La spasmodica ricerca di un erede di Lost nell’ultimo anno ha prodotto una vasta serie di mystery drama che hanno tentato di raccoglierne il patrimonio. Stavolta è la NBC a provarci con The Event. I risultati, rispetto ai tentativi precedenti ampiamente falliti, sembrano aver prodotto qualcosa che potrebbe diventare perlomeno un degno discendente della serie mystery per eccellenza, dominatrice dei palinsesti televisivi negli anni duemila.

The Event ha infatti catturato lo “spirito” di Lost, ma ha anche fornito una risposta a un’esigenza che a gran voce i telespettatori richiedevano alla serie di Abrams. Infatti una delle caratteristiche di questa nuova serie è quella di fornire risposte più o meno immediate alla girandola di misteri che la compongono, lasciandoci in sospeso con un solo grande mistero a lungo termine. Questo dovrebbe in teoria incoraggiare i telespettatori meno pazienti. La serie creata da Nick Wauters (Eureka, 4400) è di fatto un thriller cospirativo con grandi elementi di fantascienza in un mix tra Lost e V -Visitors. Nel 1944 una nave di alieni si schianta in Alaska. Da allora i sopravvissuti, perfettamente simili a noi, vengono rinchiusi in una prigione di massima sicurezza. Questo è uno dei segreti meglio custoditi degli ultimi sessanta anni, fin quando il nuovo presidente degli Stati Uniti Elias Martinez (interpretato da Blair Underwood), una sorta di Obama afrocubano e idealista, viene a conoscenza dei fatti, e decide che è giunto il momento di rivelare al mondo questo segreto ed integrare nella società gli alieni.
Stilisticamente fa ampio uso di flashback che, talvolta in maniera un po’ confusionaria, si inseriscono costantemente all’interno della trama portante, ma a differenza di Lost, i flashback di The Event offrono rapidi e diretti chiarimenti agli eventi a cui stiamo assistendo. Il cast è ovviamente corale, con numerosi attori che supportano le numerose sottotrame trainanti, ma il protagonista principale è Sean Walker, interpretato da Jason Ritter, un giovane programmatore di videogiochi alla ricerca della sua fidanzata scomparsa durante una crociera, che si trova inconsapevolmente invischiato in una cospirazione di livello mondiale che coinvolge, appunto, gli alieni. La premiere ha raggiunto ottimi risultati di ascolto con oltre undici milioni di telespettatori, soddisfacendo così ampiamente le aspirazioni del network, ma l’esperienza di Flashforward ci ha insegnato a stare molto attenti ad esordi con grandi picchi di ascolto, e solo le prossime puntate potranno sciogliere il nodo legato all’affezione degli spettatori allo show.
Credo che gli elementi per diventare una grande serie ci siano tutti. Il mistero funziona, come anche le sottotrame, e se gli autori riusciranno a mantenere questo livello di tensione e appeal, The Event potrà candidarsi seriamente alla serie “evento” degli anni ’10. Non ci resta che aspettare fiduciosi, nella speranza che network e telespettatori abbiano la pazienza necessaria per permettere allo show di crescere.