L'autore

Robert Charles Wilson è nato in California, ma ancora bambino si è trasferito in Canada con i genitori.

Nuova città; nuova vista dalla cameretta; nuovi vicini di casa e nuovi compagni di scuola. Non è difficile immaginare quale impatto abbia avuto su di lui il trasloco obbligato verso un luogo lontano, seppure collegato a quello originario per mezzo della lingua parlata. Il futuro autore di romanzi ha visto il suo intero mondo cambiare per volere di “un’autorità superiore” e forse ha vissuto la fase con il senso di magia tipico dell’infanzia.

Il trasferimento imposto dall’alto e l’ecosistema mutato ritornano sovente nelle sue storie.

In Mysterium, pubblicato nel 1994, un manufatto alieno trasporta un’intera città in una foresta aliena situata fuori dalla Terra.

Nell’ucronico Darwinia gli abitanti dell’Europa scompaiono all’improvviso e il continente si trasforma in un luogo selvaggio, dove l’essere umano non ha posato piede.

In A Bridge of Years (risalente al 1991), il protagonista si rifugia in un cottage per superare una crisi esistenziale, ma nella cantina scopre un varco temporale che lo scaraventa nella New York del 1963. Il passato letto sui libri di storia assume i connotati di un mondo nuovo nel quale integrarsi e sopravvivere.

La somiglianza di quest’ultima idea con quella del romanzo 22/11/’63 di Stephen King – che è uscito decenni dopo e percorre altre strade – non è forse un caso.

Come il Re, anche Robert Charles Wilson immerge persone comuni in situazioni straordinarie e ci narra le loro reazioni.

Nelle opere di King, però, la (dis)avventura dei personaggi è quasi sempre limitata nel tempo e nello spazio; il nemico è un elemento noto posseduto dall’ignoto. Pensiamo al cane in “Cujo”; o a “Christine. La macchina infernale”; oppure all’infermiera pazza di “Misery”.

Al contrario del Re, Wilson trasforma l’intero mondo dei personaggi e racconta l’esplorazione del nuovo habitat usando la lente della fantascienza.

Le differenze non terminano qui e possiamo vederle proprio in Spin.

Anche questo romanzo segue lo schema caro a Robert Charles Wilson.

Nonostante il premio Hugo vinto nel 2006, era rimasto inedito per l’Italia fin quando, nel 2018, la coraggiosa casa editrice Rocard non l’ha tradotto e pubblicato.

Spin, esce in Italia il romanzo premio Hugo di Robert Charles Wilson

Spin, esce in Italia il romanzo premio Hugo di Robert Charles Wilson

Articolo di S* Venerdì, 31 agosto 2018

Un intrigante gioco temporale in chiave planetaria e cosmica: esce in Italia il romanzo che nel 2006 valse il Premio Hugo all'autore canadese

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Trama

Tyler Dupree ha dieci anni e vive nella dépendance della Grande Casa. È questo il nome che ha dato alla villa dei Lawton, ricca e influente famiglia presso cui lavora la madre.

Una sera, mentre gioca nel giardino con Jason e Diane Lawton, le stelle scompaiono e il cielo si tramuta in un soffocante coperchio nero.

I tre bambini sembrano gli unici ad aver notato la stranezza, gli adulti non perdono tempo a contemplare l’universo, tuttavia le stranezze proseguono: la rete satellitare cessa di funzionare e le sonde inviate nello spazio registrano anni al posto dei secondi. 

Le risposte degli scienziati arrivano subito, ma hanno il sapore di una condanna a morte.

La Terra è stata avvolta dallo Spin, una gigantesca membrana che lascia filtrare soltanto un'eco della luce del Sole, nascondendo alla vista la Luna e il resto del cosmo. Nessuno sa chi l’abbia costruito e installato; l’unica cosa certa è che lo Spin ha creato un gradiente temporale: ogni anno trascorso sulla Terra corrisponde a cento milioni di anni per il cosmo; ciò implica che nel giro di poche decadi, misurate secondo il tempo terrestre “accelerato”, l’umanità dovrà fronteggiare un evento normalmente previsto nel futuro remoto: la fine del Sole, destinato a espandersi in una gigante rossa avviluppando nelle sue fiamme i pianeti interni del sistema solare, e la conseguente distruzione della Terra.

Per Tyler, Jason, Diane e il resto dell'umanità inizia un viaggio esistenziale scandito da una domanda: non c'è alcuna via di scampo alla fine del mondo?

Recensione

Tutti cadiamo, e finiamo a terra da qualche parte  

Le stelle campeggiano sulla copertina disegnata da Mario Iovieno.

Le stelle sono anche le messaggere dell’idea alla base di Spin.

La ricetta è semplice: Robert Charles Wilson, demiurgo della storia, rinchiude la Terra dentro una membrana aliena, ci piazza sopra la classica spada di Damocle (la minaccia dell’estinzione) e osserva le reazioni dell’umanità.

Se tutto ciò vi ricorda il paradosso del gatto di Schrödinger, avete visto bene.

L’autore ci porta dentro la scatola, ci indica la fiala di veleno sospesa nel vuoto e ci domanda: "Cosa fareste, cari gattini?"

La sua risposta è: ognuno cercherebbe una via di fuga.

Tre sono le parti del corpo che guidano le persone nelle decisioni: pancia, testa e cuore. Perciò, alcuni esseri umani proverebbero a sfondare la scatola, a scavare un passaggio, a grattare le pareti; altri osserverebbero a lungo il meccanismo per capire come rimuovere la minaccia; altri ancora fuggirebbero nel qui-e-ora, vivendo a fondo il tempo che resta. 

