Un profondo e meditato senso del dramma e una buona dose di senso dell’umorismo caratterizzano il Thor diretto da Kenneth Branagh.
Un film che, nonostante i tradimenti inevitabili, è fedele allo spirito del personaggio creato da Stan Lee e al lavoro iconografico di Jack Kirby.
Il Thor che incontriamo, però, non è un dio dalla doppia vita umana e terrena. È un essere celeste caduto sulla Terra in quanto esiliato dal padre Odino per avere mancato di obbedire ai suoi comandi.
Il casuale ‘scontro’ con un’avvenente scienziata portata sullo schermo da Natalie Portman ha più dell’incontro ravvicinato del terzo tipo che del classico colpo di fulmine, eppure è parte integrante di un percorso umano e psicologico attraverso cui un dio arrogante conquisterà la saggezza e il diritto a diventare Re.
Leggermente troppo lungo al suo inizio e con un 3D che non aggiunge nulla alla forza della visione branaghiana, Thor è senza dubbio uno dei migliori film sui supereroi Marvel in quanto figlio di un cinema d’autore incontratosi con una vena commerciale insolitamente scanzonata.
Lo scontro padre – figlio tra Odino e Thor, la presenza di Loki come fratello traditore, l’ambientazione nel New Mexico che fa pensare, inevitabilmente, agli UFO e all’Area 51 rendono questa pellicola un divertissment intelligente, leggibile anche come prologo del prossimo I Vendicatori.
In Thor si percepisce una forte eco dell’Enrico V shakespeariano, così come ci si diverte ad apprezzare il duplice spazio narrativo tra Asgard e la Terra di cui Thor diventa un tramite sorprendente, vittima di una punizione paterna da cui dovrà trarre una lezione importantissima per il suo futuro.
Spettacolare e brillante, Thor finisce nella maniera meno prevedibile possibile, con una trama che tra western e cappa e spada sembra deliberatamente richiamare alla memoria gli eroi sbruffoni e testardi interpretati da Errol Flynn nella Hollywood degli anni d’oro. Un film, quindi, destinato ad un pubblico il più ampio possibile che beneficia pienamente del talento del suo regista, nonché della qualità interpretativa di un grande cast che oltre ad annoverare nel ruolo principale dell’eroe nordico il giovane e notevole Chris Hemsworth propone interpreti di grande carisma come Anthony Hopkins, Stellan Skarsgaard, Rene Russo, Ray Stevenson, Asano Tadanobu e Samuel L. Jackson, sempre a patto che vogliate apprezzare il cameo di quest’ultimo in un breve spoiler che appare dopo lo scorrimento di tutti, ma proprio tutti, i titoli di coda.
26 commenti
Aggiungi un commentoMamma mia che boiata di film. Sì, bella Asgard, ma il resto del film è vuoto pneumatico bidimensionale. C'è un solo personaggio che faccia qualcosa di sensato?
sottoscrivo...non un film epico ma divertente...senza trame complesse...o pretese di colossal...mi ha fatto l'effetto ID4...
Sì. Non ricordo chi e non ricordo cosa, ma mi pare di ricordare che lo faccia a circa metà del secondo tempo.
Comunque a me il film è piaciuto.
Secondo me si vede che Branagh si è impegnato nel dirigere questo film cercando di mantenere certi equlibri che potevano sfociare nel ridocolo, le antiche faide familiari poi sono il suo forte...
In altre sedi ho avuto modo di leggere il mancato apprezzamento nei confronti dei siparietti comici, io li ho trovati divertenti e ben vengano sempre e comunque di questo tipo piuttosto che grossolani come quelli di Bay.
Mi sarebbe piaciuto vedere qualche scontro "asgardiano" in più con protagonisti il Trio alleato di Thor, veramente simpatici e ben riusciti.
Per me è un 6 pieno.
Visto anche io.
Mah, devo dire che non mi aspettavo molto, se non vedere quanto avevo letto nei fumetti. In realtà, le differenze dal fumetto sono parecchie, ma il film me lo sono goduto. Chiaro, sono film che a me piacciono, ma non lo ritengo malvagio, anzi, è guardabile anche da chi non segue i supereroi (ma comunque deve sapere cosa l’aspetta, di questo qua si parla).
Thor è un po’ un Thorino, piccolo rispetto al corrispondente del fumetto (che a occhio è sui 2,20 mt e sui 300 kg). Sif è meno fighetta, Volstagg non ha la enorme panza, Loki mi è sembrato un tantino sbagliato come attore, anche Odino è più massiccio, anche se Hopkins va bene per la parte. Pure, tante cose sono ben fatte, da Asgaard (un po’ simile a certe zone di Pandora, invero), al ponte dell’Arcobaleno, al martello, etc… La storia regge, anche per una buona ironia che hanno saggiamente pensato di inserire.
Cast non indifferente, ci sono anche Natalie Portman, Skarsgard, anche l’emergente Kat Dennings, che mi piace (era l’amica della Portman). Dirige Branagh, che si sarà pure divertito, immagino. Concludendo, io sarei pure per un 7, che è anche il voto medio del grande pubblico. Film che anche a vederlo si capisce sia costato un patrimonio, non ha avuto alcun problema al botteghino, anche se non ha “spaccato” come si immaginava, neanche col martello a disposizione.
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