Dopo nove lunghi mesi di attesa, la ABC partorisce la nuova e ultima stagione di Lost.  L’attesa tra i fan negli ultimi giorni è stata non solo spasmodica, ma anche contraddistinta dall’incredibile spostamento del discorso televisivo del presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, che ha preferito, in un misto tra saggezza e opportunismo, cambiare la data del suo discorso piuttosto che incorrere nell’ira dei milioni di fan della serie/elettori. A giudicare dai dati d’ascolto, che vedono dominare Lost con un record quasi assoluto per quanto riguarda il target adulto, a posteriori si può dire che sia stata una mossa opportuna.

Molte cose sono cambiate anche per l’attesa dei fan italiani, un tempo costretti ad aspettare mesi per potersi godere le nuove puntate di Lost.

Infatti da un lato abbiamo Sky che, come era accaduto per FlashForward, ha messo in programmazione per il dieci febbraio la puntata a soli sette giorni di distanza dalla messa in onda statunitense, e dall’altro, ed è questa la novità più grande, abbiamo il  sito di Telecom Italia, che ha permesso, a sole ventiquattro ore dalla trasmissione originale, di potersi gustare in streaming la puntata di Lost con la modica cifra di €1.99.  Questo rappresenta una sorta di antipasto-testing per quello che sarà il Cubovision che verrà lanciato in primavera, una piccola rivoluzione copernicana che permetterà anche agli appassionati italiani di avere una televisione on-demand praticamente in contemporanea a quella americana.

Tutti quanti si aspettano una risoluzione dei misteri da questa finale di stagione, e in effetti con questa premiere viene risolto uno dei misteri più antichi della serie, che ci trasciniamo praticamente dal pilot: il mistero del fumo nero.

  Ma in perfetto stile Lost, ogni risoluzione di un mistero ne apre un altro altrettanto intrigante. 

Per quanto riguarda la struttura narrativa, questa sesta stagione introduce un nuovo concetto: se nelle prime stagioni c’erano i flashback, sostituiti poi successivamente dai flashforward, adesso ci troviamo di fronte ai flash-sideways, ovvero non più sbalzi temporali in avanti o indietro, ma semplicemente due realtà parallele.  La cosa è espressa bene anche nel titolo di questa premiere, che si chiama LA X, dove c’è un doppio gioco di parole tra l’aeroporto internazionale di Los Angeles (Lax) e LA X (ovvero Los Angeles “X”, che sta per realtà alternativa).

Questa premiere non delude, anzi, è probabilmente uno dei migliori incipit di stagione mai visti in Lost, che senza indugi o tentennamenti catapulta immediatamente il telespettatore nel vivo dell’azione e del mistero, con i primi trenta minuti da guardare con gli occhi incollati allo schermo.  Apparentemente l’ennesima rimessa in scena del volo Oceanic 815 potrebbe rappresentare un momento di dèja-vu e ripetitività, ma qui entra in campo la grande abilità degli sceneggiatori Carlton Cuse e Damon Lindelof, che riescono attraverso l’introduzione di dettagli anche apparentemente insignificanti a creare quel climax di mistero che è un po’ la quintessenza di Lost.  L’azione è spesso frenetica e i colpi di scena sono a getto continuo, ma questo non toglie una virgola a quello che è un altro marchio di fabbrica di Lost, ovvero l’introspezione dei personaggi. 

Basta pensare alla struggente interazione tra Sawyer e Juliet per capire come questa premiere sia riuscita a condensare al meglio un po’ tutti gli aspetti che dovrebbero caratterizzare un buon telefilm.  Gli elementi quindi per assistere a un gran finale per questa serie ci sono veramente tutti, non so se nella progressione dei restanti sedici episodi questo livello qualitativo potrà essere mantenuto costantemente, ma so per certo che io sarò lì davanti al mio schermo per gustarmeli tutti, e così spero anche voi.

Ben tornato Lost e buona visione a tutti.