Lanfranco Fabriani è il classico esempio di scrittore che ha fatto la gavetta, iniziando a pubblicare sulle fanzine per poi passare alle riviste e alle antologie, fino alla consacrazione con due romanzi. Nato a Roma nel 1959, Lanfranco si è laureato nel 1986 in letterature comparate con una tesi sulla fantascienza post atomica.

Il suo esordio è avvenuto nel 1982, sulla fanzine The Time Machine con il racconto Studio in grigio ed è proseguito con altre storie brevi apparse su fanzine quali Vox FuturaThx 1138The Dark Side. Nel 1984 è stato finalista alla sesta edizione del Premio Mary Shelley e premiato come miglior esordiente. Tra i suoi racconti ricordiamo almeno il bellissimo Come si può uccidere così un amore? (I mondi di Delos, Garden Editoriale, 1999).

Nel 2001 vince il premio Urania con Lungo i vicoli del tempo, romanzo riproposto dalla Delos Books per la collana Odissea Fantascienza (disponibile anche in ebook). Con Nelle nebbie del tempo vince per la seconda volta il Premio Urania e si guadagnerà anche un Premio Italia. Di Fabriani Delos Books ha pubblicato anche I quadrivi del tempo e dello spazio, che raccoglie tutti i racconti brevi.

A Lanfranco abbiamo rivolto alcune domande in merito al ritorno di Lungo i vicoli del tempo e al suo protagonista, l’agente Mariani che lavora all’Ufficio Centrale Cronotemporale Italiano (UCCI), un servizio segreto che ha il compito di salvaguardare le linee temporali. Ma la vita di un agente segreto temporale non è facile. Viaggiare tra i secoli, vivere sotto copertura in epoche diverse dalla propria, non poter godere delle minime comodità a cui si è abituati, dalla luce elettrica ai semplici servizi igienici. In più occorre tenere d’occhio gli agenti nemici, sempre pronti a cercare di mandare a monte un matrimonio, bloccare un accordo, anche uccidere qualcuno per scatenare una concatenazione di eventi che modifichi la storia e favorisca il loro paese nel futuro.

Partiamo dal topos del viaggio nel tempo. Cosa ti intriga di questo filone della fantascienza? 

Se prendiamo in esame il viaggio nel tempo nel passato, l'idea che le cose potrebbero essere andate differentemente ma al tempo stesso anche l'idea del perché le cose non potrebbero mai andare differentemente. Noi siamo abituati a concepire la storia come inamovibile, sta lì, è accaduta, c'è un motivo per cui le cose sono andate in quel modo – nell'epoca del positivismo c'era l'idea di storia come sviluppo continuo, di progresso – invece zac, arriva la fantascienza che ti dice che magari la storia è andata così perché qualcuno ha schiacciato la farfalla sbagliata nel cretaceo (Bradbury: “Rumore di Tuono”) o è comparso dove non doveva e ha fatto perdere la battaglia di Gettysburgh a chi l'aveva vinta (Moore: L'Anno del giubileo). Insomma, la fantascienza al suo meglio può farci fare una sana riflessione sui perché e i percome della storia umana, ci consente di fare un passo di lato e riflettere sulla nostra idea di storia. E Poi naturalmente ci sono i paradossi temporali. E' molto interessante, vedere come logicamente gli scrittori di fantascienza ammettono o negano la possibilità di paradossi temporali  e come giocano con questo concetto.

Quali sono i romanzi incentrati sul viaggio nel tempo che ti sono particolarmente piaciuti come lettore e magari hanno avuto un ruolo anche nella scrittura di Lungo i vicoli del tempo? 

Beh, quelli che mi sono piaciuti stanno da una parte, quelli che hanno avuto un ruolo stanno dall'altra. Come lettore amo particolarmente uno dei capostipiti del genere: Uno Yankee alla corte di Re Artù, di Mark Twain, una bella satira, intrisa di critica sociale. Penso che chiunque voglia scrivere un heroic fantasy medievale dovrebbe prima leggere Uno Yankee.... Poi viene Il paradosso del passato di Robert Silverberg, dove assistiamo alla svilizzazione del viaggio nel tempo, trasformato in una impresa commerciale e che è  un po' un precursore dei romanzi della Kage Baker. Sicuramente un posto importante, per motivi diversi ce l'hanno sia INRI di Michael Moorcock e uno dei pochi romanzi di viaggi nel tempo ambientati nel futuro: L'anno del sole quieto di Wilson Tucker. Ma tu mi hai chiesto dei romanzi, va detto però che molte delle opere migliori su questa tematica, sono tra i racconti, come d'altronde gran parte delle opere migliori della fantascienza.

Per quanto riguarda invece i romanzi che hanno avuto un ruolo nella scrittura di Lungo i Vicoli del Tempo c'è sicuramente, come penso di aver detto più volte, il ciclo della pattuglia temporale di Anderson. Lungo i Vicoli del Tempo, o meglio ancora “I quadrivi del tempo”, il racconto da cui è scaturito il romanzo, è stato scritto praticamente in colloquio o meglio ancora in dibattito con questo ciclo. I personaggi di Anderson sono tutti buoni e retti, a me non sembrava che dovessero essere così, meno che mai in Italia.