Ma la maternità è dietro l'angolo, insieme  a tutte le paure che gli altri film della saga hanno sempre messo in scena. Ed è quella del personaggio della dottoressa Shaw (che è allo stesso tempo debitrice a Ripley per  la propria costruzione ma nella cronologia della saga le è addirittura “antenata”), fecondata dal suo compagno infettato da (guarda, guarda) un androide ambiguo che si diverte a pasticciare con le secrezioni aliene. La scena più forte del film è il taglio cesareo autogestito con il quale Shaw si estrae il parassita. Una scena che per il pubblico femminile rappresenta forse il momento più disturbante dell'intera pellicola. La madre Shaw non solo si ribella alla figura maschile che è allo stesso tempo padre (l'Ingegnere) e compagno (il dottor Holloway) ma si sbarazza della progenie per assecondare il proprio istinto di sopravvivenza. E quando l'Ingegnere arriverà da lei per ucciderla sarà proprio Shaw a darlo in pasto al proprio figlio tentacolare enormemente cresciuto. E qui la scena andrebbe vista più volte e discussa, perché è estremamente ambiguo ciò che accade. I tentacoli del mostro fuoriescono dalla porta del laboratorio e pur lambendo Shaw non la ghermiscono attirando invece l'ingegnere che verrà fecondato per generare un Proto-Alien. L'ambiguità della scena sta proprio in quel guizzo del tentacolo che non aggancia Shaw. Non si capisce, infatti, se dietro quel fallimento ci sia una reale impossibilità o la scelta di un figlio che pur rinnegato dalla madre non riesce comunque ad ucciderla. La fecondità è un argomento profondo, che fa risuonare in qualsiasi essere umano emozioni profonde, e la saga di Alien a mio parere fonda una buona parte del suo successo anche su questo. Quanta paura può farci una madre e quanta paura una donna può avere di diventare madre? A conclusione voglio precisare che le riflessioni sulle paure materne derivano dal mio lavoro ventennale di ginecologo e che aver potuto vedere Prometheus insieme a mia moglie mi ha aiutato ad avere uno sguardo femminile sulle scene esaminate spingendomi a riesaminare l'intera saga. È per questo che le dedico l'articolo.