Una grande quantità della produzione fantascientifica è composta di romanzi (e anche racconti) legati al cinema e alle serie TV: tutte le serie di Star Trek, ma anche Batman, Alien, Star Wars, Quantum Leap, X-Men, Roswell e altri. In italiano sono usciti il brillante The Mist (1998, nella serie The Captain’s Table legata a Star Trek: Deep Space  Nine) e X-Men (2000), novelization del film omonimo, entrambi scritti con D.W. Smith.6 Fra quelli che abbiamo letto, il nostro preferito resta Echoes (1998), nell’universo di Star Trek Voyager, scritto insieme a Smith e a Nina Kiriki Hoffman, una sfrenata storia dell’incontro fra (letteralmente) infiniti universi paralleli.

Negli ultimi anni, dalla omonima novella del 2000 è partita la serie del Retrieval Artist, con sette romanzi pubblicati a partire da The Disappeared (2002), a cui se ne sta per aggiungere almeno un altro. In un lontanissimo futuro in cui gli umani interagiscono con una quantità di specie e culture aliene, le trame ruotano intorno alle decisioni di un sistema giudiziario galattico spesso imperscrutabile, e ai tentativi di difendersi e sfuggirvi. Fra crimini reali e tragici fraintendimenti, i romanzi affrescano un universo in costante conflitto culturale, in cui i protagonisti sono varie forme di cacciatori di taglie con relativi oppositori, dalla parte della legge o dei fuggitivi, in una originale fusione fra space opera e poliziesco.

Non mancano, comunque, i romanzi stand-alone, fra cui l’ultimo, un trittico di romanzi brevi intitolato Diving into the Wreck (2009, basato su una novella del 2005), storia di “immersioni” per il recupero di un relitto ovviamente spaziale.

La fascinazione per gli scenari spaziali, per l’ucronia e per l’approfondimento emotivo convergono in questo Recovering Apollo 8, pubblicato su Asimov’s nel 2007 e vincitore dello Sidewise Award for Alternate History. Se la generazione della New Wave, da Ballard a Malzberg, aveva ritenuto giusto sconfiggere i sogni dei padri fantasticando sull’autodistruttività delle missioni spaziali, per Rusch gli immaginari astronauti morti sono l’occasione di una rivitalizzazione del sogno. Il tycoon di un mondo alternativo in cui fallisce la missione Apollo 8, la prima che “per noi” riesce a circumnavigare la Luna, trova proprio nella tragedia spaziale la motivazione per perseguire e realizzare i suoi sogni.

Lasciamo a chi legge il gioco di rintracciare le figure per noi familiari nel contesto straniato: un gioco a cui Rusch si lascia andare con oculata moderazione, e questa sobrietà è forse la miglior dimostrazione della sua abilità. Di certo, il suo Richard Johansenn è diretto discendente dello Harriman dell’Uomo che vendette la luna di Heinlein, una rivisitazione affettuosa anche dei sogni della SF americana stessa, e l’intera storia è un omaggio a una fantascienza in grado di creare miti culturali. O almeno, sulle orme del protagonista, di continuare a cercarli, a inseguirli. A “recuperare” il futuro.

Note

1 Kris Rusch, L’angelo di Hitler, Delos Books 2010 (Odissea Mystery 11). Nello stesso genere, nel 2010 è anche stato tradotto, direttamente in ebook, il racconto Tranne la musica (40k).

2 Rispettivamente, A fior di pelle, in Destinazione spazio, a cura di Donald A. Wollheim, Urania 1142 (1990); Millennium Babies, in I premi Hugo 1999-2001, Nord 2002.

3 Si veda il sito dell’autrice: http://www.kristinekathrynrusch.com/. Per la bibliografia italiana, la fonte è ovviamente il Catalogo Vegetti: http://www.fantascienza.com/catalogo/autore.php?id=4595.

4 Ed. it. Le bianche nebbie del potere, Fanucci 1994.

5 I cinque volumi della Saga dei Fey sono stati pubblicati in italiano dalla Editrice Nord fra il 1999 e il 2001.

6 Rispettivamente, La tavola del capitano: Il segreto dei Mist, Fanucci 1999; e X-Men, Fanucci 2000.