Hai (ri)letto tutto il leggibile, oppure conoscevi già a memoria i suoi lavori? Avevi in mente lo scrittore più mainstream o quello più sperimentale?

Ho riletto qualcosa, più per rinfrescarmi la mente sullo stile narrativo che altro. E ho divorato la biografia di Sutin che è del 1998 e gli scritti di Dick non narrativi, allo scopo di cogliere meglio il personaggio. Perché comunque è lui il protagonista ed è di lui che si doveva parlare. Quale Dick avevo in mente, mi chiedi? Tutti quanti! E non ce n’erano mica solo due... anzi, una delle difficoltà che ho incontrato scrivendo questo libro è stato dare voce ai diversi aspetti di Dick senza farlo sembrare uno schizofrenico. O comunque, senza farlo sembrare troppo schizofrenico!

Le trasposizioni in altri media dello “Shakespeare della fantascienza” ti hanno in qualche modo aiutato o hai finto di dimenticarle?

Se ti riferisci al cinema, non c’è stato bisogno di fingere. Le ho dimenticate, rimosse dalla memoria da un inconscio che vuole salvaguardare la mia salute mentale. Perché, diciamolo chiaramente, con la parziale eccezione di Blade Runner (che resta un bel film, ma non ha nulla a che vedere con Dick), tutto il resto è tranquillamente ignorabile. Gli adattamenti a fumetti delle sue opere, invece, semplicemente non li ho mai letti.

Come avete organizzato il lavoro? 

Per finire il lavoro ci abbiamo messo pochi mesi, lavorando a ritmi serratissimi. Io ho scritto la sceneggiatura, poi Pierluigi Ongarato ha disegnato e l’editore ha supervisionato la lavorazione. Ma in tutte le fasi produttive siamo stati sempre in contatto diretto: è stato un lavoro delicato, avevamo bene in mente ciò che volevamo raccontare e niente poteva essere fuori posto. Quindi, parte dell’impegno è stata anche tenere le redini della situazione in modo da avere sempre tutto sotto controllo. Che è tipico di questo lavoro, ma nel caso specifico è stato più complesso del solito.

Come mai avete scelto un titolo così “minimalista”?

È una scelta politica della casa editrice titolare le sue biografie semplicemente con il nome della persona in questione. La possibilità era, semmai, quella di aggiungere il sottotitolo, ma non ci è sembrato necessario.