- E per fare cosa? - chiede lei, sempre più stupita. - Per fare l'amore, è ovvio - spiego, un tantino esasperato.Maurella scuote la testa, con aria di affettuoso rimbrotto.- Ma, tesoro, che cosa ti salta in mente? I rapporti fisici sono pericolosi, non lo sai? E poi sono una cosa sporca, con tutti quei fluidi organici: sudore, saliva, sperma, bave, lacrime. E poi c'è anche l'odore, ci pensi? No, no, sarebbe una cosa assolutamente disgustosa.Lascio perdere. Ormai è fin troppo chiaro che non ne ricaverò niente. Chiudo la comunicazione e l'immagine di Maurella scompare dal visore, lasciandomi una sensazione netta di frustrazione. È una donna bellissima, ma di fatto irraggiungibile. A dire il vero non so neanche che età abbia. Ormai, con le ultime tecniche di ringiovanimento disponibili – chirurgia, trapianto, ricrescita cellulare – non è più possibile capire che età abbia qualcuno, a meno di saperlo per conoscenza diretta.D'altra parte, con il tasso di incremento demografico sostanzialmente azzerato e il conseguente invecchiamento progressivo della popolazione, favorito dal continuo prolungamento della vita media, la scienza medica non avrebbe assolutamente potuto evitare di concentrarsi sulle tecniche di ringiovanimento.

Mentre medito sull'opportunità di tentare con qualcun'altra, mi telefona il dottor Morini.

- Lei doveva chiamarmi alle 21 precise - mi fa notare con aria di blando rimprovero.

- Davvero? Be', mi è passato di mente  ribatto, senza nemmeno tentare di nascondere la mia riottosità.

- Signor Carena - ammonisce il dottor Morini, - se lei non collabora, rischia di compromettere le possibilità di successo della terapia.

- Terapia? - chiedo, un po' allarmato. - Di che terapia parla? Vuol dire che sono malato?

Il dottore fa un cenno con la testa, una sorta di ammissione parziale.

- Lei è stato ammalato - dice. - Piuttosto seriamente, anche. Il suo problema attuale è un effetto secondario, legato alla tecnica che è stata utilizzata per riuscire a farla guarire.

- Non sia così reticente -, protesto. - Di quale problema sta parlando?

Il dottor Morini scuote la testa.

- Il fatto che lei non sia consapevole della natura del problema fa parte del problema stesso - dichiara sibillino. - Mentre il fatto che io non possa spiegarle di che problema si tratta fa parte della terapia che stiamo tentando di applicare.

- Lei mi sta irritando, dottore - dico spazientito. - Può dirmi che razza di malattia ho avuto, almeno?

- Una malattia molto grave - dice lui, vagamente.

- Lei mi ha davvero scocciato, dottore - dico, interrompendo la telefonata.

Il volto magro del dottor Morini svanisce dallo schermo del videotelefono. Era ora. Che cazzo ne vuol sapere lui, dei miei problemi? Il mio problema è uno solo: riuscire a trovare qualcuno, una donna, che sia disponibile. Che sia davvero disponibile, voglio dire. Il che significa disposta a incontrarmi, disposta a farsi toccare, disposta a farsi baciare, disposta a farsi annusare, disposta a farsi leccare anche, perché no? Disposta a farsi gustare, insomma. Sì, questo è il termine giusto. Dà l'idea di ciò che vado cercando.

Possibile che non ci sia più nessuno che abbia voglia di intimità fisica? Di vera intimità fisica, intendo. Suppongo che quella testa di cazzo del dottor Morini classificherebbe questo mio impulso come un particolare tipo di deviazione sessuale, una sorta di perversione da contatto: l'irresistibile desiderio di toccare il proprio oggetto sessuale, una vera e propria mania. Eppure, per quale strano motivo io trovo questa pulsione del tutto naturale, invece? Potrebbe essere che io sia davvero malato, dopotutto, o almeno che abbia un problema di qualche tipo? Che cosa ha detto il dottor Morini? Ha parlato di un qualche effetto collaterale, se non sbaglio.

A ogni modo è inutile che io mi ci rompa la testa. Non sono certo in grado di venirne a capo. So soltanto che ho questa irresistibile voglia da soddisfare. Per il resto, mi pare di stare abbastanza bene. Del resto il dottor Morini mi ha detto che non sono malato. Secondo lui ho un problema non meglio precisato, ma mi ha fatto capire che non sono affatto ammalato. Non più, almeno.

Così, credo che cercherò di soddisfare questo mio impulso. Poi, forse, lascerò che il dottor Morini riprenda la sua misteriosa terapia, per curare questo mio misterioso problema. Ma, per il momento, penso proprio di avere altre priorità. Nella vita, è tutta una questione di priorità, in fondo. O almeno credo.