Consapevole delle regole della narrativa e dei canoni fantascientifici, Robert Charles Wilson traduce la triade "testa-cuore-pancia" in "scienza-umanità-fede" e la raffigura nei tre personaggi principali.

Così Diane decide di pancia e si rifugia nella fede, aderendo a una nuova religione scaturita dalla presenza dello Spin. La membrana trascende le nostre conoscenze e permea ogni angolo di cielo, ma trascendenza e immanenza sono qualità divine e, difatti, ai misteriosi creatori dello Spin viene dato il nome di “Ipotetici”. Che loro esistano è solo un’ipotesi, come lo è l’esistenza di Dio.  

Mentre alcuni esseri umani pregano, altri esaminano la situazione.

Jason, fratello di Diane, simboleggia la ragione; lo stesso ruolo è assegnato al padre, E.D. Lawton. Sia il ragazzo che il genitore usano la scienza e lo Spin per perseguire i loro scopi, ma mentre E.D. insegue il lucro in un delirio capitalistico che lo spinge a rispolverare vecchie tecnologie, Jason vede nella tecnologia un mezzo di evoluzione, di esplorazione e di indagine del cosmo; del resto se capisci cosa cerca di fare il tuo nemico, aumenti le probabilità di sopravvivere.

L’autore sfodera una serie di idee non banali e le scodella al lettore durante i dialoghi tra Tyler e Jason. 

Infine abbiamo Tyler, che agisce col cuore: la sua profonda umanità si manifesta nella professione di medico ma anche nei tanti desideri inespressi.

Come ci si costruisce una vita sotto la minaccia dell’estinzione?  Tyler prova a rispondersi, mentre ci narra quarant’anni della sua vita e di quelle dei suoi amici.

Sebbene guidi il lettore nel romanzo, non si comporta da protagonista. Sbircia le vite degli altri mentre si arrabatta con la propria. Segue la corrente. Taglia dei traguardi – la laurea, il lavoro – e tuttavia mantiene un approccio passivo alle cose. Gli unici veri progressi scaturiscono dalle notizie portate da Diane e dalle rivelazioni di Jason riguardo agli Ipotetici. Ciononostante, lungo le pagine anche Tyler si trasforma e in modi inaspettati.

Spin è dunque la storia di come l’umanità affronta un imprevisto di portata planetaria; la storia di un’intera generazione obbligata a crescere sotto la minaccia dell’estinzione. 

La vicenda si sviluppa su due linee temporali: quella del presente offre un incipit in medias res in cui vediamo Tyler in fuga con Diane e alle prese con un misterioso malanno.

L’autore, sicuro dei suoi mezzi, inserisce il primo colpo di scena nel titolo del primo capitolo: siamo a quattro miliardi di anni nel futuro. Il mondo mostrato è stranamente simile al nostro, eppure sfoggia elementi alieni.

L’Arco, una solida costruzione, attraversa il cielo alla stregua di un arcobaleno senza tuttavia dissolversi nell’aria.

La soluzione all’enigma del presente si annida nel passato, vero cuore del romanzo, ed emerge lungo il libro grazie ai numerosi flashback, a un buon dosaggio delle informazioni e a una semina intelligente, fatta capitolo dopo capitolo.

Tyler narra con uno stile delicato e realistico, un tono rassicurante e ipnotico, da medico abituato a tacitare le ansie dei pazienti. Pesa le parole e privilegia suoni morbidi, caratteristica ben riportata in italiano dalla traduttrice.

È una persona normale in una situazione straordinaria, incredibile e misteriosa, proprio come succede nelle storie di Stephen King, ma Robert Charles Wilson limita le atmosfere thriller, preferendo coltivare il sense of wonder. Ce n’è tanto in Spin.

Il tono serafico della narrazione può annoiare i lettori che cercano un thriller ad alto tasso di suspense. Non c’è panico nella voce di Tyler, solo l’umana costatazione della caducità delle cose.

La sottotrama di Carol, madre di Diane e Jason, è piuttosto ininfluente e la rivelazione finale che la riguarda è superflua, anche se proprio in questa parentesi l’autore regala una delle perle di saggezza che trapuntano il romanzo.

Siamo nati tutti estranei a noi stessi e agli altri, e raramente veniamo presentati ufficialmente.

Insufficiente anche la sequenza ambientata nel ranch: là dove un autore come Stephen King avrebbe sguazzato nelle atmosfere crepuscolari (pensiamo a Dolores Claiborne), Robert Charles Wilson, nelle vesti di Tyler, si fa catturare ancora una volta dal fascino della potenziale fine, attenuando l'emozione del momento. 

Tra i difetti si annoverano anche la poca evidenza dei titoli dei capitoli e l’allineamento anomalo dei numeri sulle pagine poste a sinistra. Al di là delle imperfezioni il volume rappresenta un bell'esordio per la casa editrice.

Conclusione 

Spin non è un thriller. È un viaggio nell'universo oltre la Terra e nel cosmo interiore dei personaggi. È una storia in cui mainstream e fantascienza si fondono nella meraviglia quotidiana di essere vivi. Quando delle intelligenze superiori ti imprigionano dentro una scatola come "il gatto di Schrödinger"; quando sopra di te c’è una fialetta di veleno che potrebbe rompersi uccidendoti all’istante; allora la vita prende la forma di un limbo e poi di una navigazione a vista in acque sconosciute, in direzione di un mondo nuovo. 

Spin è il primo volume della trilogia omonima, tuttavia può essere gustato benissimo da solo; nell’attesa – e nella speranza – che anche i sequel Axis e Vortex trovino la strada per l’Italia. 

Consigliato a chi apprezza storie intimistiche e anche ai lettori che si approcciano ora alla fantascienza.