Uno dei panel più particolari del Comic-Con è stato Totally Lost: One year later panel, creato da Entertainment Weekly. In questa occasione il duo di creatori della serie, Damon Lindelof e Carlton Cuse hanno voluto dimostrare che avevano costruito tutta la struttura della serie fin dall'inizio.
E per dimostrarlo hanno portato una scena tagliata dalla stagione uno, la quale, a sentire loro, rende giustizia al loro lavoro. Potete vederla qui sotto, ma prima di procedere è giusto che sappiate che di fatto è stata girata pochi giorni fa, in un teatro di posa della Disney, e che le piante arrivano da ciò che rimane del set della serie Brothers and Sisters, cancellata quest'anno dalla ABC, la stessa emittente di Lost.
Uno dei segreti più importanti svelati? Il nome dell'uomo in nero. Ma attenzione, a lui non piace molto parlarne!
Buona visione!
LOST 6X1: LA X - Season Premiere
Staccate il telefono, chiudete la porta, equipaggiatevi di viveri e bevande e mettetevi comodi: è tornato Lost.
Angelo Rossi, 5/02/2010
Lost: c'è vita dopo la sesta stagione?
Dalle dichiarazioni di Lindelof e Cuse, sembrerebbe che la ABC stia meditando se far proseguire ulteriormente la...
Leo Lorusso, 11/09/2009
Lost:before, si torna (molto) indietro nel tempo
La ABC ha un piano preciso su cosa accadrà dopo la fine di Lost: tornare alle origini e raccontare la vita...
Leo Lorusso, 1/04/2009
24 commenti
Aggiungi un commentoE' proprio sbagliata la metafora. La divisione tra serial e procedural non ha nulla a che vedere con un'audience hardcore o casual: sono semplicemente due modalità diverse per produrre un telefilm.
Lost, nonostante la tua classificazione, ha spopolato anche e soprattutto tra gli spettatori che, in ambito videogame, non esiteresti a definire casual: non particolarmente fedeli, spesso bisognosi disperatamente del riassunto a inizio puntata, meno legati alla trama e più interessati ad un salto sporadico nel bel mondo dell'isola magica.
In opposto, uno show tendenzialmente procedural quale Fringe può attirare spettatori ben più impegnati, ma in virtù dei temi e degli sviluppi delle puntate, non del format. Conosco persone che non si perdono mai una puntata di Dr. House, e che ne ricordano a perfezione i casi delle primissime stagioni: non proprio casual, direi...
E, in ogni caso, se per te il successo di Lost è dovuto in tanta parte solo all'essere un "serial drama con elementi weird", devi spiegarmi anche perché Flashforward e The Event e molti altri show sono crollati così miseramente.
Non capisco come fai a sostenere una cosa del genere.
È evidente che il procedural è più adatto al casual e il serial all'hardcore. Ci possono essere eccezioni visto che possono influire altri fattori. Ma è chiaro che il serial è fatto per fidelizzare gli spettatori, da cui ia creazione di un pubblico hardcore.
Il pubblico di Lost era il pubblico più hardcore che si sia mai visto, altro che casual.
E tanto Fringe quanto House hanno fortissime componenti serial. House ha un arco narrativo che caratterizza ogni stagione.
S*
Perché fatti male o meno bene? No, non voglio scivolare sul filo dell'arcinoto rasoio Ockhamiano, ma se tutte le serie fatte con la medesima cura e con lo stesso format riscuotessero l'identico successo allora saremmo alla "serializzazione emotiva" dell'audience, non più del prodotto. Sarebbe un formidabile strumento di controllo di massa, ma questo è un altro discorso.
Il successo di una serie forse dipende dalla quantità di "leve emotive" che riesce ad attivare nella pluralità degli spettatori, generalmente suddivisi in target di appartenenza, ma tu stesso mi hai detto che l'audience di Lost era tra la più varia, dal ragazzino, al trentenne, alla signora in là con gli anni.
L'originalità della storia, ma come Lost ce ne sono state altre, forse più originali, sicuramente di minor successo.
L'hype dato al prodotto, l'enfasi che i mass media hanno riservato alle notizie riguardanti Lost e che ha attirato per curiosità un bacino d'utenza sempre più grande, ma anche qui: diverse serie pubblicizzate e "pompate" dai media allo stesso modo, non hanno avuto lo stesso successo.
La bravura degli attori? Non conosco Lost così bene da poterlo affermare, ma di attori bravi ce ne sono anche in altre serie meno fortunate.
Insomma, questi fattori hanno in varia misura contribuito, ma l'elemento primo ed evidente del successo di Lost è stato lo sviluppo di un romanzo nelle sue stagioni, dove un episodio sussegue e sviluppa il precedente, senza unità di tempo e spazio, ma con la coralità di un'unica storia raccontata da varie angolazioni. Un romanzo, insomma.
Come romanzate sono le soap opera e tutti i serial drama, anche Twin Peaks aveva un'affezionata e attenta hardcore audience.
Quindi no, non credo che la metafora sia sbagliata, ma penso che il formato di racconto scritto in "flusso di varie coscienze" sia il principale motivo di successo e dell'interesse che ha riscosso Lost.
A questo punto poco importa se la storia sia stata pensata completamente all'inizio o aggiustata in corso d'opera, è il prodotto ad essere notevole, non il suo confronto con altri, magari più lineari e coerenti.
Come ho scritto all'inizio non sono stato affascinato da Lost, mi rendo conto di essere minoranza, ma intuisco che il suo successo tanto debba alla modalità di racconto della storia che alla storia in sè. Più tutto quello che ho scritto sopra.
