Nel corso del secondo episodio del fumetto, entrano in scena il folle scienziato Baxter Stockman (che ha la pelle nera nel fumetto, mentre nel cartone era divenuto un bianco per evitare accuse di razzismo), creatore dei Mouser (i piccoli robot mangia-topi, presenti anche nel cartone dove però erano meno letali), e la sua assistente April (che non è una giornalista come nel cartone e nei film). Scoperte le malvagie intenzioni del suo collega, April decide di schierarsi dalla parte delle Tartarughe e di aiutarle a sconfiggerlo. Un ulteriore punto di distacco del fumetto rispetto al cartone, riguarda la sottotrama della ditta T.C.R.I. (creatrice del misterioso liquido disperso nelle fogne e presente anche nel secondo film, dove però il suo nome è stato storpiato in T.G.R.I. ed è gestita solo da esseri umani), al cui interno si trovano dei misteriosi alieni dall’aspetto simile al Krang della serie tv.

Queste, però, sono solo alcune delle numerose e affascinanti caratteristiche del fumetto di Eastman e Laird, di cui ci auguriamo avvenga finalmente la pubblicazione integrale nel nostro paese, in modo da poter assistere al debutto di nuovi e misteriosi personaggi, come Karai, allieva di Shredder apparsa finora in qualche videogioco, nella seconda serie animata delle Tartarughe (prodotta a partire dal 2003, trasmessa con scarso successo da Italia 1) e nel quarto film delle Tartarughe, TMNT (2007), realizzato interamente in computer grafica da Kevin Munroe.

Proprio con questo film (passato inosservato nei cinema italiani), avviene un tentativo molto efficace di riavvicinarsi in modo più fedele alle atmosfere descritte da Eastman e Laird (tentativo effettuato, oltre che nella già citata seconda serie del 2003, anche nelle stagioni 9 e 10 della prima serie animata, rimaste però a lunghe inedite nel nostro paese, fino ad una tardiva messa in onda su Italia 7 Gold), dopo che il secondo e il terzo film avevano preferito adottare un tono più infantile e vicino alla serie animata degli anni Ottanta.

Per concludere il nostro reportage sulle Tartarughe, un’ultima nota sul pregevole film TMNT: in esso vediamo, inizialmente, Donatello lavorare come assistente telefonico (in pratica una sorta di impiegato di un call-center di un numero verde), stressandosi per le continue lamentele dei clienti e perché non sembrano ascoltare e gradire i suoi consigli. Vedere Donatello, un personaggio noto al pubblico per le sue abilità tecnologiche e in grado di costruire sofisticati apparecchi, ridotto a svolgere quel lavoro per cercare di guadagnare qualche soldo, rappresenta una delle più riuscite ed efficaci metafore di quei bambini italiani degli anni Ottanta che, divenuti neolaureati nelle materie più disparate (biologia, giurisprudenza, lettere, ingegneria, ecc..), sono costretti a mettere da parte le loro conoscenze perché non offrono sbocchi occupazionali, finendo così per divenire dei precari sotto-pagati di un call-center. Mai metafora fu più amara. Tuttavia, anche da questo elemento, si comprende come le Tartarughe Ninja possano ancora oggi, a tanti anni di distanza, riservare nuovi ed inaspettati spunti di interesse per i loro fan italiani divenuti ormai adulti, ma nelle cui menti è ancora vivo il ricordo delle avventure animate dei loro quattro beniamini col guscio.