Ricordo un televisore di marca Grundig, rosso fiammante e assolutamente in bianco e nero (mio padre si rifiutava di comperare un costosissimo modello a colori) davanti al quale io ero costretto a vere acrobazie a base di antenne “a banana” e piccoli aggiustamenti del selettore di frequenza per poter vedere gli episodi di Star Trek – TOS trasmessi da Telemontecarlo.

Era il 1979 e stavo contraendo il morbo Trek.

Il morbo mi ha portato a costruire modellini con tubi porta poster e piatti di

Guardians of Star Trek?
Guardians of Star Trek?

carta, comperare qualsiasi romanzo/antologia (all’epoca solo Mondadori) che nominasse Star Trek, correre al cinema per farmi venire i brividi durante la carrellata che Scotty fa fare a Kirk per scoprire il restyling dell’Enterprise nonché ad iscrivermi allo STIC – Star Trek Italian Club (poi abbandonato a causa della mia innata pigrizia nel rinnovare tessere ed associazioni).

È stato bello, anzi bellissimo, negli anni, scoprire che non ero il solo ammalato, ma che come me c’erano tantissime altre persone che affollavano le convention dove scoprii anche i giochi di narrazione sul Web (che hanno portato ad amicizie e contatti tutt’ora in corso).

E mentre da un lato condividevo questa passione, dall’altro le serie Trek diventavano quasi una costante televisiva con Star Trek: The Next Generation, Star Trek: Deep Space Nine, Star Trek: Voyager ed Enterprise.

Sempre intervallate dai film che, progressivamente, abbandonarono i personaggi della Serie Classica per agganciare quelli di TNG e, infine, operare il reboot nell’universo parallelo creato da J.J. Abrams.

Lo so che vi sono note tutte queste vicende, dunque sto scrivendo solo per autocelebrazione o per annoiarvi? No, il mio scopo è un altro, riportare alla memoria quanto ho sentito in discussioni, articoli, convention, forum in tutti questi anni riguardo le serie (i film, almeno per ora, sono esclusi).

Partiamo da TNG.

Non ditemi che non avete sentito frasi come queste: Come? Non doveva esserci la nuova missione quinquennale di Kirk? Un Klingon a bordo? Data non sarà mai come Spock! Che diavolo ci fa un Consigliere sul ponte di comando? Oddio i salti temporali! Non male la sigla.

Ok, andiamo a DS9.

Una stazione? E dov’è finita l’esplorazione? Sisko decisamente moscio rispetto a Picard! Meno male che c’è Worf! Questa serie non è Trek, troppa guerra! Non male la sigla.

Aspettate, c’è ancora Voyager.

Una donna capitano? Janeway? Nonna papera?! Troppi nuovi alieni! Ma insomma tornano o non tornano? La tecnologia è troppo avanzata! La nave è poco/troppo potente! Scarsa la klingon! Non male la sigla.

Finiamo con Enterprise.

Forse la frase più usata fu: meno male che è scritto Ispirata e non Basata su Star Trek perché di Trek non ha niente! Oddio i salti temporali, addirittura una Guerra Fredda temporale! Troppi alieni nuovi, e i Klingon? La sigla? Non è trek!

Quindi, dal 2006, undici anni di buio televisivo.

Nel frattempo però, le serie continuavano a girare sui più diversi supporti video e, piano piano, conquistavano il valore dell’invecchiamento.

Nel futuro non c’era nemmeno l’idea di una nuova astronave e, rivedendo di nuovo le serie concluse, si scoprivano veri gioielli nascosti, episodi di qualità superiore anche ai film che avevamo visto fino al 2002, archi narrativi avvincenti, personaggi disegnati a tutto tondo, tante piccoli gioielli che ci erano sfuggiti, forse, chissà perché.

Star Trek: Ritorno al futuro
Star Trek: Ritorno al futuro

Qualsiasi serie di Star Trek aveva i suoi alti e i suoi bassi ma andava ricordata con affetto, fosse anche solo per qualche episodio.

Ci siamo nutriti di fanfiction, telefilm amatoriali su Youtube e progetti dal percorso accidentato.

Ma sapevamo in cuor nostro, sotto il badge di Starfleet, che il mondo non poteva resistere senza una serie di Star Trek, ci speravamo anche senza dircelo.

Fino alla comparsa dei primi due episodi di Star Trek: Discovery.

E, indovinate un po’?

Ecco i primi commenti: Non è Trek! E questi sono Klingon? Due donne Capitano e Primo Ufficiale? Janeway era meglio! La sigla? Vuoi mettere quella di Enterprise quanto era bella?

Abbiamo ricominciato tutto da capo.

Il ciclo di vita della nuova serie Trek parte, come al solito, nella felice contrapposizione dei mugugnanti e degli entusiasti, verranno di sicuro altre rimostranze, rivaluteremo all’ennesima potenza anche le debolezze delle serie precedenti.

Ma continueremo a guardarla.

Perché davvero il mondo è meno sopportabile senza Star Trek, il suo viaggio tra le stelle, la Federazione con le sue navi e tutte le razze aliene che ben conosciamo.

Sono sicuro che quando la CBS deciderà di chiudere Discovery manderemo tweet e mail per farla proseguire, e quando poi avrà sedimentato nel barile degli anni, la riscopriremo piacevole e singolare come tutte le altre.

Perché chi ama Star Trek discute ma sa rifuggire dai fondamentalismi, e soprattutto non vede l’ora di poter proseguire il viaggio “Out there, thataway”.