Premettendo che per me casual/hardcore è una divisione che non ha senso né per i videogiochi (almeno da 4-5 anni a questa parte) né tanto meno per i telefilm, forse non siamo d'accordo sulla definizione dei termini. Se però proprio vogliamo definirli, per me oggi la differenza tra hardcore e casual è l'impegno mentale richiesto, non l'ammontare di tempo che si spende. Per dire, se uno gioca a Farmville, su facebook, cinque ore al giorno, io lo ritengo sempre un giocatore casual, perché, nonostante il tempo speso, mancano importanti caratteristiche come la necessità di concentrazione, di pratica, di competizione, di conoscere a fondo le meccaniche di gioco. Al contrario, un giocatore con "equipaggiamento" costoso e di qualità (mouse e tastiera, per esempio), membro di un clan con cui partecipa a competizioni, profondamente concentrato mentre gioca, è hardcore anche se gioca saltuariamente e per meno tempo del giocatore dell'esempio precedente. Ormai i videogiochi sono sufficientemente accettati e inseriti nella nostra società (in Italia non ancora) che un discorso di tempo ha poco significato; giusto per citare un esempio: se io gioco ad X in modo disimpegnato, leggero e saltuario, ma poi lo guardo giocare da altri per ben più tempo (il fenomeno degli e-sport), cosa sono, hardcore o casual?
Lo stesso per i telefilm. Una casalinga che guarda Beautiful stirando o cucinando, anche se lo fa regolarmente, non sono così sicuro sia hardcore. O, ancora, la ragazzina che guarda il telefilm sui vampiri perché c'è il bel protagonista, e lo fa ogni lunedì con precisione millimetrica e se ne frega per il resto della settimana, è casual? E chi registra uno show e lo guarda quando ha voglia, anche accumulando diverse puntate, ma sa a memoria le vecchie e si riguarda spesso le repliche, magari scrivendone su forum e blog, è casual o hardcore? O è casual solo se è un procedural, e hardcore se è un serial?
Lasciando senza risposta questa domande, Lost ha comunque avuto una massiccia base di spettatori casual. Chiaramente ne ha avuti molti, per proporzione, anche hardcore, che però, rispetto ad altri show, sono stati più "rumorosi", secondo me a causa delle tante insensatezze della trama che cercavano disperatamente di spiegare - sono quelli che discutono sui forum, che scrivono su lostwiki, etc. Il grosso degli spettatori però non si è mai preoccupando più di tanto dei misteri dell'isola, quanto piuttosto dello sviluppo della trama e soprattutto dei personaggi e delle loro relazioni. Era fidelizzato? Sì [forse non così tanto, guardando i grafici]. Hardcore? No. E infatti il series finale ha dimostrato che il target erano gli spettatori più interessati alle emozioni che quelli ai misteri e alla scienza.
Si potrebbe discuterne a lungo, magari sulle percentuali di spettatori impegnati rispetto agli altri, o su quanto un canale generalista come Fox abbia interesse a costruire uno show complesso. La butto lì, senza controllare, ma credo anche che i rating di Lost siano, come composizione, decisamente più simili a serie leggere e casual che impegnate - un pubblico più spalmato come età, e una maggiore presenza femminile.
Le prime stagioni di House erano decisamente procedural, un caso ogni puntata che si conclude alla fine dei 45 minuti. Nelle ultime 2 (3?) stagioni sì, c'è stata una serializzazione, ma buona parte degli spettatori lo seguono da ben prima che succedesse.
Fringe era un cattivo esempio, è vero - non mi venivano in mente procedural sci-fi che siano ancora in onda, a meno di considerare Warehouse13 o Sanctuary, cosa che preferirei non fare. Però anch'esso era iniziato come procedural alla X-Files, con un evento paranormale ogni puntata (e, guarda caso, quando si è serializzato ha iniziato a perdere spettatori...).
Non voglio essere pignolo, ma se si sostiene che sia stato il formato la causa principale del successo di Lost, la conseguenza logica è che, indipendentemente dai contenuti, la maggior parte dei telefilm con un formato simile dovrebbero avere un successo paragonabile.
La storia dimostra il contrario. Quindi non è una tesi sostenibile.
La divisione hardcore/casual non ha alcun significato per quanto riguarda il successo di una serie. Lo hanno solo per quanto riguarda la fidelizzazione - ed anche questo è un assunto che, ultimamente, si sta rivelando non più così tanto sicuro.
La divisione tra hardcore/serial e casual/procedural è tanto evidente quanto applicabile, ad libitum, a qualsiasi tipologia di prodotto: dall'opera d'arte alla musica, al colore dei calzini. (oggi mi sento molto hardcore e mi infilo 'sti calzini fuxia, domani passo al casual e ne pesco due spaiati!)
Il punto è che ho inizialmente postulato questa differenziazione proprio per rendere evidente la specificità di Lost con gli altri serial della sua generazione; S* lo ha scritto parlando di trama fil rouge che fidelizza gli spettatori dei procedural.
Te lo ripeto: in un periodo in cui i procedural hanno una trama generale ed i serial drama tendono a risolvere ogni puntata con una sottotrama autoconclusiva di poca importanza per l'evoluzione del racconto, la particolarità di Lost è stata proprio quella di differenziarsi dagli altri con una modalità di sviluppo della storia altamente ed esclusivamente serial drama/hardcore, escludendo a priori lo spettatore occasionale che si sarebbe quasi certamente annoiato pescando una puntata a caso e guardandola per decidere se lo show facesse per lui.
È stata una scelta coraggiosa, rischiosa, ma che in questo caso ha premiato.
p.s.: quanto al grafico che hai postato, oscillare tra 12 e 22 milioni di persone nell'arco di 6 sei stagioni USA è altamente fidelizzante, se dai un'occhio ai crolli che le serie hanno ultimamente dopo la prima stagione.
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