Ore 16.45 – Performance “Bruce Sterling dialoga con il Versificatore di Primo Levi”. Scrittore di fantascienza statunitense e fondatore del movimento cyberpunk, direttore artistico di Share Festival.
Ore 17:45 – Talk: “La scienza nella fantascienza di Primo Levi”. Con Andrea Fiumara, Head of Education and Public Engagement del MU-CH Museo della Chimica di Settimo Torinese.
Il progetto Profezie artificiali
L'intelligenza artificiale generativa fa ormai parte della nostra vita quotidiana. La diffusione massiva di algoritmi basati sulle IA generative, potenzialmente applicabili, con conseguenze ancora imprevedibili, a tutti gli ambiti dello scibile, rende urgente individuare modalità e strumenti capaci di rendere accessibile a tutti e tutte la comprensione della natura, e dei macro-impatti, di questo tsunami tecnologico.
Il progetto triennale Profezie Artificiali, ideato e realizzato dal Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino nell'ambito di Torino che cultura!, si propone di offrire strumenti di riflessione critica sul fenomeno, delineando un percorso critico di avvicinamento all’IA attraverso la fantascienza. Il tema dell’intelligenza artificiale, infatti, costituisce un topos tradizionale della fantascienza: innumerevoli opere letterarie e cinematografiche, molte delle quali sono entrate nell’immaginario collettivo, ne hanno profeticamente trattato tutti i possibili risvolti – sociali, politici, economici – e, soprattutto, hanno contribuito, con le loro anticipazioni e il loro esercizio di “immaginazione scientifica”, a costruire una particolare “forma mentis” che si è poi rivelata determinante per chi, come gli informatici, l’ha trasformata in realtà. Il progetto prevede una serie diversa di azioni che si articoleranno nel corso di tre anni e accosta mostre, conferenze, laboratori, installazioni, l’attivazione di una nuova biblioteca specializzata nel genere fantascientifico.












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