Arrivata all'ultimo numero a due cifre (senza dubbio un bel traguardo) Urania Collezione apre le porte a un autore giapponese, una vera e propria istituzione nel suo paese, e non solo.
Affascinato da Edgar Allan Poe al punto da assumerne come pseudonimo la trasposizione fonetica del nome, Edogawa Ranpo è autore di decine di romanzi e racconti, purtroppo ancora poco noti nel nostro paese, l'antologia L'inferno degli specchi colma parzialmente questa lacuna.
Immaginate di trovarvi a casa, comodamente seduti e intenti a leggere la corrispondenza, una tranquilla attività che sembrerebbe precludere ogni minimo accenno all'orrore.
Ma, come scopre a sue spese Yoshiko, a volte sono le situazioni più famigliari quelle più inquietanti.
Fukiya è intelligente e sicuro di sé, per questo è convinto di riuscire a portare a termine il delitto perfetto, anticipando le mosse degli investigatori in un duello mortale.
Ma quando ci si confronta con Kogoro Akechi anche ill minimo errore può portare alla catastrofe.
Da quando suo marito Sunaga è stato mutilato in modo orribile Tokiko si è dedicata completamente a provvedere alle sue necessità, una devota moglie che accudisce amorevolmente un invalido di guerra.
Ma le cose stanno davvero così?
Due giovani sposi in vacanza in una località termale, che conversano tranquillamente tra di loro, questo il prologo di una tragedia inaspettata.
Kan Tamura è da sempre ossessionato dagli specchi, e sperimenta sempre nuovi esperimenti con la luce, ma fino a che punto può spingersi l'ossessione, e fino a quando la mente umana può sopportare l'ignoto?
Uccidere il proprio gemello dopo aver finto di andarsene in un paese lontano è un piano diabolico, apparentemente perfetto, se nemmeno la moglie dell'ucciso si accorge della sostituzione chi mai potrà farlo?
Ma anche un piano criminale perfetto può essere rovinato dall'avidità e da un piccolo ma determinante errore.
I membri di un club che si riuniscono in un ambiente suggestivo per raccontarsi storie dell'orrore, un racconto che farà loro capire come l'orrore assuma forme inaspettate.
Un incontro apparentemente casuale farà ritornare la mente di Ihara a un periodo spaventoso della propria vita, e getterà una nuova luce sugli avvenimenti di un lontano passato.
Il viaggiatore con il quadro di stoffa
Innamorarsi di una marionetta e desiderare di passare la vita assieme a lei sembrerebbe una pazzia, ma a volte i desideri si realizzano, purtroppo quasi mai in modo completamente soddisfacente.
Appena lette le prime righe di La sedia umana il racconto mi è tornato prepotentemente alla memoria, nonostante i decenni trascorsi dalla prima lettura, tale è la forza narrativa di Ranpo.
L'autore giapponese ha imparato bene la lezione del maestro Edgar Allan Poe, riuscendo a costruire storie dove la tensione sale lentamente, quasi avvolgendo i protagonisti, ma anche chi legge, in un sudario soffocante.
Questa antologia piacerà moltissimo a chi ama le storie dell'orrore e i racconti polizieschi, ma va detto che la fantascienza latita, e solo nell'ultimo racconto ci sono elementi fantastici, pertanto i puristi potrebbero restarne delusi.
Nato nel 1894 e deceduto nel 1965 Taro Hirai scelse lo pseudonimo di Edogawa Ranpo in onore di Edgar Allan Poe, scrittore che lo aveva affascinato, per scrivere le sue opere.
Il suo primo racconto, La moneta di rame da due sen (Ni-sen dōka) fu pubblicato nel 1923 e fu l'inizio di una lunga e splendida carriera, che lo portò a valicare i confini nazionali, le sue opere e i suoi personaggi hanno ispirato film, manga e anime, il suo nome è stato dato al maggior premio letterario mystery giapponese.
6 commenti
Aggiungi un commentoSenza nessuna offesa, secondo me é l'esatto contrario, si tratta di una recensione molto superficiale. C'erano molte cose da dire sulla letteratura gotica - non solo l'ovvio rimando a Poe che comunque si trova nel testo - ma anche il fatto che dopotutto Urania ha dei trascorsi gotici da Lovecraft in avanti e Lippi, su questo tema ha scritto molto.
Sul fatto che la fantascienza latiti, vedi il commento di Alco99.
Probabilmente; sono io che fraintendo - piu' che recensioni, questi sono semplici riassunti, senza nessun apparato critico cha vada al di la' della copertina e dell'indice. Le recensioni sono un'altra cosa.
Io invece penso che come recensione sia buona e incuriosisca.
Nell'edicola dove vado l'hanno esaurito nel giro di pochi giorni.
Non conoscevo questo autore e devo dire che la sua apparizione in UC è stata per me una gradita sorpresa.
Le recensioni degli Urania Collezione hanno il problema che bisogna acquistare il volume, leggerlo e recensirlo prima che questo scompaia dalle edicole, il che sembra facile ma non lo è.
Di solito si tratta di romanzi che ho già letto, quindi una rilettura rapida non porta via molto tempo, ma in questo caso conoscevo solo il primo racconto.
A questo si aggiunga che sono dovuto partire per la nota località turistica di Hassi Messaoud (a proposito, buona Pasqua), per cui la recensione è stata per forza di cose preparata di corsa, mi sarebbe piaciuto fare un cenno all’irrompere dell’orrore nel quotidiano, citando il racconto di Poe dove il protagonista ha la tafofobia, e prende tutte le precauzioni per evitare di essere sepolto vivo, per poi svegliarsi apparentemente chiuso in una bara, ma semplicemente non avevo tempo di andarmi a cercare il racconto (il titolo non lo ricordo, purtroppo), né di sottolineare la similitudine tra il crescendo di inquietudine e orrore, salvo poi il felice scioglimento finale.
A parte queste questioni pratiche, io non faccio recensioni con apparato critico e analisi dei rapporti letterari, se cercate recensioni di questo tipo vi consiglio quelle di X, che è bravissimo in queste cose, io non ne sono in grado, mi limito a dare un’idea della trama e a dire se l’opera mi è piaciuta o no, cercando di invogliare alla lettura… o eventualmente a scoraggiarla.
Nella recensione in questione non ho nemmeno sottolineato il fatto che si trattava di un autore che non è mai apparso su Urania, e che per me vedere non aver ancora visto, dopo quasi cento numeri, nemmeno un Leinster o un Wyndham suona abbastanza blasfemo, al di là dei meriti di Ranpo non gli si poteva trovare un'altra collocazione, e magari pubblicare Il pianeta dimenticato o Il risveglio dell'abisso?
È un titolo così banale che lo ricordo persino io, "Il seppellimento prematuro"
S*
Bravo, proprio quello.
Strana cosa la memoria, ricordo benissimo il racconto, che il tipo si era addormentato in una cuccetta vicino a Richmond, che aveva preparato la propria tomba con uscita dall'inteno e campana d'allarme ma non il titolo.
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